Fronte Nord

Hezbollah risponde: decine di razzi lanciati su Israele per vendicare l’uccisione di Al Arouri

Non risultano feriti, gli scambi di artiglieria e i lanci di missili sono quotidiani dall'inizio del conflitto in Medio Oriente. Il fronte Nord e le tensioni con l'"Asse della Resistenza"

Esteri - di Redazione Web - 6 Gennaio 2024

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FOTO DI LAPRESSE An Israeli police officer arrives to remove remains of an intercepted rocket fired from Lebanon that landed in Shlomi, northern Israel Thursday, April 6, 2023. Israeli air defenses intercepted a rocket fired from Lebanon into northern Israel, the Israeli military said. It was not immediately clear who was behind the rare rocket fire from Lebanon. (AP Photo/Ariel Schalit)
FOTO DI LAPRESSE An Israeli police officer arrives to remove remains of an intercepted rocket fired from Lebanon that landed in Shlomi, northern Israel Thursday, April 6, 2023. Israeli air defenses intercepted a rocket fired from Lebanon into northern Israel, the Israeli military said. It was not immediately clear who was behind the rare rocket fire from Lebanon. (AP Photo/Ariel Schalit)

Appena ieri erano arrivate le parole del leader di Hezbollah: Hassan Nasrallah aveva annunciato ritorsioni, una risposta “sul campo di battaglia” a Israele, vendett per l’omicidio a Beirut del numero due di Hamas Saleh al Arouri. Questa mattina il “Partito di Dio” ha colpito con circa 40 razzi lanciati dal Libano il nord di Israele, la zona di Meron. Il gruppo armato radicale sciita libanese alleato di Hamas ha rivendicato. Non è una novità: gli scambi di artiglieria sono quotidiani dall’esplosione della guerra in Medio Oriente dopo l’assalto di Hamas e la risposta di Israele nella Striscia di Gaza.

Questo altro fronte è ulteriormente monitorato negli ultimi giorni, nelle ultime settimane durante cui è sembrato che il conflitto potesse e potrebbe ancora effettivamente allargarsi ben oltre la Striscia di Gaza. Prima le tensioni nel Mar Rosso, a causa degli attacchi dei ribelli sciiti e alleati dell’Iran Houthi, dello Yemen, a navi israeliane e statunitensi in transito. Alcune compagnie hanno sospeso il passaggio e gli USA hanno annunciato una task force per contrastare gli attacchi. E quindi il 25 dicembre l’uccisione in un bombardamento a Damasco, capitale della Siria, del generale iraniano delle Guardie della Rivoluzione Sayyed Razi Mousavi: primo attacco di Israele dall’esplosione del nuovo conflitto a un obiettivo non legato ad Hamas ma direttamente a Teheran.

E quindi martedì scorso l’uccisione di Al Arouri a Beirut, capitale del Libano, in un bombardamento mirato. Azione che Tel Aviv non ha rivendicato, Nasrallah aveva minacciato ritorsioni. Ad alzare ulteriormente la tensione le due esplosioni durante le commemorazioni del generale iraniano Wassem Suleimani, principale fautore della politica estera dell’Iran prima dell’eliminazione da parte di Washington, a Kerman. Attacchi che hanno provocato decine di feriti, i più gravi da decenni in Iran, in seguito rivendicati dall’organizzazione sedicente Stato Islamico.

Hezbollah ha fatto sapere di aver sparato 62 razzi come “risposta preliminare” all’uccisione di Saleh al Arouri e di aver colpito un importante posto di osservazione dell’esercito israeliano. Al momento non ci sono notizie di feriti dai lanci. Israele ha fatto anche sfollare, dall’esplosione delle ostilità, alcune aree del nord suscettibili ad attacchi dal Libano. Al Arouri, vice capo del Politburo di Hamas, è stato ucciso in un bombardamento su Dahijeh, quartiere di Beirut, capitale del Libano.

Secondo diverse inchieste giornalistiche, gli attacchi di inizio ottobre sarebbero stati preparati proprio a Beirut sull’asse Hamas-Hezbollah-Iran. Teheran ha intessuto negli ultimi anni una fitta e solida rete di relazioni e interdipendenze geopolitiche con le organizzazioni – anche con Hamas nonostante si tratti di un’organizzazione sunnita, il ramo più grande dell’Islam contrapposto a quello sciita. L’alleanza è stata definita “Fronte della Resistenza” e “Asse della Resistenza”, in funzione anti-Israele e anti-Stati Uniti.

Hezbollah resta l’organizzazione più potente del Medio Oriente, forse del mondo. È passato nel giro di qualche decennio da un aspetto puramente paramilitare a un riconoscimento politico legittimato a livello parlamentare e governativo. Non è detto, nonostante i proclami, voglia effettivamente allargare il conflitto considerate le disastrose condizioni economiche del Libano. L’obiettivo dell’organizzazione sarebbe più che altro ottenere riconoscimento internazionale, con la fine dell’embargo e il ritorno degli investimenti nei Paesi del Golfo.

Il segretario di Stato americano Antony Blinken è ripartito per un tour in Medio Oriente. Andrà in Turchia, Grecia, Giordania, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Israele, Cisgiordania ed Egitto.Al 91esimo giorno di guerra sono intanto “più di 22.700 palestinesi morti” di cui circa 8mila bambini, secondo Hamas nella Striscia di Gaza. Nessuna tregua all’orizzonte.

6 Gennaio 2024

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