Esercito, marina e areonautica

Difesa: cosa prevede la riforma annunciata da Crosetto

Il ministro ha parlato di innovazione delle armi e delle tecnologie. Soprattutto, c'è l'idea di dar vita a un nucleo di riservisti sul modello israeliano. Il nodo degli stipendi per i militari: per i sindacati di categoria vanno aumentati. Intanto, nella legge di Bilancio spunta il contratto di lavoro collettivo per le forze militari, di polizia e per i vigili del fuoco

Politica - di Redazione Web

16 Novembre 2023 alle 16:30

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Difesa: cosa prevede la riforma annunciata da Crosetto

Un settore da riformare e soprattutto da innovare. Dare spazio ai giovani anche nei ruoli amministrativi e dirigenziali. Aumentare i fondi destinati alla difesa, sia da un punto di vista degli armamenti che delle risorse umane: ovvero per i militari. Sono, in via generale, i punti sui quali vorrebbe intervenire il ministro Guido Crosetto con la riforma delle forze armate. “Se non ci fosse stata la guerra in Ucraina non ci saremmo posti il problema. Oggi bisogna tornare a prepararsi per il peggiore scenario possibile“, ha detto – secondo quanto riportato da La Repubblica – il titolare della Difesa. Crosetto ha anche spiegato che l’obiettivo dell’aumento del 2% del Pil stabilito dalla Nato, non solo non sarebbe sufficiente ma sembrerebbe addirittura irraggiungibile, almeno entro il 2024.

La Difesa: punti di forza e di debolezza

Addestramento dei militari e manutenzione degli armamenti: due punti fondamentali ai quali, però, sono destinati fondi insufficienti. “Quando ho chiesto di conoscere la preparazione delle forze – ha spiegato Crosettoho trovato l’Aeronautica in buone condizioni, la Marina in una situazione abbastanza buona ma l’Esercito era tutto rosso, con gravi carenze accumulate negli scorsi anni. Le disposizioni Nato ci chiedono di schierare tre brigate ma non abbiamo i mezzi corazzati. In assenza di finanziamenti li abbiamo cannibalizzati, abbiamo tolto i pezzi da centinaia di veicoli e pure dagli aerei per far funzionare gli altri“.

Armamenti e mezzi corazzati

In una fase in cui, purtroppo, non sono più sufficienti le sole missioni di peacekeeping ma è necessario ripensare alla difesa del Paese, il governo ha approvato – con un piano economico multimiliardario – l’aggiornamento dei tank Ariete e l’acquisto dei Leopard 2. “Prima dell’Ucraina – ha affermato Crosettoeravamo concentrati sul peacekeeping, le missioni di pace con contingenti limitati. Rispetto al 2012 quando, tutti d’accordo, decidemmo di ridurre il numero dei militari ora abbiamo davanti ben altro. Pensavamo di avere superato la fase in cui le forze armate dovevano svolgere il compito previsto dalla Costituzione ossia la difesa del Paese e fosse opportuno orientarci verso una sorta di Protezione civile 4.0. Il cambio di paradigma imposto dall’invasione russa – ha concluso il Ministroha colto tutti di sorpresa: la parte militare, industriale e tecnologica. Lo vediamo nella difficoltà delle fabbriche europee a soddisfare le richieste di Kiev“.

Risorse umane e innovazione

In merito al reclutamento, all’addestramento e all’aggiornamento delle risorse umane (militari, personale amministrativo ed esperti di tecnologia e sistemi informatici), Crosetto ha dichiarato: “Serve una trasformazione che deve rivoluzionare i settori del reclutamento, della formazione e dell’addestramento, cercando anche in questo campo di rompere gli schemi e di imporre un cambio di mentalità poiché i nuovi paradigmi operativi richiedono nuove competenze oltre a profili di carriera flessibili. I problemi della Difesa non si possono affrontare con le attuali regole del pubblico impiego. Come faccio a ingaggiare hacker ventenni o esperti di intelligenza artificiale che guadagnano cifre enormi? Tanto più che in alcune professioni viene ribaltato sillogismo dei dipendenti pubblici in cui lo stipendio più alto arriva a fine carriera mentre qui la retribuzione più significativa è a venti-trent’anni.

Bisogna poi varare concorsi in cui arruoliamo persone che abbiano in testa di fare i soldati e andare in teatro operativo. Sei anni fa il massimo di rischio che poteva capitare a un militare era l’Afghanistan, non sappiamo se sarà così in futuro. Prendiamo le forze speciali: gli chiediamo di essere pronte a rischiare la vita per 365 giorni l’anno e gli domandiamo di farlo fino a sessant’anni? Ha senso? Almeno metà del mondo della Difesa non ha nulla a che fare con il pubblico impiego e ne avrà sempre di meno“.

I riservisti

Infine, il discorso dei riservisti. Un nuovo battaglione da strutturare come già hanno fatto in Israele e Svizzera. Ha chiarito Crosetto: “La riserva più facile da attivare è quella delle forze di polizia, uomini e donne che sono già formati ad attività di sicurezza. Ha senso? Non lo so. Ma una riserva andrebbe pensata. Ed è una sfida più parlamentare che di ministero. Tutta la Difesa è da ridefinire e costruire senza un colore politico, con una riforma da lasciare ai governi futuri“. Sul tema sono intervenuti anche i sindacati di categoria: nel 2024 ci sarà il primo contratto collettivo di lavoro per le forze armate, di polizia e per i vigili del fuoco. La nuova legge di Bilancio ha previsto circa un miliardo e mezzo di euro.

I fondi nella legge di Bilancio

In merito, ha detto la premier Giorgia Meloni: “In base ai calcoli effettuati dal ministero dell’Economia, tenendo conto della massa salariale e delle retribuzioni medie, e in base anche alle nostre priorità, noi riteniamo che di questi 5 miliardi non meno di 1,4 miliardi saranno destinati alle forze di polizia e alle forze armate e altri 100 milioni ai vigili del fuoco. Dunque, complessivamente un miliardo e mezzo di euro interamente destinato al comparto che voi rappresentate“. Ma i sindacati si sono mostrati poco soddisfatti. “Il personale dell’Esercito Italiano, come questa Associazione Sindacale – ha scritto il segretario dell’ASPMI (associazione professionisti militari) Francesco Gentilenon riesce a capire la motivazione dei continui stanziamenti di risorse, finalizzati al pagamento delle ore di straordinario, per le sole Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare, mentre si trova costretto a prendere giorni di recupero compensativo, gravando sull’addestramento e sull’efficienza dello strumento, addirittura arrivando a fine anno e dover perdere le ore lavorate“.

Il contratto di lavoro collettivo

Hanno invece affermato all’interno di un comunicato, l’Usami aeronautica e Siam: “Il presidente Meloni dovrebbe rivedere le sue affermazioni sulla esiguità del valore pagato ai poliziotti per un’ora di straordinario (sei euro), considerando anche lo scempio quotidianamente perpetrato nelle forze armate. Sono infatti solo 3 euro i soldi pagati dallo Stato ai militari per ogni ora di straordinario svolto nella difesa armata delle istituzioni, un valore inferiore a quanto percepisce un irregolare raccoglitore di pomodori. Per non tacere delle ore di lavoro riconosciute nella misura di un’ora per ogni tre svolte“. Florindo Oliverio, segretario nazionale Fp Cgil, ha affermato:

I sindacati di categoria

Le risorse per il rinnovo dei contratti di forze di polizia e vigili del fuoco sono insufficienti. Il miliardo e mezzo annunciato stamattina dal governo, infatti, è parte del Fondo Contratti in legge di bilancio che ammonta a complessivi 5,310 miliardi per il triennio 2022/2024 mentre per il triennio 2019/2021 ammontava a 6,575 miliardi. In più nella relazione del MEF si certifica un incremento delle retribuzioni medie del 5,78% con un’inflazione intorno al 10% mentre l’incremento a regime del 4,07% del 2021 (con un’inflazione sensibilmente più bassa), fu riversato interamente sulle retribuzioni tabellari, fisse e continuative, mentre oggi si chiede di utilizzare quelle risorse su trattamenti accessori o, addirittura, sullo straordinario. Così oltre al danno delle mancate assunzioni anche la beffa di doverci pagare da soli il carico di lavoro maggiorato“.

16 Novembre 2023

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