Il caso Casarini-Belpietro

“Le chat di Casarini pubblicate sui giornali? Sono esterrefatto”, parla Pierantonio Zanettin

“Messaggi senza rilevanza penale, scambiati con parlamentari che sono coperti da guarentigie costituzionali. Dai trojan agli smarphone, bisogna mettere ordine nel far-west delle intercettazioni”, dice il senatore azzurro

Interviste - di Paolo Comi

16 Dicembre 2023 alle 16:30

Condividi l'articolo

Il senatore Fi Pierantonio Zanettin
Il senatore Fi Pierantonio Zanettin

“Guardi, Forza Italia in questo momento è l’unico partito veramente attento al rispetto dei diritti e delle garanzie di coloro che incappano in un procedimento penale. Si tratta di una questione di principio per la quale non facciamo figli e figliastri”, afferma il senatore Pierantonio Zanettin, capogruppo azzurro in Commissione giustizia a Palazzo Madama.

Senatore, non è vero allora che sulla vicenda Casarini, come sottolineato ieri dal direttore Piero Sansonetti, c’è da parte vostra una minore attenzione?
Assolutamente no. Premesso che non conosco le esatte imputazioni di Casarini, posso però dire che sono rimasto esterrefatto per la pubblicazione di intercettazioni e di suoi messaggi che non hanno alcuna rilevanza penale. Senza considerare poi, come sembra, che i soggetti con cui sono avvenute queste interlocuzioni erano parlamentari della Repubblica e quindi coperti dalle guarentigie costituzionali.

È un fatto molto grave.
Sì. Personalmente sono già intervenuto in vicende similiari. Mi riferisco a quanto accaduto al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, esponente della Lega, e al sindaco di Santa Marinella Pietro Tidei, del Pd.

A proposito di Tidei, lei presentò anche una interrogazione parlamentare per sapere come fosse stato possibile che dei video, in cui il sindaco era ripreso in atteggiamenti intimi con delle sue amiche all’interno del municipio e che non attenevano all’inchiesta nella quale egli era parte offesa, invece di essere stralciati erano stati diffusi.
Certo. Ed il Partito democratico in questi mesi ha sempre fatto spallucce e non ha speso una parola nei confronti di Tidei il quale, peraltro, è l’unico amministratore che nel Lazio, nella disfatta generale dem, ha vinto le ultime elezioni al primo turno.

Come si spiega tutto ciò?
Non bisogna girarci tanto intorno. Il Pd è un partito ‘manettaro’ e sulla giustizia è completamente succube di Marco Travaglio. Non ha alcuna autonomia, è in scia di quello che dicono i grillini o scrive il Fatto Quotidiano. È triste ma è così.

Il quotidiano La Verità da settimane continua a pubblicare atti di questa inchiesta. Cosa pensa?
Se un giornalista ha una notizia è ovvio che la pubblichi. Il problema è chi gli fornisce la ‘materia prima’.

Trattandosi di un procedimento che è ancora nella fase dell’udienza preliminare non è difficile: o è la Procura oppure la guardia di finanza che ha materialmente condotto l’inchiesta. Mi pare alquanto improbabile che il diretto interessato, Casarini, abbia consegnato le proprie conversazioni ai giornalisti della Verità.
Il ddl Nordio prevede finalmente dei paletti in tal senso, vietando la pubblicazione di atti che non riguardano le imputazioni ma fanno solo gossip e folclore. Purtroppo il Pd in Commissione giustizia al Senato dove è incardinato il provvedimento sta facendo, con il M5S, le barricate parlando addirittura di ‘bavaglio’ e trovando ovviamente sponda nei soliti giornali di riferimento. Invece è una norma di civiltà fatta per evitare che le persone continuino ad essere ‘sputtanate’ sui giornali.

Le intercettazioni sono state regolamentate l’ultima volta nel 2017.
Quello che sta accadendo ora è la prova che la norma non funziona. E poi c’è il grandissimo tema del trojan e del sequestro degli smartphone di cui nessuno si interessa e per il quale ho presentato una proposta di legge. Serve mettere ordine nell’attuale Far West.

Ci spieghi.
Sui cellulari sono contenute ormai una valanga di informazioni. Si pensi a whatsapp che tutti usano ricorrendo ai messaggi vocali. È una vera ‘conversazione’ telefonica e consente a posteriori di ricostruire l’intero dialogo. Le norme sul sequestro dello smartphone devono essere equiparate a quelle delle intercettazioni telefoniche, con l’intervento del giudice e con tempi di fase ben precisi. Adesso è sufficiente un decreto di sequestro del pm.

È fiducioso?
Circa le opposizioni, per quanto vedo, non mi aspetto molto. Nella maggioranza ci sono sensibilità diverse ma con la guida attenta del ministro della Giustizia Carlo Nordio, un vero liberale, credo si troverà una sintesi condivisa.

16 Dicembre 2023

Condividi l'articolo