Lo scherzo alla premier
Cosa ha detto Giorgia Meloni nello scherzo telefonico dei comici russi
Giorgia Meloni però si è tenuta cauta, si è fatta scappare solo qualche frase fuori posto sulla stanchezza dell’Europa che non ha più tanta voglia di armare Zelensky.
Non bastava Striscia la Notizia, ci si sono messi anche i comici russi. Per la Meloni non c’è pace. L’opposizione dormicchia e la lascia campare senza tanti problemi; la sua maggioranza scalpita un po’ ma poi si accuccia, e invece gli autori comici non la mollano un momento e lei rischia sempre di scivolare sulla satira. Beh, la questione di Striscia la conoscete bene. Ora è la volta di due ragazzacci russi che gli hanno tirato uno scherzo telefonico che rischiava di diventare un vero incidente politico.
Si chiamano Vladimir Kuznetkov e Aleksei Stolyarov, conosciuti col nome d’arte di Vovan e Lexis. Questi due bei tipi che si sono pensati? Sono riusciti a convincere gli uffici di Palazzo Chigi che uno di loro due era un leader africano e che voleva parlare con la premier per questioni che riguardavano l’immigrazione. Giorgia Meloni ha accettato il colloquio e loro hanno cercato di estorcerle qualche dichiarazione clamorosa.
Lei però si è tenuta cauta, si è fatta scappare solo qualche frase fuori posto sulla stanchezza dell’Europa che non ha più tanta voglia di armare Zelensky. Nessuna gaffe di rilievo. Pare che questi due zuzzurelloni non siano nuovi a questi scherzi. Sono bravissimi. E in passato sono riusciti a colpire personaggi del calibro di Gorbaciov, Merkel, Sanchez, Elton John. Chi li conosce dice che sarebbero vicini al Cremlino, ma loro smentiscono, e in realtà spesso hanno portato a segno dei colpi che al Cremlino son piaciuti poco.
Del resto anche in Italia, soprattutto in passato, la tecnica della telefonata fake è stata usata contro personaggi pubblici e anche contro politici. In parte per motivi di spettacolo, qualche volta per puro gusto goliardico. Negli anni 70 e 80 c’era un giornalista famoso capace di imitazioni fantastiche.
Era Paolo Guzzanti, che faceva finta di essere Sandro Pertini e tirava giù dal letto, terrorizzandoli, esponenti di tutti i partiti. Ma prima ancora di Guzzanti c’era un uomo politico di primo piano capace di grandi imitazioni. Era Achille Occhetto, che si divertiva a creare scompiglio tra i dirigenti del Pci, spacciandosi per Amendola, o per Ingrao, o per Pajetta.