Contro la proposta

Autonomia differenziata, De Luca dichiara guerra: “Sud non è parassitismo, Meloni non potrà più parlare di Nazione”

Il governatore della Campania si propone come federatore contro la proposta Calderoli. "Se va avanti questa legge, intere generazioni del Sud non avranno più una prospettiva di lavoro e di vita". Le tappe della mobilitazione: dagli appelli al ricorso alla Consulta alle piazze

News - di Antonio Lamorte

25 Gennaio 2024 alle 16:48

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FOTO DI ANTONIO LAMORTE
FOTO DI ANTONIO LAMORTE

Se Vincenzo De Luca diventerà il federatore di una mobilitazione meridionale e meridionalista contro la riforma dell’Autonomia Differenziata dipenderà dalla risposta degli altri governatori del Mezzogiorno, a prescindere dalle appartenenze di partito, e da quanto il Partito Democratico appoggerà e seguirà il governatore a più riprese separato in casa, spesso ai ferri corti con il Nazareno. Al momento il Presidente della Regione Campania è il portabandiera dell’opposizione alla proposta di legge approvata due giorni fa in Senato. “Dobbiamo mobilitare tutte le risorse che abbiamo, tutte. Qui davvero è in discussione non il destino del Sud ma il destino dell’Italia. Se qualcuno al Nord si illude che facendo morire il Sud siamo più forti, non ha capito nulla”. De Luca ha lanciato la sua mobilitazione in una conferenza stampa nella sala De Sanctis di Palazzo Santa Lucia, sede della Regione a Napoli. L’aveva annunciata con termini forti: aveva parlato di truffa, tradimento, Controrisorgimento.

Il governatore è entrato nel merito, non ha massacrato la segretaria dem Schlein, se l’è presa con il ministro Fitto che in questo periodo è il suo bersaglio preferito, ha dettato le tappe della mobilitazione che si articolerà in diverse iniziative: il coinvolgimento degli amministratori locali e delle Regioni del Sud, del mondo della cultura, delle imprese e del mondo lavoro, un’altra iniziativa a tema “burocrazia zero” e infine un ricorso alla Corte Costituzionale qualora la proposta dovesse continuare e completare il suo cammino. Le opposizioni in Parlamento avevano parlato invece di un referendum abrogativo: “Cercheremo di lavorare affinché non si approvi così com’è questa diavolo di legge, se dovesse andare avanti si farà il referendum. Noi vorremmo intervenire prima”. Il governatore ha invocato grandi manifestazioni di piazza, forse a Roma, o nella stessa Napoli, “una grande mobilitazione del Paese, credo che neanche al Nord abbiano capito bene di cosa si tratti. È evidente che siamo di fronte a un attacco mortale alle ragioni del Sud”.

De Luca: “Amico Calderoli, va bene: facciamo partire le Regioni tutte dallo stesso punto”

Parte abbondandte dell’offensiva di De Luca prende le mosse dall’intervista del ministro degli Affari Regionali Roberto Calderoli che a Il Corriere della Sera ha dichiarato come l’obiettivo sia mettere “sulla stessa linea di partenza tutte le Regioni”. A Calderoli, “cui confermo ovviamente la mia amicizia e cordialità”, il governatore ha replicato: “Benissimo, partiamo tutti dallo stesso piano, non voglio neanche i fondi aggiuntivi: allora l’autonomia differenziata parte quando abbiamo recuperato il divario di posti letto e di personale che c’è nella Sanità italiana, quando abbiamo dato a tutte le Regioni italiane le stesse risorse del fondo sanitario nazionale”.

Per il governatore ogni anno la Campania subisce “un furto” di 200 milioni di euro in meno. Ha snocciolato i dati sulla spesa pubblica pro capite. “Negli enti pubblici del Sud abbiamo un terzo in meno di dipendenti degli enti territoriali del Centro Nord. Amico Calderoli, prendo te in parola, partiamo tutti dallo stesso punto. Allora diventa comprensibile anche il paragone sulla capacità di spesa. Non possiamo andare alla guerra chi con le armi termonucleari e chi con le pistole ad acqua”. Il rischio è “un fiume di medici e infermieri che partirebbero dal Sud per andare al Nord. Se va avanti questo disegno di legge, intere generazioni del Sud non avranno più una prospettiva di lavoro e di vita. Rilancio una sfida a un dibattito pubblico sui temi della gestione dei fondi europei, del rapporto tra Nord e Sud”.

L’appello alla chiarezza

Più nel merito, De Luca è partito dalla Sanità: “Cominciamo a dire ai sostenitori di questa legge: siete disponibili a stabilire in maniera esplicita, già in questo testo di legge, che non è consentito alle Regioni di tutta Italia la stipula di contratti differenziati per il personale sanitario e per il personale scolastico. Altrimenti la truffa si moltiplica. Già questo sarebbe un primo minimo elemento di chiarezza. Se una Regione può fare contratti integrativi regionali per il personale medico e infermieristico, se può organizzarsi autonomamente le scuole di specializzazione, se può disporre di fondi integrativi per la sanità da destinare al comparto privato accreditato, è evidente che su questa strada la sanità del sud è morta”.

E quindi un’altra puntualizzazione, sui Livelli Essenziali di Prestazione dettati dalla proposta di legge all’articolo 1: “Viene detto che l’avvio dell’autonomia avviene subordinatamente alla determinazione dei LEP su base nazionale. Il primo elemento di truffa politica è questo: in nessuna parte si parla di risorse finanziarie che dovrebbero sorreggere la garanzia dei LEP su base nazionale. La determinazione dei LEP non coincide con il finanziamento dei LEP”. E sui Fondi di Sviluppo e Coesione: “Già oggi hanno assorbito il fondo di quattro miliardi destinati alla perequazione infrastrutturale: sono rimaste poche centinaia di milioni, è scomparso tutto. Stanno bloccando i Fondi di sviluppo e coesione. Credo che l’opposizione dovesse fare 100 volte di più rispetto al blocco dei Fondi di Sviluppo e Coesione che sono un altro degli aspetti dell’accentuarsi del divario tra Nord e Sud”.

De Luca: “Meloni non potrà più parlare di Nazione”

De Luca ha insistito a più riprese su diversi punti. Uno: le iniziative saranno portate avanti tenendo sempre insieme l’Autonomia Differenziata e i Fondi di sviluppo e coesione. Due: è necessaria un’operazione verità. Tre: “Parliamo a nome di un altro Sud: di un Sud che è pronto ad affrontare la sfida dell’efficienza e del rigore amministrativo. Noi non intendiamo fare battaglie di retroguardia, noi intendiamo modernizzare l’Italia, liberare questo Paese da uno dei nodi irrisolti da decenni, la palude burocratica che frustra ogni energia positiva, ogni volontà imprenditoriale, che rende un calvario la vita di ogni cittadino, professionista, impresa”. E questi ultimi due punti sono collegati: l’operazione verità riguarda il rapporto tra Nord e Sud, insiste sulla violazione del dettato Costituzionale sull’uguale diritto dei cittadini all’assistenza sanitaria pubblica. “Un’operazione verità per sconfiggere questo senso comune insopportabile che viene puntualmente rilanciato: il Sud è parassitismo e spreco di risorse, altri territori del Paese sono la virtù. È falso, noi siamo pronti ad accettare la sfida dell’efficienza nei confronti di chiunque”.

Frontale l’attacco al governo: “Contestiamo anche questa contraddizione insopportabile da parte di un governo per il quale ormai le contraddizioni sono pane quotidiano. Abbiamo un governo che contemporaneamente propone una rottura dell’unità nazionale, autonomia differenziata e un processo di centralizzazione burocratica che non si è mai visto nel nostro Paese”. Anche più duro se si considera la natura ideologica dell’accusa: “Credo che da oggi avremo una grande consolazione per lo meno: il Presidente del Consiglio non avrà più la possibilità di parlare ogni 30 secondi della Nazione: la Nazione la state distruggendo, non avete più titolo morale, politico, ideale per parlare di Nazione. Cioè di una comunità di destini che accomuna tutti i cittadini italiani. Questa legge non è per la Nazione, è per il Controrisorgimento“.

L’appello di De Luca

“Ho avuto la sensazione che non tutti i nostri concittadini, gli esponenti politici meridionali, abbiano compreso appieno quello che sta succedendo. Molti esponenti politici che sostengono il governo si impegnano più a diffondere dati falsi che a difendere il Sud. Già da oggi invito i Presidenti della Basilicata, della Calabria, della Sicilia a partecipare con noi, a pari titolo, a una battaglia per contestare il disegno di legge approvato alla Camera, per ragioni di merito, non ideologiche”. Per le sue osservazioni De Luca cita dati Gimbe, del ministero della Salute, del Fondo di Coesione.

“Siamo anche contrari a decentrare in maniera non responsabile e non meditata materie che riteniamo strategiche per l’Italia e per le grandi infrastrutture strategiche. La nostra autonomia differenziata proponeva il trasferimento alla Regione Campania delle seguenti materie: pareri ambientali, impianti energetici minori, piani paesaggistici, urbanistica ed edilizia, portualità, insediamenti produttivi e Zes”.

“L’appello è rivolto ai partiti di opposizione, a tutti i partiti italiani, per quanto riguarda i colleghi del sud li sentiremo nei prossimi giorni. Per me la verità conta più delle bandiere di partito, vorrei che anche i miei colleghi di altro orientamento adottassero questo atteggiamento. Dobbiamo capire se conta più la verità, ovvero gli interessi dei nostri figli, o le bandiere di partito. Ci prepariamo a una guerra sul piano istituzionale, giudiziario, su tutti i piani a una misura che è nettamente contraria all’unità d’Italia e agli interessi del Mezzogiorno”.

25 Gennaio 2024

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