La guerra di Gaza
Assalto a Rafah, ecco perché bisogna fermare il genocidio
Possibile che in questo paese le scarpe di John Travolta debbano fare più scandalo di 600 mila bambini schiacciati contro un muro? Possibile che 26 mila morti ammazzati ci lascino indifferenti?
Editoriali - di Piero Sansonetti
Ci sono 600 mila bambini a Gaza, terrorizzati. Schiacciati contro un muro e con alle spalle i carri armati israeliani. Non sanno dove andare, cosa mangiare, come bere, in quale modo curarsi.
Hanno la morte negli occhi perché già altri 10 mila bambini come loro, numero approssimativo per difetto, sono stati uccisi dai bombardamenti. Oltre ai bambini, a Rafah, ci sono altri 900 mila sfollati. In fuga. Disperati.
In gran parte sono donne, vecchi. Netanyahu non vuole mollare. Vuole spianare Rafah. Ha detto ai profughi, ai deportati, di andare via, di sfondare in Egitto. Di rifugiarsi nel deserto. Ma gli egiziani non vogliono. Non vogliono l’Esodo.
Sì, l’esodo. È la più grande tragedia umanitaria, credo, provocata da un paese occidentale nel dopoguerra. Forse l’unico paragone possibile è l’aggressione americana al Vietnam negli anni ‘60. Ma qui, probabilmente, siamo oltre, anche oltre quella ferocia, la ferocia del Napalm, della terra bruciata, in senso metaforico e letterale.
In Italia le reazioni sono blande. Quasi imbarazzate. In Parlamento c’è solo l’opposizione del piccolo gruppo Sinistra Verdi, coerente col pacifismo di sempre, e quella, un po’ improvvisata, dei “contiani”. Per il resto silenzio.
Così come è silenzio sull’Ucraina, e sull’impegno in prima linea dell’Italia nella guerra del Mar Rosso. L’articolo 11 della Costituzione è finito nel magazzino delle scope di Montecitorio. Seppellito da ironici sorrisi.
Il Pd giovedì ha votato compatto sul decreto che favorisce la guerra in Ucraina. Solo quattro coraggiosi parlamentari hanno osato sfidare la disciplina e astenersi.
Ieri l’Arci ha fatto sentire la sua voce. Un comunicato molto duro. Nel quale ricorda che la Corte internazionale di giustizia dell’Aja ha ordinato a Israele di sospendere il massacro.
Di fare arrivare gli aiuti. E ha avviato le indagini per stabilire se l’azione di Netanyahu è genocidio. Israele non ha nemmeno preso in considerazione l’ordine.
Ma i paesi occidentali – dice l’Arci – devono muoversi per fermare Israele. Bisogna impedire che il massacro diventi genocidio. L’Arci fa appello alla politica italiana.
Dice che non possiamo continuare a tenere gli occhi chiusi. Dice che ci avviciniamo alla terza guerra mondiale (non solo “guerra internazionale a pezzi”), anche perché Russia, Cina ed Iran stanno affilando le armi.
Possibile che in questo paese le scarpe di John Travolta debbano fare più scandalo di 600 mila bambini schiacciati contro un muro? Possibile che 26 mila morti ammazzati ci lascino indifferenti?
Possibile che la politica sia ridotta solo a gossip, potere, prebende? Sì, sì, giusto: mettiamo Lollobrigida davanti alle sue responsabilità. Va bene. Ma possibile occuparsi di Lollobrigida ignorando quel che sta facendo Netanyahu? Possibile che solo l’Arci si preoccupi di dare la sveglia?