"Situazione inedita"
Bambini ostaggio a Gaza, le foto dei 28 minori israeliani sequestrati da Hamas: il più piccolo ha 9 mesi
Hamas: nessun rilascio finché non sarà concordato un cessate il fuoco. Secondo Israele alcuni tenuti nei tunnel a 40 metri di profondità, senza poter vedere il sole. 229 in tutto gli ostaggi
Esteri - di Redazione Web
Il governo israeliano ha diffuso ieri le fotografie e le storie di 28 bambini e ragazzi fino a 17 anni in ostaggio di Hamas, rapiti e sequestrati con ogni probabilità nella Striscia di Gaza da sabato 7 ottobre, quando i miliziani hanno lanciato l’operazione “Diluvio Al-Aqsa” nel territorio dello Stato ebraico. Secondo quanto riferito dam portavoce militare israeliano Daniel Hagari sono 229 gli ostaggi nella Striscia, la cifra viene costantemente aggiornata. Alcuni dei quali sarebbero nelle mani dell’organizzazione Jihad Islamico secondo quanto ha dichiarato Hamas. L’opinione pubblica israeliana è tutta tesa alla questione degli ostaggi, si stanno tenendo manifestazioni di familiari e gente solidale.
Non era mai successo prima che un gruppo radicale palestinese riuscisse a catturare un numero così grande di ostaggi, è una situazione senza precedenti. Al momento sono quattro gli ostaggi liberati dal movimento estremista. Le prime due a essere liberate, venerdì scorso, erano madre e figlia, Judith e Natalie Raanan, statunitensi originarie della periferia nord di Chicago. Si trovavano in Israele, nel kibbutz di Nahal Oz. Sono state consegnate all’esercito israeliano al confine della Striscia dopo la mediazione del Qatar. Lunedì sera scorso sono state liberate altre due donne, Yocheved Lifshitz e Nurit Cooper. La prima delle due al momento del rilascio aveva stretto la mano a uno dei terroristi dicendogli: “Shalom”.
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Il più piccolo dei bambini si chiama Kfir, è un neonato di appena nove mesi. Sequestrati con lui anche il fratello Ariel, di quattro anni, e i genitori Shiri e Yarden. Si trovavano tutti nel kibbutz di Nir Oz. Ostaggi dell’organizzazione islamica anche Erez, 12 anni, sarebbero tenuti “in un tunnel a 40 metri di profondità, senza poter vedere il sole, senza poter respirare aria fresca”, e sua sorella Sahar, di 16 anni. Ruth invece ha 16 anni ed è costretta su una sedia a rotelle a causa di una distrofia muscolare. Era con il padre Eric al Supernova Festival di Reim, dove l’operazione dei miliziani ha lasciato sul terreno 270 vittime secondo le autorità israeliane. Non è chiara la strategia di Gerusalemme per liberare gli ostaggi. Il governo ha nominato un responsabile per la questione, l’ex generale dell’esercito Gal Hirsch.
Doha sta svolgendo un ruolo di mediazione per la questione degli ostaggi. Fonti diplomatiche riportate dal Washington Post hanno dichiarato che dopo le trattative il Qatar rivedrà i suoi rapporti con Hamas. L’intesa sarebbe stata raggiunta durante il recente incontro tra il segretario di Stato Antony Blinken e l’emiro Tamim bin Hamad al-Thani. Doha ospita tra gli altri il leader politico dell’organizzazione, Ismail Haniyeh. Il negoziatore israeliano Gershon Baskin ha dichiarato a BBC che come “c’è speranza” per il “rilascio di donne, bambini, anziani, feriti e malati, il prima possibile” e che “il fatto che Israele stia aspettando significa che stanno valutando ogni possibilità per far uscire gli ostaggi dalla Striscia prima che le truppe entrino a Gaza. E questo è un segnale positivo”.
Hamas ha dichiarato che i raid israeliani hanno ucciso anche 50 ostaggi, dato impossibile da verificare al momento. Il rappresentante della delegazione di Hamas a Mosca, Abu Hamid, ha dichiarato che gli ostaggi non saranno rilasciati finché non sarà concordato un cessate il fuoco. Il giornale russo Kommersrant ha riferito che ci vorrà tempo per localizzare tutti gli ostaggi portati a Gaza. Non è escluso che Israele non giochi la carta del rilascio di un centinaio di donne e minori palestinesi detenuti nelle sue carceri. I detenuti palestinesi nelle carceri israeliane sono oltre quattromila. Hamas sarebbe comunque più propensa a rilasciare donne, bambine e anziani e tenere fino all’ultimo uomini giovani e soldati.