Le azioni e le accuse
Alta tensione in Iran, esplosioni nei gasdotti: “Atti di terrorismo e sabotaggio”
A poco più di un mese dagli attacchi sulla tomba del generale Suleimani a Kerman, dopo la de-escalation con il Pakistan. Le autorità accusano e fanno sapere che gli incendi sono stati contenuti e che non si sarebbero vittime
Esteri - di Redazione Web

Ancora alta tensione in Iran: a poco più di un mese dagli attacchi che avevano provocato una strage sul luogo della sepoltura del generale Qassem Suleimani, a Kerman. Il direttore del Gas Strategic Center, Saeed Aghli ha dichiarato alla tv di Stato che le esplosioni che hanno colpito la scorsa notte e questa mattina diversi gasdotti nel sud-ovest dell’Iran sono delle azioni terroristiche. “Le esplosioni in diverse parti dei gasdotti in Iran questa mattina presto sono state provocate da atti terroristici condotti da sabotatori”.
Le esplosioni si sono verificate tra la regione occidentale di Chaharmahal e Bakhtiari e le città del Mar Caspio. Interessato anche il gasdotto, lungo circa 1.270 chilometri, che inizia ad Asaluyeh, un hub per il giacimento di gas offshore iraniano di South Pars. Al momento non sono state segnalate vittime. “Gli attacchi terroristici sono avvenuti alle 00:31 nei gasdotti vicino a Boroujen nella provincia di Chaharmahal e Bakhtiari, e anche a Safashahr nella provincia di Fars”, ha aggiunto Aghli. “Gli incendi sono stati contenuti in quasi tutti i gasdotti e attualmente non ci sono problemi nel trasferimento del gas verso le città e i villaggi delle provincie, ad eccezione di alcuni villaggi vicini alle esplosioni”.
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Gli attacchi dell’Isis a Kerman
Non sono noti gruppi di ribelli nella regione interessata dalle esplosioni e Aghli non ha citato nessun sospetto. L’attacco dello scorso 3 gennaio si era consumato proprio in occasione delle commemorazioni funebri del generale che per anni aveva condotto la politica estera dell’Iran, ucciso in un’azione degli Stati Uniti il 3 gennaio 2020 a Baghdad, capitale dell’Iraq. Alla celebrazione partecipavano centinaia di persone. Quegli attacchi erano stati organizzati dal sedicente Stato Islamico, l’organizzazione islamista di stampo sunnita nota anche come ISIS, che aveva rivendicato le azioni.
Appena un paio di settimane dopo l’Iran era stato interessato da attacchi del Pakistan, in risposta a quelli di Teheran sul territorio pakistano. L’obiettivo dichiarato dall’Iran era quello di colpire il gruppo sunnita Jaish al Adl, attivo al confine tra Iran e Pakistan e considerato terroristico sia dal governo iraniano sia da quello statunitense. Teheran aveva compiuto attacchi anche in Iraq, contro presunte basi di spionaggio israeliane, e in Siria, contro gruppi radicali sunniti. I due Paesi dopo alcuni giorni di tensioni avevano annunciato la de-escalation.
La guerra in Medio Oriente
Quello che è certo è che l’Iran resta al centro delle tensioni che negli ultimi mesi stanno attraversando il Medio Oriente dopo la guerra esplosa tra Hamas e Israele, con gli attacchi dello scorso 7 ottobre dell’organizzazione radicale e la risposta dello Stato Ebraico che ha provocato quasi 30mila morti nella Striscia di Gaza. Teheran appoggia Hamas, la Repubblica Islamica ha sempre previsto come un suo obiettivo la distruzione dello Stato Ebraico. Secondo alcune inchieste gli attacchi di Hamas del 7 ottobre sarebbero stati preparato a Beirut, in Libano, in alcuni vertici con esponenti di Hamas, Hezbollah e Iran.