Il viaggio del magnate
Elon Musk in Israele: perché ha visitato i kibbutz dei massacri con Netanyahu dopo le accuse di antisemitismo
Accusato per i suoi commenti e per i contenuti antisemiti su X in aumento dopo l'esplosione della guerra. Musk ha concordato con Netanyahu sulla necessità di distruggere Hamas, ha detto di voler aiutare nella ricostruzione di Gaza
Esteri - di Redazione Web
Elon Musk era finito nei giorni scorsi al centro di una polemica enorme: per il suo commento a un messaggio antisemita postato su X, il social che ha acquistato, ex Twitter. Aveva fatto infuriare anche la Casa Bianca. Il magnate, imprenditore visionario, ha incontrato oggi il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente Isaac Herzog. I due si erano già incontrati lo scorso settembre. “Ovviamente sono contro l’antisemitismo. La libertà di parola significa qualche volta dire qualcosa che non piace ad altri. Non promuoveremo i discorsi d’odio”, aveva detto Musk in quell’occasione, non era bastato per scampare la polemica: non è la prima volta che l’imprenditore è accusato di antisemitismo o più in generale di “orgoglio bianco”.
La Casa Bianca aveva definito “inaccettabile” quel commento, una “ripugnante promozione dell’antisemitismo e dell’odio razzista, contraria ai nostri valori”. Quel commento aveva generato una bufera, Ibm aveva protestato sospendendo tutta la pubblicità sul social dopo che aveva preventivato un investimento di un milione di dollari per spot sulla piattaforma. Stessa decisione presa da Apple, Lionsgate e Disney. Anche l’esecutivo dell’Unione Europea aveva raccomandato a tutti i suoi servizi esecutivi di “sospendere temporaneamente la pubblicità su X fino a nuovo avviso, per evitare rischi di danni alla reputazione della Commissione”. L’amministratrice delegata di X, Linda Yaccarino, aveva provato a mettere una pezza, inutilmente.
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Le polemiche per il commento di Elon Musk
Ma cosa aveva combinato Musk di così grave? Come accennato precedentemente, l’imprenditore non è nuovo ad accuse di antisemitismo e di appoggiare la teoria della sostituzione etnica a danno dei bianchi occidentali. Su X aveva commentato il post di un utente che accusava le comunità ebraiche di cavalcare “lo stesso tipo di dialettica dell’odio contro i bianchi che vogliono non sia usata contro di loro”. E lo commentava così: “È la vera verità”. Le polemiche sono esplose subito e Musk è tornato sul punto a spiegare che il principio “non si estende a tutte le comunità ebraiche ma, a rischio di essere ripetitivo, sono profondamente offeso dai messaggi dell’Anti Defamation League (organizzazione non governativa internazionale ebraica con sede negli Usa, ndr) e di altri gruppi che spingono de facto razzismo anti-bianchi o anti-asiatici, o razzismo di ogni forma”.
L’uomo al momento più ricco del mondo era già finito sotto accusa con la sua piattaforma per l’esponenziale aumento di contenuti antisemiti che si era registrata nelle scorse settimane dopo l’esplosione del conflitto in Medio Oriente. Elon Musk ha sempre professato che il social network avrebbe tutelato un’assoluta libertà di espressione. Il commento che ha scatenato la polemica risale al 15 novembre scorso. Il New York Times ha scritto di tantissime multinazionali che hanno rivisto i loro rapporti di sponsorizzazione con la piattaforma.
L’incontro di Musk e Netanyahu al kibbutz
Elon Musk ha visitato con il premier Benjamin Netanyahu il kibbutz Kfar Azza, colpito negli attacchi nel sud di Israele di Hamas di sabato sette ottobre. Il magnate ha ascoltato alcune testimonianze del massacro, ha parlato con l’attuale capo del consiglio regionale di Shaar Hanegev, Yossi Keren, e ha visitato la casa dei Liebstein, il cui capofamiglia Ofir, all’epoca dell’assalto capo del consiglio regionale, è stato ucciso dai terroristi. “È stato sconvolgente vedere la scena del massacro … o meglio una delle scene dei massacri”. Gli è stato mostrato anche un filmato degli attacchi.
Secondo il Times of Israel in una live chat con il premier ha affermato che Israele “non ha altra scelta” che distruggere Hamas. Allo stesso tempo ha affermato che sarebbe felice di aiutare nella ricostruzione di Gaza dopo la guerra sottolineando che la ricostruzione del territorio “è un passo importante per prevenire guerre future”. Musk aveva annunciato nei giorni scorsi che la sua azienda XCorp donerà tutto il denaro ricavato dalla pubblicità e dagli abbonamenti associati alla guerra a Gaza agli ospedali in Israele e alla Croce Rossa e Mezzaluna Rossa a Gaza. Musk in passato si era offerto in passato di donare Starlink alla Striscia di Gaza. Anche la Commissione Europea ha redarguito Musk per l’eccesso di “contenuti illegali e disinformazione”. La società rispose di aver rimosso migliaia di account pro Hamas.