Annunciato il ricorso
Processo al Cardinale Becciu: condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione, la sentenza in Vaticano
Accusato di peculato, il cardinale ribadisce la sua innocenza. Il promotore aveva chiesto 7 anni e 3 mesi, annunciato il ricorso. Prima volta che un cardinale viene giudicato da un tribunale laico
News - di Redazione Web
Cinque anni e sei mesi di reclusione, più l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il cardinale Angelo Becciu è stato condannato in primo grado dal tribunale di prima istanza della Città del Vaticano. L’ex prefetto della Congregazione per le cause dei santi ed ex sostituto per gli Affari generali della segreteria di Stato era accusato di peculato, ovvero appropriazione di denaro pubblico. Becciu si è sempre dichiarato innocente, il suo avvocato ha annunciato il ricorso in appello. “Ribadiamo l’innocenza del cardinale Angelo Becciu e faremo appello”, ha dichiarato il difensore di Becciu, avvocato Fabio Viglione, alla lettura della sentenza. “Rispettiamo la sentenza, ma certamente ricorreremo in appello”.
Il caso in questione riguardava la gestione dei fondi del Vaticano, un processo senza precedenti in cui il tribunale che ha giudicato era composto da laici e non da altri cardinali. Il processo era cominciato il 27 luglio 2021: 86 udienze, dieci persone coinvolte incluso Becciu, quattro società accusate in tutto di 49 capi d’accusa. Becciu era stato accusato inizialmente di peculato, abuso d’ufficio e subornazione. Con lui erano stati accusati altri membri del clero, del personale laico della segreteria di Stato, figure dirigenziali dell’Autorità di informazione finanziaria e professionisti della finanza internazionale.
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Le accuse a Becciu
Era cominciato tutto dopo l’acquisto di un palazzo in Sloane Avenue a Londra, secondo le ricostruzioni pagato molto di più del suo effettivo valore. Il cardinale era stato accusato di aver effettuato o coperto investimenti sospetti fatti con i soldi provenienti dall’Obolo di San Pietro. Quegli investimenti sarebbero stati legati a reati come truffa e corruzioni, utilizzati senza la supervisione dell’autorità antiriciclaggio vaticana. Le transazioni avevano coinvolto banche e società in Paesi come Emirati Arabi Uniti, Lussemburgo, Slovenia e Svizzera e la Chiesa aveva perso milioni di euro.
Becciu era accusato anche di aver trasferito denaro e concesso appalti a società o organizzazioni caritatevoli controllate dai fratelli in Sardegna. Altri trasferimenti – 575mila euro dalla Segreteria di Stato – finiti al centro delle indagini furono quelli effettuati verso Cecilia Marogna, una sedicente esperta di intelligence che fu assunta nell’ambito di un progetto segreto per contribuire alla liberazione di una suora rapita in Mali. Il promotore di Giustizia Alessandro Diddi aveva chiesto nei confronti di Becciu la condanna a sette anni e tre mesi di reclusione.
“Credo che l’impostazione abbia tenuto e questa per me è la cosa più importante – ha dichiarato alla lettura della sentenza il promotore dei Giustizia Alessandro Diddi citato dall’Ansa – , credo che in questi processi non bisogna mai esultare per il risultato, un pubblico ministero non può essere mai felice per le condanne, quello di cui sono soddisfatto è che il lavoro lungo e meticoloso ha retto nonostante le contestazioni che ci sono state mosse in questi anni, ci è stato detto che siamo degli incompetenti, degli ignoranti, in realtà il risultato ci dà ragione, “adesso sono sereno, dormo tranquillo”.
La decisione di Papa Francesco
Papa Francesco il 30 aprile 2021 aveva stabilito che anche cardinali e vescovi possano essere processati da tribunali ordinari, composti da giudici laici. L’assenso del Papa per il caso Becciu era arrivato a metà giugno del 2021 e nel settembre dello stesso anno era stato revocato al cardinale l’incarico di prefetto della Congregazione dei santi. Il tribunale Vaticano ha inoltre disposto la “confisca per equivalente delle somme costituenti corpo dei reati contestati per oltre 166 milioni di euro complessivi”. Gli imputati sono stati condannati, in solido tra loro, “al risarcimento dei danni in favore delle parti civili, liquidati complessivamente in oltre 200 milioni di euro”.