Il silenzio su Gaza
Gaza come il Vietnam, ma i giovani d’oggi si girano dall’altra parte…
Come è possibile tacere sul quel che succede a Gaza? Noi dal Vietnam imparammo cos’è la guerra. I giovani oggi imparano a voltarsi dall’altra parte
Editoriali - di Ilario Ammendolia
Agli inizi degli anni 60 abbiamo incontrato il Vietnam e per molti di noi, la lotta per la libertà di quel paese lontano divenne una scelta di vita, una ragione di impegno, un pensiero quotidiano.
Ovunque, dalla grande città al più piccolo paese, si incontrava una parete screpolata con su scritto “Vietnam libero”, e contro la “sporca guerra” si manifestava in ogni dove, si presentavano odg e mozioni in Parlamento come nei consigli comunale di paese.
Il Vietnam fu una grande scuola di massa. Ci insegnò a cercare ampie convergenze superando il settarismo; ci aiutò a superare l’individualismo e a comprendere che ognuno di noi è parte dell’umanità; prendemmo consapevolezza che qualunque guerra è irrazionale e generatrice di violenza.
Quando arrivarono le prime foto dei ragazzini vietnamiti scorticati dal napalm o della strage consumata a My Lai non ci siamo sentiti complici. Non eravamo stati testimoni passivi della sporca guerra. Oggi lo siamo. È duro dirlo ma il nostro sostanziale silenzio è complicità.
A poca distanza da noi si sta consumando una strage di innocenti.
Anzi uno Stato sta condannando a morte, con rito sommario, migliaia di persone che non c’entrano nulla col terrorismo e lo fa in spregio a tutti i trattati internazionali. Sorprende che la Camera preliminare del tribunale dell’Aia non abbia spiccato mandato di cattura contro i criminali di guerra che operano contro qualsiasi diritto internazionale.
Gaza, rispetto al Vietnam, è una scuola di massa di segno decisamente opposto. Insegnerà ai giovani che rispetto al delitto ci si può voltare dall’altra parte. Dinanzi allo sterminio, alla gente affamata, alle abitazioni distrutte noi possiamo far finta di nulla. Sorprende la posizione della Sinistra.
Un circolo del PD o della Sinistra che dinanzi al massacro quotidiano non promuove una manifestazione, una raccolta di firme, non presenta un odg in consiglio comunale, equivale ad una chiesa in cui non si celebra messa e le campane restano mute. Una chiesa sconsacrata da utilizzare come museo o peggio come comitato elettorale senza politica.
Intanto il governo manda una corvetta nel mar Rosso, un messaggio devastante che potrebbe voler dire: oggi si combatte a Gaza e domani si potrebbe combattere in Italia. Come se i lager, Hiroshima, il Vietnam, Budapest, il Ruanda non ci avessero insegnato nulla. E, quel che è peggio, come se la Costituzione non fosse più in vigore.