La guerra in Medioriente

Cosa è il dirigibile Sky Dew, testato da Israele nella guerra di Gaza

Il ministro degli esteri europeo, Joseph Borrell, a Beirut paventa il rischio di un allargamento del conflitto. L’Italia abbandona la caccia agli Houti

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

7 Gennaio 2024 alle 10:57 - Ultimo agg. 9 Gennaio 2024 alle 10:58

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Cosa è il dirigibile Sky Dew, testato da Israele nella guerra di Gaza

Razzi di Hezbollah sull’Alta Galilea, raid israeliani sul Sud Libano. Dopo Gaza, un altro fronte di guerra infiamma il Medioriente.
Hezbollah ha rivendicato il lancio di razzi nel nord di Israele ieri mattina come “risposta iniziale” all’uccisione del leader di Hamas Saleh al-Arouri.

Lo riferisce Haaretz citando un comunicato di Hezbollah secondo cui i razzi lanciati sono 62. Il gruppo libanese ha affermato di aver preso di mira un’installazione militare israeliana nell’area del Monte Meron.

Israele ha risposto immediatamente effettuando una serie di attacchi nel Sud del Libano. Le forze di difesa israeliane hanno affermato che i loro aerei da combattimento hanno attaccato una serie di siti gestiti da Hezbollah nelle aree di Aita al-Sha’ab, Yaron e Ramya.

Tra gli obiettivi c’erano un sito di lancio ed edifici militari. Le riprese aeree condivise dall’esercito israeliano su X mostrano gli attacchi effettuati su numerose strutture.

“Qualsiasi bombardamento su larga scala nel Sud del Libano porterà a un’escalation diffusa”. Lo ha dichiarato il primo ministro del Libano Najib Mikati nel corso di un incontro ieri a Beirut con l’Alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea Josep Borrell.

“La risoluzione 1701 richiede la fine delle violazioni della sovranità da parte di Israele e richiede il suo ritiro dai nostri territori occupati”, ha aggiunto Mikati.

“Siamo cercatori di pace, non combattenti, ci battiamo per la stabilità e stiamo avendo colloqui in merito”, ha aggiunto. Da parte sua Borrell ha dichiarato: “È imperativo evitare un’escalation regionale in Medio Oriente. È assolutamente necessario evitare che il Libano venga trascinato in un conflitto regionale”.

Borrell ha parlato durante una conferenza stampa a Beirut con Abdallah Bouhabib, ministro degli Esteri libanese. “La situazione nel Libano meridionale, l’impatto della guerra di Gaza e la situazione in Siria sono stati al centro dei colloqui con il premier Najib Mikati”, ha scritto Borrell su X, aggiungendo che “abbiamo concordato di lavorare insieme attraverso la diplomazia per raggiungere la de-escalation e la stabilità a lungo termine, che sono nell’interesse di tutti”.

Inoltre ha scritto di essere stato “informato dal tenente generale Aroldo Lazaro, capo della missione Unifil, sugli attuali rischi di escalation lungo la Blue Line”. Borrell ha “ribadito il forte sostegno dell’Ue alla missione Onu, che svolge un ruolo cruciale nel prevenire e mitigare l’escalation”, elogiando l’impegno di Unifil.

Israele testa il dirigibile Sky Dew

Israele testa al nord lo Sky Dew (‘Tal Shemayim’), il sofisticato dirigibile capace di rilevare le minacce, dagli aerei ai missili da crociera e quelli balistici. L’enorme dirigibile – scrive Ynet – si è alzato nel cielo oggi anche se è ancora in fase di implementazione e non è considerato operativo.

In Libano lo hanno visto da lunga distanza e hanno riferito – riporta sempre il media israeliano – che era di fronte a Bint Jebel, città non lontana dal confine.

Il sistema Tal Shemayim, assemblato all’interno di un pallone gigante, è stato sviluppato nel corso degli anni grazie alla cooperazione israeliana e americana: considerato dall’aeronautica militare il più grande del suo genere al mondo, ha decine di telecamere speciali, minuscoli computer e grandi radar. È lungo 117 metri e pesa diverse tonnellate.

Mar Rosso: l’Italia si sfila dalla coalizione anti-Houthi

L’Italia ha affermato che impegnare una fregata navale a pattugliare l’area del Mar Rosso, è stato solo parte di un’operazione esistente autorizzata dal Parlamento e non dell’OperazioneProsperity Guardian”.

Rimarca sul Corriere Guido Olimpio: “In seguito al crescere degli assalti — ricordiamo che i militanti hanno ancora in mano una petroliera — gli americani hanno schierato diverse unità, alcune delle quali hanno intercettato gli ordigni sparati dallo Yemen in direzione dello Stato ebraico. Il passo successivo è stata la creazione di una task force multinazionale, alla quale hanno aderito in modo pubblico una decina di Paesi mentre altri hanno preferito dare un appoggio riservato. Quando è venuto il momento di agire le rotte si sono divise. L’Italia ha fatto sapere che partecipava al pattugliamento con la fregata Fasan, però nell’ambito di uno schieramento già esistente e non sotto l’egida statunitense. Salvo poi sottoscrivere il documento-monito”. Della serie, armiamoci e partite.

Videomessaggio di Haniyeh a Blinken: “Fermi l’aggressione contro i palestinesi”

In un videomessaggio, il leader politico di Hamas Ismail Haniyeh ha rivolto un appello al segretario di Stato Usa Antony Blinken, esortandolo a sfruttare la sua missione nella regione per “fermare l’aggressione contro i palestinesi” e far sì che “termini l’occupazione dei territori palestinesi”.

Il leader di Hamas ha aggiunto che il sostegno degli Stati Uniti all’operazione israeliana a Gaza ha “causato massacri e crimini di guerra senza precedenti contro il nostro popolo” e ha detto di sperare che Blinken abbia “imparato la lezione degli ultimi tre mesi” .

Onu: “La Striscia è diventata inabitabile”

“Gaza è semplicemente diventata inabitabile. I suoi residenti sono testimoni quotidiani delle minacce alla loro stessa esistenza, mentre il mondo osserva”. Il nuovo allarme arriva dal capo degli affari umanitari dell’Onu, Martin Griffiths.

“Alla comunità umanitaria è stata lasciata la missione impossibile di sostenere più di 2 milioni di persone, anche se il suo stesso personale viene ucciso e sfollato, mentre continuano i blackout delle comunicazioni, mentre le strade vengono danneggiate e i convogli vengono colpiti da armi da fuoco”, ha aggiunto, ribadendo che “continuiamo a chiedere la fine immediata della guerra”. “È giunto il momento che la comunità internazionale utilizzi tutta la sua influenza affinché ciò accada”.

Quasi 30 mila morti: fonte israeliana

L’operazione “Spade di ferro”, che Israele sta conducendo a Gaza in risposta agli attacchi di Hamas del 7 ottobre, sta provocando danni materiali e morti senza precedenti.

Al 5 gennaio 2024, i morti sono almeno 22.600 e 57.910 feriti, la maggior parte donne e bambini. Circa 7.000 sono i dispersi che, si presume, siano morti sotto le macerie.

Dal 7 ottobre sono stati segnalati più di 400.000 casi di malattie infettive, tra cui circa 180.000 persone con infezioni alle vie respiratorie superiori e più di 136.000 casi di diarrea, la metà dei quali tra i bambini di età inferiore ai 5 anni. 1,9 milioni di persone, pari a quasi l’85% della popolazione totale di Gaza, sono sfollate: quasi 1,4 milioni di loro trovano rifugio in 155 strutture delle Nazioni Unite. Queste cifre sono il frutto di un’importante inchiesta realizzata da Magazine +972 e Local Call, due organi di informazione israeliana.

7 Gennaio 2024

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