Il governo frena
Pena di morte per terroristi Hamas, la proposta dell’estrema destra di Ben Gvir allarma i parenti degli ostaggi
Esteri - di Carmine Di Niro
Se da un lato il governo israeliano continua, con l’intermediazione di Stati Uniti e Qatar, le trattative con Hamas per la liberazione di una parte degli ostaggi in mano al gruppo radicale terroristico nella Striscia di Gaza, dall’altra a Gerusalemme resta altissima la tensione tra le forze di maggioranza a causa dei “falchi” del governo di Benjamin Netanyahu.
Colpa, ancora una volta, di Potere Ebraico, il partito di estrema destra guidato dal ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir. Questa mattina per le famiglie degli ostaggi prigionieri di Hamas, dal 7 ottobre in rotta col governo proprio per la gestione delle trattative e che sabato hanno marciato in 30mila da Tel Aviv a Gerusalemme fino agli uffici di Netanyahu, è scattato l’ennesimo segnale di allarme per il controverso dibattito sulla pena di morte tenuto nella commissione parlamentare per la sicurezza nazionale su iniziativa di Potere Ebraico.
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L’appello dei familiari degli ostaggi
Le famiglie degli ostaggi detenuti da Hamas hanno implorato il governo israeliano di non approvare una legge per la pena di morte ai terroristi, almeno non fino a quando gli ostaggi non saranno rilasciati, di non farlo “fino a quando hanno la spada sul collo“.
A chiederlo, con la voce rotta dall’emozione e quasi in lacrime Gil Dikman, che ha perso una zia nell’attacco del 7 ottobre e ha un cugino con la moglie ostaggi nella Striscia di Gaza, che si è rivolto al ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir: “Ti imploro di non capitalizzare la nostra sofferenza, Siate con noi dalla parte della vita e non dalla parte della morte“.
L’estrema destra pro pena di morte
La proposta di pena di morte per i terroristi in realtà non nasce dopo il 7 ottobre, in seguito cioè al grave attacco terroristico perpetrato dai miliziani di Hamas nei kibbutzim a ridosso della Striscia e al rave nel deserto del Negev.
L’udienza tenuta oggi era stata convocata per preparare alla prima lettura una bozza di legge presentata a marzo. Il presidente della commissione Tzvika Vogel, che fa parte dello stesso partito di Ben Gvir, ha ricordato alla radio pubblica Kan che nel Paese la pena di morte è stata eseguita una volta sola, nei confronti del gerarca nazista Adolf Eichmann nel 1962.
“Ciascuno dei terroristi di Hamas è un altro Eichmann. Ognuno di loro deve salire sulla forca“. “I terroristi che sono venuti qua avevano l’intento di umiliare Israele, nel contesto di una visione che vorrebbe la costituzione qua di uno Stato islamico. Se dipende da me, non lascerò nessuno di loro in vita per poter raccontare quello che ha fatto il 7 ottobre. Nemmeno in carcere. Fra Hamas ed i nazisti non c’è differenza“, ha concluso Vogel.
Il governo frena
Dal governo Netanyahu è arrivata però una frenata rispetto alle intenzioni bellicose di Potere Ebraico. Ofir Katz, portavoce della coalizione della maggioranza di governo e membro del Likud del premier Netanyahu ha precisato che la pena di morte per i terroristi non sarà messa in votazione prima che sia vista dal gabinetto di governo.