"Corto circuito"

Zerocalcare e Lucca Comics, la replica del fumettista alle critiche: “Preferisco spostare il focus sui popoli”

Dopo l'articolo di Francesco Merlo su Repubblica, la risposta a fumetti su Internazionale. "Finché continuiamo a fare il tifo per uno stato contro un altro, continueremo a scegliere quale massacro giustificare e quale condannare. Preferisco spostare il focus sui popoli e sulla necessità di convivere da eguali"

Cultura - di Antonio Lamorte

3 Novembre 2023 alle 12:12

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Foto Claudio Furlan/LaPresse 16-12-2022 Milano, Italia – Cronaca – Mostra ‘Zerocalcare. Dopo il botto’ presso la Fabbrica Del Vapore Nella foto: Michele Reich in arte Zerocalcare Photo Claudio Furlan/LaPresse 16-12-2022 Milan, Italy – News – Exhibition ‘Zerocalcare. Dopo il Botto’ at the Fabbrica Del Vapore In the photo: Michele Reich aka Zerocalcare LAPRESSE
Foto Claudio Furlan/LaPresse 16-12-2022 Milano, Italia – Cronaca – Mostra ‘Zerocalcare. Dopo il botto’ presso la Fabbrica Del Vapore Nella foto: Michele Reich in arte Zerocalcare Photo Claudio Furlan/LaPresse 16-12-2022 Milan, Italy – News – Exhibition ‘Zerocalcare. Dopo il Botto’ at the Fabbrica Del Vapore In the photo: Michele Reich aka Zerocalcare LAPRESSE

Il fumettista e illustratore Zerocalcare, nome d’arte di Michele Rech, ha pubblicato una striscia su Internazionale in cui torna sulla sua decisione di non partecipare al Lucca Comics, la manifestazione dedicata al settore, perché patrocinata dall’ambasciata di Israele. Una decisione che aveva scatenato grande dibattito sui media. La replica è arrivata il giorno dopo la pubblicazione di un articolo piuttosto controverso di Francesco Merlo per il quotidiano Repubblica. Una vicenda da riportare perché riassume e riproduce in sintesi come si sta sviluppando il dibattito sui media e sui social italiani a proposito di una delle più grandi e complesse crisi internazionali degli ultimi anni. Una questione di tifo.

Zerocalcare ricostruisce la genesi della sua decisione, sofferta, discussa con altri colleghi e soprattutto influenzata dal confronto con persone che a Gaza ci hanno vissuto o lavorato o che hanno parenti e amici che vi si trovano in questo momento. Sabato scorso aveva pubblicato una storia in cui annunciava la sua decisione e argomentava la stessa. Da subito la decisione aveva generato reazioni, perché Zerocalcare è uno dei fumettisti più conosciuti e letti in Italia, anche finalista al Premio Strega, ha realizzato due serie Netflix e dalla sua opera è stato tratto un film. Le reazioni sono arrivate dai giornali, dai media e anche dalla politica, anche dal vice primo ministro e segretario della Lega Matteo Salvini. Il fumettista era stato accusato di aver generato con la sua decisione quella dei fumettisti Asaf e Tomer Hanuka di non partecipare al Lucca Comics. Zerocalcare nella sua ricostruzione ha riportato i commenti e i messaggi ricevuti sui social “ma la summa di tutto è stato Francesco Merlo su Repubblica ieri”.

Il giornalista aveva osservato come “Zerocalcare neppure si rende conto di somigliare ad Hamas e gli pare una gran figata buttare i suoi razzi di fumo-fumetto su Israele, così si decora la coscienza e si sente come le pantere nere alle Olimpiadi del 1968” e come la sua decisione avesse messo fuori gli ebrei da quel luogo di “mescolanza, dell’insieme appunto, che avvicina e non contamina, il mercato che è sempre stato la ‘comfort zone’ di tutte le minoranze del mondo” che è Lucca Comics. Il fumettista ha replicato ricordando il rastrellamento del Ghetto ebraico di Roma e la rivolta del Ghetto di Varsavia e Simon Wiesenthal. “È crescendo con ‘sti nomi in testa che mi so’ fatto 25 anni di tarantelle e botte prese e date coi nazisti”.

Ha chiuso con uno spiegone sulla sua posizione: ha dovuto spiegare in maniera didascalica, senza rinunciare alla sua tipica ironia, per non lasciare adito ad ambiguità. “Ci sta una semplificazione che la logica di guerra impone per cui chiedere la fine dei bombardamenti a Gaza significherebbe essere a favore dell’uccisione di civili israeliani o complici degli orrendi episodi antisemiti che si moltiplicano in giro per il mondo” ma “l’odio per ogni forma di antisemitismo e di razzismo non dovrebbe significare chiudere gli occhi di fronte ai bombardamenti che stanno martellando Gaza, come racconta chi pretende di schiacciare e blindare il dibattito. Per me è l’esatto contrario”.

E infine poche righe sul “Corto Circuito”, come ha intitolato la striscia, che riguarda questa storia ma anche tutto il dibattito intorno alla guerra. “Finché non cambiamo la prospettiva da cui guardare il mondo, finché continuiamo a fare il tifo per uno stato contro un altro, continueremo a scegliere quale massacro giustificare e quale condannare, magari sulla base di interessi commerciali o militari che spesso hanno poco a che fare con gli ideali. Io preferisco spostare il focus sui popoli e sulla necessità di convivere da eguali, e le bandiere degli Stati, specie quelli in guerra, raramente vanno in quella direzione”. Possibilissimo che anche queste parole saranno strumentalizzare e ribaltate a piacimento.

3 Novembre 2023

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