Il matrimonio della senatrice
Alfredo Belli Baci: chi era il marito di Liliana Segre, candidato con l’Msi e la polemica con la destra
La polemica alla Scala e quella sulla Fiamma Tricolore. "Ho molto sofferto e ci fu una grande crisi. A un certo punto misi mio marito e me sullo stesso piano e dovevamo sceglierci di nuovo. O separarci”. La storia dell'avvocato
Gossip - di Redazione Web
Polemica a La Scala: la senatrice a vita Liliana Segre avrebbe rifiutato secondo Il Corriere della Sera di sedere nel palco reale del teatro destinato alle autorità alla Prima di domani giovedì 7 dicembre. Andrà in scena il Don Carlo di Giuseppe Verdi diretto da Riccardo Chailly. Sta intanto andando in scena la polemica per il presunto rifiuto della senatrice di sedere nello stesso palco con il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il vicepremier, Matteo Salvini, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e la ministra per le Riforme Istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati. Non ci sono annunci ufficiali di Segre. La Russa intanto ha dichiarato di voler seguire Segre in platea.
Non è la prima polemica della senatrice a vita, deportata e internata per oltre un anno nei campi di concentramento nazisti: prima che il centrodestra vincesse le elezioni, Segre aveva chiesto a Giorgia Meloni di togliere la fiamma tricolore, già simbolo del partito di ispirazione neofascista Movimento Sociale italiano, dal simbolo di Fratelli d’Italia. Le reazioni erano arrivate puntuali, a insistere sempre sullo stesso punto: Segre è stata sposata con Alfredo Belli Paci, morto nel 2007, che si candidò proprio sotto il simbolo del Movimento Sociale Italiano.
Chi era Alfredo Belli Paci
Belli Paci nacque nelle Marche, frequentò l’accademia militare di Livorno e divenne sottotenente d’artiglieria in Grecia. Rinunciò ad aderire alla Repubblica Sociale Italiana quando fu catturato dai tedeschi. Rimase fedele al re. Fu internato e girò sette campi di prigionia. Alla fine della guerra si laureò in Giurisprudenza e divenne avvocato.
Aveva dieci anni in più quando a Pesaro incontrò Liliana Segre, che rimase colpita dall’incredibile somiglianza di quel ragazzo con il padre Alberto Segre. “Ci fu uno sguardo complice, pochissime parole. Un paio di giorni dopo notò il mio numero sul braccio. ‘Io so cos’è’, mi disse e lui mi raccontò che, avendo scelto di non aderire alla Repubblica Sociale, aveva trascorso due anni in sette campi di prigionia nazisti. Alfredo Belli Paci era uno dei seicentomila militari internati in Germania”, ha raccontato Segre in una puntata di Che tempo che fa?.
La candidatura di Alfredo Belli Paci con l’MSI
Il matrimonio nel 1951, i tre figli Alberto, Luciano e Federica. Conservatore di destra, antifascista cattolico, presidente di Unione Popolare nazionale, aderì alla lista del Movimento Sociale Italiano – Destra nazionale guidato dall’ex funzionario dalla Rsi Giorgio Almirante. Si candidò come “indipendente” nel 1979 alle elezioni politiche per la Camera dei deputati. Neanche 700 voti.
“Mio marito, che era stato uno che aveva scelto due anni di internamento pur di non stare nella Repubblica sociale, vedendo molto disordine, per un certo periodo aderì a una destra in cui c’era anche Almirante”, ha raccontato la senatrice alla trasmissione di Fazio. “Io ho molto sofferto e ci fu una grande crisi. A un certo punto misi mio marito e me sullo stesso piano e dovevamo sceglierci di nuovo. O separarci”. A quel punto Belli Paci cambiò idea. “Per fortuna lui rinunciò per amore nei miei confronti a una eventuale carriera politica. E io aprii le braccia a un amore ritrovato e fummo insieme per altri 25 anni”.
Anche Luciano Belli Paci parlò di quel momento di crisi in un’intervista a Il Giornale. “Ero il segretario provinciale dei giovani del Psdi, poi ho militato nel Psi, nei Ds, in Sd, Sel e infine Liberi e Uguali. Non mi sono spostato io, che resto sulle posizioni di Saragat”. Il padre aveva lavorato con liberali, monarchici e antifascisti a quel progetto chiamato Costituente di Destra poi diventata Democrazia Nazionale. “Non le nascondo che fu un periodo difficile per lei e che la scelta di mio padre portò a delle lacerazioni nei nostri rapporti. Fin quando poi si decise a mollare tutto e a fare l’avvocato, da solo e poi insieme a me”.
Le reazioni del centrodestra a Liliana Segre
“Nella mia vita ho sentito di tutto e di più, le parole pertanto non mi colpiscono più di un tanto. A Giorgia Meloni dico questo: inizi dal togliere la fiamma dal logo del suo partito. Partiamo dai fatti non dalle parole e dalle ipotesi”, aveva scritto su Pagine Ebraiche Segre argomentando la sua richiesta sulla Fiamma tricolore. Il Presidente del Senato La Russa, dopo qualche mese eletto Presidente del Senato, aveva replicato come la fiamma non sia un simbolo fascista e aveva ricordato la candidatura di Belli Paci proprio con l’Msi. “Spero, inoltre, di non essere irriguardoso nel ricordare che il marito della stessa senatrice Segre, che ho personalmente conosciuto e apprezzato, si candidò con Almirante sotto il simbolo della fiamma con la scritta Msi senza ovviamente rinunciare alla sua lontananza dal fascismo”.