L'accusa di traffico di droga

Arrestata in Kazakistan, il caso della 18enne italiana Amina: “Ha perso nove chili e provato a togliersi la vita”

La ragazza ha raccontato di essere stata picchiata e segregata, di aver subito un tentativo di stupro. L'appello della famiglia: "In carcere senza alcuna prova". La richiesta di 60mila euro per la liberazione e i poliziotti indagati per torture

Cronaca - di Redazione Web

30 Ottobre 2023 alle 10:57

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Amina Milo Kalelkyzy era arrivata lo scorso giugno in Kazakistan per visitare con la madre Assemgul Sapenova alcuni parenti ad Astana. È stata arrestata con l’accusa di traffico internazionale di droga. “Senza alcuna prova” secondo la famiglia che ha lanciato un appello alle autorità, in particolare al ministero degli Esteri italiano. La vicenda è stata riportata inizialmente dal Quotidiano di Puglia. La Farnesina ha fatto sapere con una lettera al quotidiano pugliese che “il personale consolare italiano intrattiene contatti assidui con la famiglia ed effettua visite regolari assieme alla madre, per accertarsi delle sue condizioni e recare generi di conforto. Durante tutte le fasi processuali un funzionario dell’Ambasciata ha sempre partecipato in qualità di osservatore”.

Amina Milo Kalelkyzy ha 18 anni, è nata in Kazakistan ma ha la cittadinanza italiana e vive in provincia di Lecce da quand’era bambina. Sarebbe stata fermata dalla polizia una prima volta insieme con un altro ragazzo. Era risultata negativa agli esami tossicologici e aveva passato una notte in custodia prima di essere rilasciata. Qualche giorno dopo era stata fermata da tre agenti di polizia che l’avevano portata in una “casa segreta” per sedici giorni in stato di detenzione. Alla famiglia è arrivata la richiesta di 60mila euro per la liberazione. La ragazza era stata rilasciata dopo che la madre aveva assunto degli investigatori privati e chiesto l’aiuto dell’ambasciata italiana.

Lo scorso 11 luglio è stata nuovamente arrestata e da quel momento è in carcere ad Astana. La ragazza ha raccontato ai familiari di esser stata picchiata e segregata, di aver subito un tentativo di stupro, di aver perso nove chili e di aver tentato due volte il suicidio. Ha respinto ogni accusa e scritto una lettera ripresa dall’Ansa. “Sono Amina, cittadina italiana, sono detenuta da giugno 2023 in carcere nel Kazakistan senza prove a mio sfavore. Chiedo aiuto all’Italia in particolare al ministro Tajani. Vi prego aiutatemi, sto male, voglio tornare a casa”. La lettera è datata 26 ottobre 2023. La ragazza può ricevere le visite della madre per cinque volte alla settimana, ognuna della durata di 15 minuti.

“Mia moglie sta lì in Kazakistan, siamo così disperati. Se qualcuno ci può dare una mano. È diventata una situazione molto pesante”, ha detto il padre Sergio Milo in un appello al GR1. “Volevo sensibilizzare le autorità competenti. Mia figlia ha perso nove chili. Sta in uno stato di depressione assurdo, ha tentato anche di fare qualche sciocchezza. Non avevano nessun elemento per trattenerla, non aveva assolutamente niente addosso. Hanno fatto degli esami ematici per verificare se avesse delle dipendesse ed era tutto negativo. Nonostante questo è stata rinchiusa in quest’abitazione per sedici giorni senza avvisare l’ambasciata, senza avvocato, traduttore, senza cibo. Il console anche lui è un po’ scioccato”.

La vicenda è diventata un caso nazionale in Kazakistan, è partito un movimento sui social che chiede la liberazione della ragazza. La Procura Speciale di Astana intanto ha aperto un’inchiesta sui presunti abusi raccontati dalla 18enne dopo la denuncia dell’avvocato kazako Alibek Sekerov. Il legale Alibek Sekerov ha dichiarato alla Gazzetta del Mezzogiorno che alcuni poliziotti sarebbero indagati per torture. Respinta la richiesta di arresti domiciliari. La famiglia accusa le autorità di aver convocato e costretto la ragazza a firmare dei documenti anche se Amina Milo Kalelkyzy non conosce né il russo né il kazako. E in quell’occasione era stata di nuovo arrestata in attesa di processo con l’accusa di traffico. Rischia 15 anni di carcere.

30 Ottobre 2023

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