Aperta inchiesta formale
Vannacci capo di Stato maggiore, dietro la nomina del generale la paura di Meloni di una sua candidatura alle Europee
Politica - di Carmine Di Niro
Basterà la non-promozione del generale Roberto Vannacci a capo di Stato maggiore del Comando Forze Operative Terrestri per limitarne le ambizioni politiche? È la domanda che si pongono in Fratelli d’Italia, il partito della premier che ha visto con un evidente fastidio la ribalta del generale che ha ottenuto una clamorosa visibilità questa estate per il suo libro “Il mondo al contrario”, un contenitore di attacchi omofobi che gli è costato un procedimento disciplinare ancora non concluso.
Il nuovo incarico, “a lui consono”, però “non è una promozione”, si è affrettato a sottolineare il governo dopo aver comunicato il nuovo ruolo di Vannacci, l’ex parà che prima dello “scandalo estivo” legato al suo pamphlet era a capo dell’Istituto geografico militare, incarico che aveva assunto a giugno scorso.
E in effetti, spiegano i maligni, al di là delle polemiche dell’opposizione su una presunta “promozione” del generale, l’effetto più evidente della nomina da parte del ministero della Difesa di Guido Crosetto a capo di Stato maggiore del Comando Forze Operative Terrestri è quello di aver spinto Vannacci fuori dall’agone politico, almeno momentaneamente.
La possibile candidatura alle Europee
La nomina infatti risponde a due logiche, una politica e l’altra militare. Quest’ultima appare come una sorta di “risarcimento”: l’esercito non poteva demansionarlo visto il suo status e curriculum, quelli che in linguaggio militare vengono definiti “gradi”.
Dall’altra parte l’ex parà non potrà, sperano dalle parti di Fratelli d’Italia, continuare nel suo atteggiamento vittimistico, urlando a destre e a manca di esser stato messo da parte per ragioni politiche, per le sue “idee scomode”. E a proposito di politica, il secondo obiettivo della premier Meloni sarebbe quello di tenerlo fuori dai giochi in vista delle Europee o di un generico impegno attivo in politica dello stesso Vannacci, che in più occasioni negli scorsi mesi ha fatto intendere di essere interessato all’argomento, con diversi partiti a loro volta a fare orecchie da mercante.
Quello più interessato era la Lega di Matteo Salvini. Proprio il ministro dei Trasporti e vicepremier è stato tra i primi a complimentarsi col generale per la nuova nomina prestigiosa: non un caso, visti i rumours su una possibile offerta del Carroccio di un posto in lista per le elezioni europee del prossimo giugno.
Un modo, l’ennesimo, per attaccare da destra la premier Meloni. Presidente del Consiglio che a sua volta con questa mossa tenta di impedire un possibile travaso di voti verso i lidi leghisti e di “silenziare” uno dei suoi più grandi timori: l’accusa di aver cambiato linea una volta entrata a Palazzo Chigi.
Vannacci, i femminicidi e il patriarcato
Quanto a Vannacci, il generale dalle colonne de La Stampa di Torino torna a parlare e lo fa inserendosi nel dibattito sui femminicidi sulla scia della tragica morte di Elena Cecchettin. E anche in questo caso non mancheranno le polemiche. Vannacci infatti spiega che “non gli piace chiamarlo femminicidio”. Secondo il neo capo di Stato maggiore del Comando Forze Operative Terrestri se l’omicidio di una donna diventa più grave di quello di un uomo “si viola il principio di applicazione universale della legge”.
Secondo Vannacci “il paradosso è che pensare che la responsabilità di quella che chiamiamo cultura patriarcale sia di uomini forti e prevaricatori: è il contrario. Sono gli uomini deboli a fare del male alle donne. Noi educhiamo uomini deboli, non uomini forti”. Per Vannacci “quelli che ammazzano le donne sono uomini che non sanno stare da soli, che sono dipendenti da loro e che, quando temono di venire abbandonati, perdono la testa. Altro che maschi patriarcali: sono mollaccioni smidollati che abbiamo prodotto noi”.
L’inchiesta su Vannacci (che va in licenza)
E poche ore dopo le polemiche sul nuovo incarico per il generale, secondo quanto appreso dall’Ansa è stato notificato l’avvio dell’inchiesta formale nei suoi confronti, in seguito alla pubblicazione del suo libro “Il mondo al contrario”. Alcune opinioni espresse dal militare potrebbero generare identificazione con l’istituzione che rappresenta “venendo meno così al principio di terzietà“, spiega l’agenzia Ansa. Dopo l’inchiesta formale potrebbero essere adottati provvedimenti disciplinari: i tempi, secondo quanto appreso dall’agenzia, non sono lunghi.
Vannacci, che oggi si è presentato a Palazzo Esercito per il periodo di affiancamento prima di assumere l’incarico assegnatogli di capo di Stato Maggiore delle Forze operative terrestri, ha subito preso un mese di licenza “per motivi familiari”. L’avvio del procedimento disciplinare è stato notificato proprio questa mattina, quando il generale si è presentato a Palazzo Esercito nel giorno di inizio del periodo di affiancamento propedeutico al nuovo incarico.