Voto alla fiducia
Dl giustizia su intercettazioni, orsi e rifiuti: ok definitivo tra le polemiche
Sì definitivo del Senato al “Dl Giustizia” che contiene norme sul processo penale e civile, ma anche cultura, salute, incendi.
Giustizia - di Angela Stella
Ieri pomeriggio l’Aula del Senato ha votato la fiducia chiesta dal governo sul dl Giustizia. A favore 100 senatori, 71 contrari e un astenuto. Il provvedimento, già votato dalla Camera è ora definitivamente approvato. Nel decreto omnibus sono contenute alcune norme in materia di processo penale e civile, a partire dall’estensione della disciplina dell’uso delle intercettazioni per reati di criminalità organizzata anche ad altri tipi di delitti, come il traffico illecito di rifiuti e sequestro di persona a scopo di estorsione, misure di contrasto agli incendi boschivi, interventi legislativi per il recupero dalle tossicodipendenze, di salute e cultura, e anche relative al personale della magistratura e della pubblica amministrazione.
L’inizio della seduta si era aperto con una polemica del presidente della commissione Affari costituzionali Alberto Balboni (FdI): “Il pochissimo tempo a disposizione per le commissioni 1a e 2a congiunte per esaminare il provvedimento non ci ha consentito nemmeno di concludere l’illustrazione degli emendamenti; quindi veniamo in aula senza il mandato al relatore”. Tuttavia, “credo di interpretare il sentimento unanime della mia commissione e anche quello dei componenti della 2a commissione nel rappresentare il disagio per non aver potuto adempiere al mandato parlamentare, al nostro lavoro e alla nostra funzione nell’esaminare e votare questo provvedimento”, ha aggiunto Balboni.
“Non è il primo caso che abbiamo di fronte. Ma è una prassi sulla quale credo che quest’aula e il Parlamento intero debbano riflettere attentamente, da ambo le parti”, ha poi concluso. Polemiche ovviamente dalle opposizioni, in primis da senatore Andrea Giorgis, capogruppo del Pd nella Commissione Affari costituzionali: “Siamo di fronte al 43esimo decreto del governo Meloni, contenente 13 articoli i cui contenuti vanno dalle intercettazioni e contrasto alla cybersecurity alla tutela dell’orso marsicano, passando per le competenze del giudice onorario in materia di minorenni, per la destinazione dell’8 per mille e per la proroga della normativa sui biglietti dei luoghi di cultura. Qual è la matrice razionalmente unitaria di questo decreto? Si tratta di tutti casi straordinari di necessità e urgenza? Eppure la Corte costituzionale ha più volte sottolineato che i decreti devono avere un contenuto omogeneo e il presupposto dell’urgenza e della straordinarietà”.
Proprio ieri il deputato di +Europa Riccardo Magi aveva reso noto un dossier sui decreti legge del Governo Meloni: “tra il 21 ottobre 2022 e il 30 settembre 2023, sono stati presentati alla Camera ben quarantuno Decreti Legge, in media, quindi, un Decreto ogni otto giorni. Considerando i trentuno Decreti già convertiti o trasmessi alla seconda camera, la questione di fiducia risulta essere stata apposta in quasi i due terzi dei casi, ovvero diciannove volte, in almeno una delle due Camere. Quanto ai tempi di conversione, in ben ventinove casi su trentuno Decreti finora trasmessi da una Camera all’altra, la prima Camera ha trasmesso l’atto all’altra oltre il trentesimo giorno dal suo deferimento disposto dal Governo. Considerando questi casi, in media la prima Camera ha concluso l’esame dell’atto impiegando più di quarantaquattro giorni, riservando, quindi, alla seconda Camera soltanto sedici giorni”. Per questo +Europa invita le altre forze di opposizione per condurre insieme la battaglia contro “l’abuso di decretazione d’urgenza e di voti di fiducia” “andando insieme dal Capo dello Stato”, “il 22 ottobre, a un anno dal giorno di insediamento del governo”.