Verso una guerra mondiale

Perché l’Iran ha attaccato il Pakistan, rischio guerra mondiale a pezzi

Dopo i raid fuori confine Teheran getta acqua sul fuoco, ma Islamabad è sul piede di guerra: “Risponderemo a questo atto illegale”. E l’Iraq denuncia i vicini al Consiglio di sicurezza dell’Onu

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

18 Gennaio 2024 alle 15:30

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Perché l’Iran ha attaccato il Pakistan, rischio guerra mondiale a pezzi

Da Gaza al Libano. Dall’Iraq al Mar Rosso. E ora, anche in Pakistan. La guerra si estende sempre più nel Grande Medio Oriente e s’intreccia con quella russo-ucraina. Una sorta di «guerra mondiale a pezzi», come ha sostenuto Papa Francesco.

Il Pakistan: dopo gli attacchi dell’Iran ci riserviamo il diritto di replica.

A seguito della “violazione non provocata del suo spazio aereo” da parte dell’Iran, il Pakistan ha annunciato che “si riserva il diritto di rispondere a questo atto illegale”.

La responsabilità delle conseguenze ricadrà direttamente sull’Iran, ha avvertito il portavoce del ministero degli Esteri pachistano Mumtaz Zehra Baloch, precisando inoltre che si è deciso di richiamare l’ambasciatore a Teheran.

“Abbiamo trasmesso questo messaggio al governo iraniano. Li abbiamo inoltre informati che il Pakistan ha deciso di richiamare il suo ambasciatore dall’Iran e che l’ambasciatore iraniano in Pakistan, attualmente in visita in Iran, per il momento potrebbe non tornare. Abbiamo anche deciso di sospendere nei prossimi giorni tutte le visite ad alto livello in corso o previste tra il Pakistan e l’Iran”, ha affermato la stessa fonte.

*Teheran, in Pakistan colpito gruppo terroristico iraniano

“Con Pakistan e Iraq abbiamo relazioni molto buone”, “quello che è accaduto è che in Iraq abbiamo colpito il Mossad”, mentre “in Pakistan abbiamo preso di mira un gruppo terroristico iraniano”.

Lo ha detto il ministro degli Esteri dell’Iran, Hossein Amir-Abdollahian, parlando al World Economic Forum (Wef) in corso a Davos, precisando che l’Iran rispetta “l’integrità territoriale e la sovranità dell’Iraq” e che “in Pakistan nessun cittadino pakistano è stato preso di mira da missili e droni dell’Iran”, ma solo “terroristi iraniani sul suolo pakistano”.

“Quello che abbiamo fatto è in linea con la sicurezza dell’Iraq, del Pakistan e di tutta la regione”, ha aggiunto il titolare della diplomazia di Teheran.

Iraq denuncia “aggressione” Iran a Consiglio sicurezza Onu

L’Iraq ha presentato una denuncia contro l’Iran al Consiglio di sicurezza dell’Onu per “l’aggressione” di Teheran, afferma il Ministero degli Esteri di Baghdad citato dai media internazionali. Lunedì l’Iran ha lanciato su Erbil missili contro quello che ha definito il “quartier generale delle spie” israeliane.

L’attacco di Teheran è stato “una palese violazione della sovranità della Repubblica dell’Iraq, contraddice fortemente i principi di buon vicinato e del diritto internazionale e minaccia la sicurezza della regione”, ha affermato in una nota il dicastero di Baghdad.

Iran: «In Iraq nessun errore, a Erbil colpiti agenti Mossad»

Il recente attacco dell’Iran a Erbil, in Iraq, «non è stato un errore», ma «era diretto a un luogo in cui erano dislocati elementi del Mossad», il servizio segreto estero di Israele: lo ha dichiarato, parlando dal World Economic Forum di Davos, il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, aggiungendo che Teheran «risponde a ogni mossa di Israele» che minacci la sicurezza nazionale iraniana».

«Questi elementi del Mossad avevano condotto operazioni terroristiche in Iran e Israele ha accettato la loro responsabilità. Quindi abbiamo attaccato con precisione i loro posizionamenti usando missili guidati di precisione», ha detto poi il capo della diplomazia di Teheran dal palco svizzero.

Gli Usa reinseriscono gli Houthi nella lista dei gruppi terroristici

In risposta agli attacchi nel Mar Rosso, gli Stati Uniti hanno deciso di reinserire gli Houthi nella lista dei “terroristi globali appositamente designati” (Sdgt). Lo riferiscono due alti funzionari americani.

La designazione entrerà in vigore tra 30 giorni. Designati come gruppo terrorista durante la presidenza di Donald Trump, gli Houthi erano stati rimossi dalla stessa lista da Joe Biden nel 2021 per consentire l’ingresso di aiuti in Yemen. “Questa misura non colpirà la popolazione yemenita e il sostegno umanitario continuerà”, hanno sottolineato i funzionari.

Il Papa: “La guerra è una sconfitta umana”

“Non dimentichiamo l’Ucraina, la Palestina, Israele. Non dimentichiamo gli abitanti della Striscia di Gaza che soffrono tanto’’. Il Papa, a fine udienza generale, ha rinnovato il suo appello per lo stop della guerra in Ucraina, in Medio Oriente, nel mondo.

“Preghiamo per le tante vittime della guerra. La guerra distrugge sempre, non semina amore, semina odio. La guerra è una vera sconfitta umana’’, ha ribadito Bergoglio.

Il segretario dell’Onu Guterres: in tre mesi non sono mai riuscito a parlare con Netanyahu

In oltre tre mesi di guerra il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres non è mai riuscito a parlare con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. A rivelarlo è stato lo stesso segretario generale a Davos, parlando con al Jazeera: “L’ho chiamato diverse volte ma non mi ha mai richiamato”, ha detto.

Il portavoce Stephane Dujarric nelle ultime ore ha definito la relazione Onu-Israele “complessa e impegnativa”, ma ha assicurato che l’organizzazione internazionale continua a dialogare con i funzionari israeliani per facilitare le operazioni di aiuto umanitario a Gaza.

Onu, “un quarto della popolazione di Gaza rischia di morire di fame”.

Circa un quarto della popolazione della Striscia di Gaza rischia di morire di fame. Lo affermano le Nazioni Unite, lanciando un appello per un maggiore accesso degli aiuti umanitari.

“Tutti i bambini sotto i cinque anni, circa 350mila – ha aggiunto l’Unicef sono ad alto rischio di grave malnutrizione poiché la carestia continua ad aumentare e un’intera generazione rischia ora di soffrire di arresto della crescita”.

*Netanyahu: il conflitto potrebbe continuare fino al 2025

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che, secondo le recenti valutazioni della guerra di Hamas in corso, il conflitto potrebbe continuare fino al 2025. Lo riferisce il canale N12 citato dal Jerusalem Post. Netanyahu stava parlando con i capi delle autorità delle comunità di confine con Gaza.

* Meshal: «Hamas rifiuta la soluzione a due Stati»

Hamas «rifiuta la soluzione a due Stati» perché l’unica «soluzione è liberarsi dell’occupazione». Lo ha dichiarato l’ex leader politico di Hamas Khaled Meshal con un messaggio condiviso su Telegram, ribadendo che il gruppo non intende riconoscere il diritto di Israele a esistere.

«L’Occidente afferma che il 7 ottobre ha aperto un orizzonte per la visione politica e da qui ritornano alla soluzione a due Stati. Hamas non accetta il termine `soluzione a due Stati´, che viene respinta», ha detto Meshal aggiungendo che «la legittimità dell’altro Paese, dell’entità sionista, è categoricamente respinta».

*Il ministero della Salute di Hamas: «24.448 palestinesi uccisi dall’inizio della guerra»

Secondo il bilancio del ministero della Salute di Hamas, le vittime a Gaza dall’inizio della guerra sarebbero 24.448, di cui circa 10 mila bambini. I feriti sarebbero 61.504.

18 Gennaio 2024

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