L'affondo

Perché Meloni ha attaccato Draghi: cosa ha detto la premier

"Non si fa la diplomazia facendo selfie con Scholz e Macron": le parole della Presidente del Consiglio in merito alla politica estera, poi il passo indietro. Lo spettro di 'SuperMario' e le tensioni tra la maggioranza e l'Europa

Politica - di Redazione Web - 13 Dicembre 2023

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Perché Meloni ha attaccato Draghi: cosa ha detto la premier

Non voleva essere un attacco a Mario Draghi bensì al Pd, assicura subito dopo. Ma quando il partito di Elly Schlein prova a sbandierare l’immagine dell’ex premier sul treno per Kiev con Olaf Scholz ed Emmanuel Macron per metterla in difficoltà, Giorgia Meloni chiarisce che la sua politica estera non può risolversi nella triangolazione Roma-Berlino-Parigi, come nella foto del “grande gesto da statista del mio predecessore“. “Per alcuni la politica estera è stata farsi foto con Francia e Germania quando non si portava a casa niente. L’Europa non è a tre ma a 27, bisogna parlare con tutti: io parlo con Germania, Francia e pure con l’Ungheria, questo è fare bene il mio mestiere“, rivendica alla vigilia della sua sfida politica più delicata, quella che si gioca in settimana sul Patto di stabilità. “Preferisco essere accusata di essere isolata – dice – piuttosto che di svendere l’Italia, come è accaduto per anni“. L’ultima bozza la “soddisfa“, ma l’intesa non è chiusa. Inseguendo una difficile vittoria, intanto rivendica che la partita “è ancora aperta” solo “perché a Bruxelles tutti riconoscono che la posizione italiana è sostenuta da una politica di bilancio seria“.

Perché Meloni ha attaccato Draghi: cosa ha detto la premier

La premier ha appena chiuso un incontro con i capigruppo di maggioranza sulla manovra, chiedendo di procedere spediti e frenando il pressing sul superbonus, e in Aula dedica ai negoziati sulla governance finanziaria europea gran parte delle sue comunicazioni. In 35 minuti Meloni non cita mai il Mes, argomento che, però, qualche ora dopo infiamma la sua replica alle opposizioni quando, di fronte alle proteste del centrosinistra, quasi sfida gli altri leader: “Non siate nervosi, ci sono le dichiarazioni di voto, spero che qualcuno risponda“. Schlein lo fa pronunciando la frase risuonata l’altra sera alla Scala: “Viva l’Italia antifascista, sentite come suona bene, consiglierei di pronunciarla insieme a noi anche a Meloni, Delmastro e Salvini“. Giuseppe Conte invece ribattendo all’accusa di aver dato l’assenso alla modifica del trattato di modifica del Mesun giorno dopo essersi dimesso, con il favore delle tenebre“, come ripete due volte la premier, quasi sbattendo il microfono a fine intervento. “Meloni quando parla di Mes diventa paonazza, si agita. Forse perché è stato introdotto con un disegno di legge approvato nel 2011 con il governo Berlusconi e lei ministro?“, replica il leader M5s, accusando il governo di “degrado istituzionale” e ricordando che il suo assenso al Mes era sostenuto da una risoluzione parlamentare del dicembre 2020.

Le parole di Giorgia Meloni alle opposizioni

La ratifica la decida lei, di cosa ha paura? L’approva o non l’approva? Non ci giri intorno“. Meloni ritiene di seguire “la volontà del Parlamento“, da cui ha avuto il mandato a non aprire il capitolo Mes prima dell’esito della trattativa sul Patto. Con ogni probabilità se ne riparlerà nel 2024, con un nuovo slittamento giovedì alla Camera. In quelle ore la premier sarà a Bruxelles, per un Consiglio Ue che si annuncia lungo ma non per forza decisivo. Ci sarà un Ecofin la settimana prossima, se necessario. “Dobbiamo tenere aperte tutte le opzioni“, dice. Incluso il veto, si può intendere. Perché “non sono disposta a dare mio assenso a un Patto che, non questo governo, ma nessun governo potrebbe rispettare“. Sul tavolo del Consiglio anche l’allargamento dell’Ue. Sulla strada dell’Ucraina si è messo Viktor Orban.

Meloni, l’Europa e il Mes

E quando la dem Lia Quartapelle la esorta a scegliere fra il leader ungherese e Volodymyr Zelensky, esce la replica al vetriolo che chiama in causa Draghi (nei giorni in cui il suo nome circola per un incarico Ue) e spinge a una rapida puntualizzazione: “Lui non c’entra niente, anzi ho rispettato la sua fermezza di fronte alle difficoltà che aveva nella sua maggioranza“. Meloni però non esclude che sulle posizioni di Orbanincida anche una rigidità della Commissione verso l’Ungheria, che non è la stessa dimostrata verso altri Paesi“. Il principio di adeguare le regole di bilancio agli investimenti, “va affermato stabilmente, non solo per la messa a terra del Pnrr“, e sul Quadro finanziario pluriennale dell’Ue, aggiunge, serve “flessibilità” per bilanciare la competitività con Stati come la Germania che hanno più spazio fiscale. Se l’Italia ne ha meno, è anche per il “macigno” superbonus, ribadisce Meloni. E al M5s ricorda che “più del 30% delle decine di miliardi di euro spesi sono finiti a banche e intermediari finanziari, che anche per questo hanno realizzato profitti record“.

13 Dicembre 2023

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