È l’accusatore dei familiari

Omicidio Saman Abbas, colpo di scena al processo: inutilizzabili le parole del fratello “supertestimone”, andava indagato

Cronaca - di Redazione

27 Ottobre 2023 alle 13:38

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Omicidio Saman Abbas, colpo di scena al processo: inutilizzabili le parole del fratello “supertestimone”, andava indagato

Colpo di scena clamoroso nel corso del processo per l’omicidio di Saman Abbas, la 18enne pakistana di Novellara (Reggio Emilia) scomparsa il primo maggio 2021 e ritrovata cadavere il 19 novembre dello scorso anno in una buca dentro casolare abbandonato distante poche centinaia di metri dall’abitazione di famiglia su indicazione dello zio Danish Hasnain.

Le parole del “supertestimone” del processo, il fratello minorenne di Saman che aveva puntato il dito contro il padre e i familiari come autori dell’omicidio, non potranno essere utilizzate nel processo. Questo perché la Corte di assise di Reggio Emilia, nella lunga ordinanza letta dalla presidente Cristina Beretti, ha accolto le eccezioni dei difensori degli imputati: le dichiarazioni in sede di incidente probatorio di Ali Haider, il fratello di Saman, sono inutilizzabili perché non sarebbe stato sentito nel 2021 come iscritto nel registro degli indagati, con le relative formule e garanzie.

Le dichiarazioni sarebbero state prese il 12, il 15 e il 21 maggio 2021, in alcuni casi senza la presenza di un legale: all’epoca 16enne, il Ali Haider venne sentito senza garanzie nelle prime audizioni, nonostante in quel frangente fosse indagato alla Procura per i minorenni per violenza privata (l’ipotesi di voler costringere la sorella a tornare nel Paese di origine). Quando ci fu l’incidente probatorio il procedimento era stato appena archiviato, tre giorni prima, dal Gip del tribunale minorile.

Alla sbarra ci sono invece il padre Shabbar Abbas (estradato dal Pakistan, dove era fuggito già il primo maggio 2021, il giorno dopo la morte di Saman), lo zio Danish Hasnain, chiamato a rispondere dell’omicidio in concorso con i cugini di Saman, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, oltre alla madre Nazia Shaheen, tutt’ora latitante. Sono accusati di aver ucciso la 18enne Saman, “colpevole” di aver rifiutato un matrimonio combinato in patria.

Secondo la presidente della Corte “a carico del ragazzo c’erano indizi di reità”, che emergerebbero anche dalle intercettazioni delle conversazioni tra il giovane i suoi familiari. Conversazioni che dimostrerebbero come il fratello di Saman nei giorni e nelle ore precedenti al delitto “era stato reso edotto di quanto stava per succedere”. Dunque Ali Haider dovrà essere sentito nella nuova veste: l’udienza è stata rinviata per questo al 31 ottobre, perché la sua legale ha chiesto i tempi per valutare la possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Io penso che l’unica vittima, davvero, di questa vicenda sia Saman Abbas, finita a 18 anni sotto due metri di terra con il collo spezzato. Il fratello è sicuramente un’altra vittima e noi lo dobbiamo preservare”, queste le parole ai giornalisti presenti nell’aula della Corte di Assise del tribunale di Reggio Emilia dall’avvocato Barbara Iannuccelli, che assiste Saqib Ayub, all’epoca fidanzato di Saman. ”È vero anche che gli errori formali non si colmano facilmente – ha aggiunto riferendosi ai verbali dichiarati oggi inutilizzabili – ma se Ali Haider ha sempre voluto contribuire a dire la verità è giusto che mantenga questo suo proposito per fare giustizia per la sorella”.

di: Redazione - 27 Ottobre 2023

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