Allarme a Hollywood
Intelligenza Artificiale, Scarlett Johansson fa causa a un’app: “Hanno rubato la mia immagine per uno spot”
L'attrice di "Her" ricorre alle vie legali. A inizio ottobre la stessa denuncia da parte di Tom Hanks, clonato anche lui per uno spot. La questione al centro dello sciopero degli attori di Hollywood che va avanti da mesi
News - di Redazione Web
Era già successo a Tom Hanks ed è una di quelle ragioni per cui da mesi sta andando avanti lo sciopero degli attori di Hollywood. L’attrice Scarlett Johansson ha sporto denuncia alla magistratura nei confronti di un’app che a sua insaputa avrebbe usato il suo nome, la sua voce e la sua immagine a scopo promozionale. Una pubblicità che ha preso a circolare mentre continuano le trattative tra i sindacati degli attori statunitensi e i produttori cinematografici, animate anche dalla possibilità che i nuovi software di intelligenza artificiale possano invadere il cinema e la televisione e riprodurre le immagini e le voci dei protagonisti senza il loro consenso. Un contrappasso singolare per l’attrice statunitense che nel fortunato Her di Spike Jonze, uscito dieci anni fa, aveva prestato la sua voce a un’intelligenza artificiale che faceva innamorare il protagonista interpretato da Joaquin Phoenix.
Lo spot è stato già rimosso dal Web. Era comparso sul social X, ex Twitter. Durava 22 secondi. Pubblicizzava ed era stato creato dall’app che genera immagini in stile anni Novanta, Lisa AI: 90s Yearbook & Avatar. Lo spot aveva utilizzato veri fotogrammi delle immagini dal dietro le quinte del film Black Widow. “Come va ragazzi? Sono Scarlett e voglio che veniate con me …”. Le immagini continuavano e una voce ricordava quella dell’attrice mentre una piccola scritta in sovraimpressione chiariva: “Immagini prodotte da Lisa AI. Non hanno niente a che fare con questa persona”. L’avvocato Kevin Yorn ha dichiarato a Variety che “non prendiamo queste cose alla leggera” e “come prevede la nostra consueta linea di condotta in queste circostanze, affronteremo la questione con tutti gli strumenti legali a nostra disposizione”.
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Il caso di Tom Hanks
A inizio ottobre l’attore Tom Hanks aveva dichiarato di essere stato clonato a sua insaputa per lo spot di un’assicurazione dentistica. “Attenzione. C’è un video in giro in cui, con una versione di me prodotta dall’intelligenza artificiale, viene usata per far pubblicità a un piano dentale. È tutto falso. Io non c’entro”, aveva detto in un messaggio postato sui social. L’attore aveva parlato della sua preoccupazione anche al podcast del comico inglese Adam Buxton: “L’abbiamo vista arrivare. Abbiamo visto che ci sarebbe stata questa capacità di prendere gli zero e gli uno in un computer e di trasformarli in un volto e in un personaggio. Ora che da allora è cresciuta un miliardo di volte, la vediamo dappertutto. Posso dirvi che ci sono discussioni in corso in tutte le associazioni, in tutte le agenzie e in tutti gli studi legali per raccogliere le conseguenze legali del fatto che la mia faccia e la mia voce – e quella di chiunque altro – siano la nostra proprietà intellettuale”.
La protesta di attori e sceneggiatori
L’Intelligenza Artificiale era stata al centro delle proteste del Writers Guild of America, la disputa degli sceneggiatori che sono arrivati a un accordo lo scorso maggio. L’intesa prevede che gli studi debbano avvertire gli autori di copioni se il materiale che è stato loro dato come base su cui lavorare è stato generato in tutto o in parte da un software. L’Ia non può scrivere o riscrivere “materiale letterario” secondo uno dei punti dell’accordo e uno sceneggiatore può fare ricorso all’Ia ma uno studio non può obbligarlo a usare Chat Gpt o altri software per svolgere le sue mansioni. La protesta degli attori invece non è ancora arrivata a un accordo. A inizio settembre il sindacato SAG-AFTRA, cui appartengono tutti gli attori di Hollywood, aveva allargato il fronte ai videogiochi. Con le grandi aziende dell’industria i sindacati puntavano a ottenere un aumento salariale e la garanzia che i software di intelligenza artificiale che generano personaggi animati non saranno usati per rimpiazzarli.