Pronto un emendamento

Irpef agricola, il governo “cede” alla protesta dei trattori: il compromesso di Meloni nel derby con Salvini

Politica - di Carmine Di Niro - 10 Febbraio 2024

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Matteo Salvini e Giorgia Meloni
Matteo Salvini e Giorgia Meloni

Nel derby a destra tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini in ottica elezioni europee vincono gli agricoltori.

Dopo le critiche e le proteste del comparto agricolo, con tanto di sfilata dei trattori tra le strade di Roma e sul Grande raccordo anulare della capitale, il governo ha deciso venerdì dopo un incontro con i rappresentanti di categoria “istituzionali” di presentare un emendamento al decreto-legge “Milleproroghe” per reintrodurre una parziale esenzione dell’Irpef per gli agricoltori.

Si tratta di una marcia indietro a dir poco clamorosa. Era stato lo stesso esecutivo di destra, solo poche settimane fa, a non rinnovare l’esenzione nella legge di bilancio.

Si tratta in ogni caso di un provvedimento tampone: l’esenzione dell’Irpef agli agricoltori sarà valida solo per il 2024 e solo per redditi fondiari inferiori ai 10mila euro.

Cos’è l’Irpef agricola

L’esenzione dall’Irpef agricola era una misura introdotta dal governo di Matteo Renzi nel 2016: all’epoca il ministro dell’Agricoltura era Maurizio Martina e la decisione arrivò per assecondare le richieste del settore che già all’epoca si lamentava delle sue difficoltà economiche.

L’esenzione introdotta con la legge di bilancio 2017 sarebbe rimasta in vigore per tre anni, ma dal 2020 a dicembre scorso era stata prorogata di anno in anno dai vari governi che si era succeduti alla guida dell’Italia, fino alla scelta dell’esecutivo Meloni di eliminare l’esenzione nell’ultima Manovra.

Perché Meloni aveva eliminato l’esenzione

Per giustificare l’eliminazione dell’esenzione Irpef agli agricoltori, la premier Giorgia Meloni in un intervento alla Camera del 24 gennaio scorso per rispondere ad una interrogazione di Italia Viva aveva sottolineato che i “principali beneficiari” della misura “in questi anni sono state le imprese con grande estensione di terreno e redditi elevati, mentre le piccole imprese con terreni di estensione ridotta e reddito basso non ne hanno quasi mai beneficiato”.

Dunque per la presidente del Consiglio “la misura, in pratica, rischiava di diventare un privilegio, piuttosto che un aiuto diffuso, ragione per la quale abbiamo preferito destinare quelle risorse a interventi di sostegno dei produttori che, a nostro avviso, erano più utili”.

La guerra tra Lega e Fratelli d’Italia

La decisione di fare un passo indietro sull’eliminazione dell’esenzione Irpef per gli agricoltori arriva in un contesto di “guerra intestina” al governo tra i due maggiori partiti e leader, da una parte Fratelli d’Italia della premier Giorgia Meloni e dall’altra la Lega di Matteo Salvini.

Quest’ultimo ha deciso da giorni di cavalcare la “protesta dei trattori”, facendosi anche fotografare con gli agricoltori su uno dei mezzi da lavoro e attaccando il suo collega di governo Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e cognato della premier, scaricando su di lui le responsabilità sulla cancellazione dell’esenzione.

Fratelli d’Italia ha risposto a sua volta che il principale responsabile della legge di bilancio era stato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ovvero un esponente della Lega.

Il ritorno dell’esenzione non basta a Salvini, che sulla questione sa di poter metter in difficoltà l’alleata di governo. L’emendamento che prevede l’esenzione parziale dell’Irpef, ha spiegato in una nota diffusa dopo la riunione a Palazzo Chigi con i rappresentanti del comparto agricolo, è “sicuramente un segnale significativo che va nella giusta direzione”, aggiungendo però che “occorre intervenire in modo più efficace”, che “serve uno sforzo maggiore” e che “la Lega farà di tutto perché agli agricoltori arrivino risposte positive in tal senso”.

10 Febbraio 2024

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