L'incontro già nella storia

Boxe: appuntamento a Riad per Tyson Fury-Usyk, la data del match atteso da oltre 20 anni nei pesi massimi

Appuntamento con la storia in Arabia Saudita. Il match tra il campione inglese e quello ucraino dopo anni di trattative saltate e di polemiche. L'ultimo a riunificare le sigle era stato Lennox Lewis nel 1999

Sport - di Antonio Lamorte

17 Novembre 2023 alle 14:38

Condividi l'articolo

Le locandine di Fury Usyk, l’incontro per il titolo mondiale dei pesi massimi
Le locandine di Fury Usyk, l’incontro per il titolo mondiale dei pesi massimi

Abuseremo in qualche modo della formula giornalisticamente stra-abusata dell’”appuntamento con la storia”: a Riad, capitale dell’Arabia Saudita, il prossimo 17 febbraio, andrà in scena il match valido per il titolo undisputed, indiscusso, dei pesi massimi tra Tyson Fury e Oleksandr Usyk. E finalmente, penseranno gli appassionati, dopo le trattative saltate negli ultimi anni e le polemiche degli ultimi tempi. È da oltre vent’anni che non viene incoronato il campione indiscusso, a cinture unificate, della categoria regina della Noble Art. Si prevedono cifre folli, il Regno si è preso anche la boxe.

L’annuncio che l’incontro ci sarebbe stato era arrivato lo scorso 29 settembre. Si era parlato del 23 dicembre. A causa degli impegni di Tyson Fury, già accusato di tenere in ostaggio la cintura WBC, era stato rinviato a data da destinarsi. Lo scorso 28 ottobre, a Riad, Tyson Fury aveva combattuto un match di esibizione, quindi non valido per il titolo, contro il campione camerunense di MMA Francis Ngannou. 50 milioni di dollari per 10 riprese dalle quali il pugile britannico era uscito vincitore ai punti ma a pezzi, ridimensionato, mandato al tappeto e sovrastato in alcune riprese dal lottatore, per alcuni vincitore non solo morale ma anche sui cartellini.

Ngannou, soltanto qualche giorno fa, era stato piazzato dopo un solo match all’attivo dalla WBC al decimo posto nel suo ranking. Erano esplose altre polemiche, Fury è stato accusato di mettere in ridicolo il suo sport. A Riad metterà in palio la sua cintura WBC, Usyk i titoli WBA, IBF e WBO. Hanno entrambi un record immacolato: 35 vittorie e un pareggio Fury, 21 vittorie Usyk che ha confermato i suoi titoli mondiali nel rematch con Anthony Joshua proprio in Arabia Saudita nell’estate del 2022. “Questo è un evento storico: l’intero mondo della boxe lo aspetta da molti e ora hanno questa sfida”, ha detto il promotore di Fury, Frank Warren, ieri in una conferenza stampa a Londra. “Per la prima volta in questo secolo avremo un campione indiscusso dei pesi massimi”.

Chi sono Tyson Fury e Oleksandr Usyk

Due dominatori, fuoriclasse e padroni della tecnica. Uno protagonista di una rinascita ai limiti del miracoloso, l’altro di un salto di categoria impossibile per tutti gli altri. Fury è inglese, di Manchester, detentore della sigla più prestigiosa al mondo, quella della WBC. È figlio di una famiglia di gitani di origini irlandesi, di combattenti di boxe a mani nude (bareknuckles), è alto più di due metri, si muove con un’agilità rara per la categoria a dispetto di un fisico per niente scultoreo. È un agonista del trash talking, chiama Usyk “peso medio” perché l’ucraino è più basso di più di dieci centimetri, protagonista di una carriera favolosa nei dilettanti, da campione del mondo e oro olimpico, e impeccabile nella categoria dei mediomassimi in cui ha riunito le cinture. È passato ai massimi – un salto di categoria coraggiosissimo e difficilissimo – e si è preso tutto nelle imprese contro il golden boy della boxe inglese e mondiale, Joshua, battuto due volte e senza lasciare ambiguità.

Fury non è mai riuscito a conquistare gran parte degli appassionati di boxe. Per via del suo trash talking, del suo fisico per niente perfetto. Non gli è bastato neanche risorgere, almeno due volte. La prima, dopo la depressione, gli anni di abusi tra cocaina e alcol, dopo che era diventato per la prima volta campione del mondo battendo Vladimir Klitschko. E la seconda, questa volta sul ring, nel primo incontro della trilogia contro Deontay Wilder, dopo che un diretto destro del più forte puncher degli ultimi anni lo aveva messo al tappeto, si era alzato e aveva ripreso il match fin quasi a vincerlo. Era finito in pareggio. Gli altri due match contro il “Bronze Bomber” statunitense lo avevano incoronato campione del mondo senza lasciare dubbi, la trilogia più bella e brutale degli ultimi anni. Poi: due match, a Londra telefonati contro i già battuti Dillian Whyte e Derek Chisora, e un serie reality a tratti grottesca in stile The Kardashians sulla sua famiglia su Netflix.

A Usyk sono riconosciute una serietà e una professionalità maggiori, è anche lui un estroso ma meno appariscente e volgare del britannico. Ha imbracciato le armi per qualche tempo dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Secondo alcuni retroscena l’organizzazione in passato si sarebbe arenata sulla clausola di rivincita pretesa dal team di Usyk. Entrambi sono considerati tra i più forti pugili pound for pound al mondo. Il match con Ngannou ha fatto crollare il credito di Fury, secondo osservatori e appassionati non ci sarebbe incontro se dovesse presentarsi sul ring con Usyk nelle stesse condizioni.

Perché è un incontro così importante per la storia della boxe

L’appuntamento di febbraio a Riad è destinato a entrare nella storia perché sono più di vent’anni che il titolo dei pesi massimi non viene riunificato. Lennox Lewis era stato già medaglia d’oro dei pesi supermassimi alle Olimpiadi di Seul. Il 13 novembre del 1999, al Thomas & Marck Center di Las Vegas, riuscì a battere Evander Holyfield e a riunire tutte le quattro cinture più importanti del mondo della boxe. WBC, WBA, IBO, IBF. È stato l’ultimo nella storia a riuscirci. I soliti nostalgici insistono ad affermare che i pugili di oggi non avrebbero chance contro quelli del passato.

17 Novembre 2023

Condividi l'articolo