Accusa di stupro
Processo Ciro Grillo: la testimonianza di Silvia
Il procedimento a porte chiuse presso il tribunale di Tempio Pausania. Teste-chiave, la presunta vittima di violenza. I fatti risalgono all'agosto del 2019
Cronaca - di Redazione Web
Nuova questione procedurale nel processo per violenza sessuale di gruppo che vede imputati Ciro Grillo (figlio di Beppe, fondatore di M5s), Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, e che riprende oggi a Tempio Pausania a porte chiuse. In aula c’è grande attesa per la deposizione della principale accusatrice dei quattro amici genovesi, Silvia la studentessa italo norvegese all’epoca dei fatti 19enne, che racconterà la sua versione sulla notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 nella villetta a schiera di Porto Cervo di proprietà della famiglia Grillo, dove secondo l’accusa si è consumato lo stupro.
Il processo
Le difese degli imputati hanno chiesto di acquisire, “se tutti fossero d’accordo“, le dichiarazioni che la ragazza ha già reso, “ma senza rinunciare a nulla, anche perché il tribunale può fare delle domande proprie – ha spiegato poco prima dell’inizio dell’udienza l’avvocata Antonella Cuccureddu, del pool difensivo – In questo modo l’impatto emotivo e la fatica di rispondere ad altre domande si ridurrebbe di molto: a questa nostra disponibilità non è seguita nessuna risposta. O meglio il pubblico ministero correttamente ha detto che se ne parlerà in udienza“.
L’udienza
“Le dichiarazioni che ha reso la ragazza risalgono, le prime, al giorno della denuncia e sono un’infinità di domande – ha chiarito l’avvocata – stiamo parlando di circa 1.400 quesiti che le sono stati rivolti. Meno di un anno dopo, il pm le ha fatto ancora centinaia di domande: è normale credo che il ricordo in quel momento fosse più preciso dell’attuale. Tuttavia il principio fondamentale del dibattimento è quello dell’oralità e dell’immediatezza, cioè la prova si forma davanti al giudice, quello che conterà è quello che viene detto oggi“.
Silvia in lacrime
Intanto, l’udienza è stata sospesa per un breve lasso di tempo, proprio a causa di un crollo emotivo della ragazza. La studentessa ha cominciato a raccontare la serata del 16 luglio 2019 trascorsa al Billionaire, avrebbe detto che tutti avevano bevuto molto, poi però si è bloccata quando la ricostruzione ha toccato la notte tra il il 16 e 17 agosto trascorsa nella villetta di Porto Cervo della famiglia Grillo, dove si sarebbe consumata la violenza. La ragazza non è riuscita a trattenere la lacrime, e l’udienza ha subito uno stop. È stato quindi chiesto di far proseguire la deposizione proteggendo la teste con un paravento, ma l’istanza è stata respinta.
La testimonianza
La giovane ha così nuovamente a rispondere alle domande del pm Gregorio Capasso. Nel frattempo sono state fissate altre due udienze: dopo quelle già previste per il 13 e 14 dicembre, quando proseguirà l’esame della ragazza, si andrà al 31 gennaio e all’1 febbraio 2024. “Ero paralizzata, volevo urlare ma non riuscivo a muovermi“. Questo – a quanto si è appreso – è uno dei passaggi più drammatici del racconto della studentessa.