Al via l’anno giudiziario
Cassazione: l’anno giudiziario inaugurato nel segno di femminicidi, morti sul lavoro e dramma carceri
Giustizia - di Redazione
Il dramma delle carceri, la giustizia che lentamente migliora ma che deve fare fronte ancora a due gravi emergenze, i femminicidi e le morti sul lavoro. Sono i temi al centro del discorso tenuto oggi all’inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione dalla presidente della Corte Suprema Margherita Cassano, prima volta per una donna.
L’emergenza carcere
Di fronte al capo dello Stato Sergio Mattarella e al ministro della Giustizia Carlo Nordio (assente come l’anno scorso la presidente del Consiglio Giorgia Meloni), la Prima Presidente della Corte Suprema di Cassazione Margherita Cassano nel suo intervento ha parlato dello stato disastroso delle carceri italiane, col 2024 che si è aperto sulla scia dello scorso anno all’insegna dei suicidi.
Gli altri numeri che non possono esistere in un Paese “normale” sono quelli del sovraffollamento, con 62.707 detenuti sui poco più di 51mila posti disponibili. Per fare fronte a questa non-emergenza, dato che parliamo di una situazione ormai storica, Cassano ribadisce che serve “superare l’ottica carcero-centrica” come nel caso della regolamentazione compiuta con la giustizia riparativa. La Prima Presidente della Corte Suprema ricorda nel suo discorso come “è stato introdotto un inedito, ampio ventaglio di risposte punitive, volte, soprattutto per i reati di minore gravità, a privilegiare forme risarcitorie e restitutorie”.
A preoccupare la presidente Cassano, tornando al tema carcere, è “il numero delle procedure (90.120) relative ai cosiddetti ‘liberi sospesi‘, ossia a persone condannate in via definitiva a pene fino a quattro anni di reclusione nei cui confronti il pubblico ministero, contestualmente all’ordine di esecuzione della pena, deve emettere un provvedimento di sospensione della stessa per consentire la presentazione di istanze di misure alternative alla detenzione. Pertanto, in attesa della presentazione delle stesse e della relativa decisione da parte del Tribunale di sorveglianza, l’esecuzione non può avere luogo”.
“Nel settore processuale si sono registrati un’anticipazione e un rafforzamento delle garanzie, un potenziamento degli istituti volti a velocizzare il processo e delle forme anticipate di sua definizione, sì da riservare al dibattimento solo i casi più gravi, oltre che una responsabilizzazione degli attori processuali – aggiunge Cassano -. In questo quadro, norme come quelle sull’iscrizione della notizia di reato, sulle finestre di giurisdizione, sulle regole di giudizio per l’esercizio dell’azione penale, sui parametri di valutazione prognostica ai fini del rinvio a giudizio hanno un diretto raccordo con la presunzione di innocenza, prima ancora che una mera funzione acceleratoria“.
Femminicidi e morti sul lavoro
Focus viene poi dedicato agli omicidi e alle morti sul lavoro. Si parte, come sempre, dai numeri: “Nel periodo in esame, su un totale di 330 omicidi (in lieve aumento rispetto ai 325 dell’anno precedente e ai 308 del 2021), le donne risultano vittime in 120 casi (rispetto ai 128 del 2022 e ai 122 del 2021). In 97 casi (rispetto ai 104 del 2022 e ai 105 del 2021) i delitti sono maturati in ambito familiare o nel contesto di relazioni affettive”, le parole nel suo intervento di Cassano.
“Desta grave preoccupazione – aggiunge la presidente di Cassazione – il fatto che dei sette omicidi volontari consumati già nella prima settimana del 2024 tre vedano come vittima una donna. I femminicidi costituiscono spesso il tragico epilogo di reati cosiddetti “spia”, espressivi di condotte violente (violenza privata, violazione di domicilio, lesioni, maltrattamenti in famiglia, stalking) che richiedono particolare attenzione, competenza, professionalità e tempestività d’intervento per impedire conseguenze ben più gravi”.
Per Cassano “un forte impegno della Polizia giudiziaria e della magistratura non è sufficiente e che esso deve essere preceduto da una forte azione di sensibilizzazione e prevenzione culturale e sociale e da azioni di ampio respiro che coinvolgano non solo la famiglia e la scuola, ma l’intera collettività e siano in grado di incidere sulle cause generali di questa drammatica involuzione delle relazioni interpersonali, in cui sulla dimensione affettiva prevalgono tragicamente l’idea del possesso e del predominio sulla donna e il disconoscimento dell’uguaglianza di genere. Occorre, inoltre, promuovere l’indipendenza economica delle donne, in quanto non può esservi libertà di denuncia senza la libertà dai bisogni primari”.
Le morti sul lavoro, sottolinea poi la presidente, sono “intollerabili”. “In un moderno Stato di diritto non è tollerabile che si continui a morire a causa del lavoro”, le parole di Cassano, che riferisce i dati Inail sulle denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale nei primi undici mesi del 2023 pari a 968.
Dati che, “pur se in lieve flessione rispetto all’anno precedente, continuano ad essere l’espressione di una grave patologia sociale cui è urgente porre rimedio mediante una forte azione preventiva incentrata sul recupero di effettività di controlli seri, efficaci, moderni, capillari”.