Il via libera
Omicidio Saman Abbas, il Pakistan concede l’estradizione del padre della 18enne uccisa a Novellara
Si attendeva soltanto il parere del governo. L'uomo arrestato lo scorso novembre nel Punjab sarà trasferito in Italia con un volo charter. La moglie è ancora latitante. Accusati della sparizione e dell'omicidio anche uno zio e due cugini
Cronaca - di Redazione Web
Shabbar Abbas sarà portato in Italia “con un aereo charter”. Lo ha confermato il ministro degli Interni pachistano. Islamabad ha concesso l’estradizione del padre della ragazza 18enne di origini pakistane sparita nel nulla a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, nell’aprile del 2021. Il corpo venne ritrovato soltanto lo scorso gennaio nei pressi di un casolare abbandonato in campagna. Sul cadavere i segni delle violenze che avevano causato l’omicidio. Lo scorso luglio la corte distrettuale di Islamabad aveva espresso parere favorevole all’estradizione del padre della ragazza. L’avvocato di Abbas ha presentato un ricorso all’Alta corte nel tentativo di bloccare l’estradizione, l’udienza è fissata per oggi.
Shabbar Abbas è imputato con la moglie e altri due familiari nel processo che si tiene a Reggio Emilia. Cinque in tutto gli accusati di sequestro di persona, omicidio volontario e soppressione di cadavere: lo zio Danish Hasnain e i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq, questi ultimi in carcere in Italia, la madre Nazia Shaheen è ancora latitante. Il padre della 18enne era stato invece arrestato in Pakistan, nel Punjab, lo scorso novembre. Per la sua richiesta di estradizione mancava soltanto il pronunciamento del governo.
La Procura di Reggio Emilia ipotizza che Saman Abbas venne uccisa perché aveva rifiutato un matrimonio combinato dalla famiglia con un uomo, suo cugino, residente in Pakistan. Era sparita a fine aprile del 2021. A dicembre 2020, si scoprì nelle indagini, aveva denunciato i genitori alla polizia per quel matrimonio combinato ed era stata ospite in una struttura gestita dai servizi sociali in provincia di Bologna. A casa era tornata l’11 aprile. Il padre, che lavorava in un’azienda agricola a Novellara, disse in un’intervista a Il Resto del Carlino che la figlia era in Belgio ma non fu mai trovato riscontro a quell’informazione dalla polizia belga. A Novellara intanto era rimasto soltanto il fratello minore di Saman, il resto della famiglia aveva lasciato l’Italia.
I genitori della ragazza erano stati ripresi dalle telecamere dell’aeroporto di Malpensa. Altre immagini girate dalle telecamere di sorveglianza mostravano invece lo zio e i cugini della ragazza dirigersi verso i campi con una pala e un piede di porco la notte del 29 aprile. I cugini vennero catturati in Francia, a Nimes, e in Spagna, a Barcellona. Lo zio Danish Hasnain in un comune nei pressi di Parigi. Sono stati tutti estradati in Italia. Agli atti del processo era stata messa intanto una telefonata, riportata dall’Ansa, in cui il padre confessava l’omicidio della figlia e il movente del matrimonio combinato. A fine novembre, grazie anche alle indicazioni dello zio della ragazza, Hasnain, il ritrovamento di un corpo nei pressi di un casolare in campagna a Novellara. Lo zio ha detto di aver trovato la ragazza morta a casa degli Abbas e di esser stato chiamato per seppellire e nascondere il corpo.
Al processo partito a inizio febbraio sono stati ammessi come parti civili il fratello di Saman Abbas, il comune di Novellara, l’Unione dei comuni della Bassa Reggiana, l’associazione Penelope per l’Emilia-Romagna (associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse), l’Unione delle comunità islamiche in Italia e il fidanzato di Saman Abbas, Saqib Ayub – che sarebbe stato avversato dalla famiglia della 18enne per la relazione con la ragazza. Secondo quanto rilevato nell’autopsia sul cadavere della 18enne, è stata riscontrata una frattura al collo compatibile con uno strangolamento.