"Sono stata ferita a una mano"

Primo video di un ostaggio di Hamas, Maya Sham: “Ho 21 anni, tornavo da una festa, portatemi a casa”

Il video di circa un minuto. "Fatemi uscire di qui il più presto". La madre: "Si vede che dice quello che le dicono di dire". I terroristi dicono che le persone nelle loro mani sono più di 200, una dozzina quelli con passaporto italiano

Esteri - di Redazione Web

17 Ottobre 2023 alle 11:49

Condividi l'articolo

Primo video di un ostaggio di Hamas, Maya Sham: “Ho 21 anni, tornavo da una festa, portatemi a casa”

“Mi chiamo Maya Sham, ho 21 anni e sono di Shoham. In questo momento sono a Gaza”. È il primo video di un ostaggio di Hamas, di una delle persone prelevate e sparite dopo gli attacchi dei terroristi palestinesi in terra israeliana di sabato 7 ottobre. Una ragazza, di 21 anni, originaria di una piccola città nel centro dello Stato ebraico ma con passaporto anche francese. Il suo video è stato diffuso da Hamas e ripubblicato da Haaretz, la principale testata giornalistica israeliana. Secondo l’ultimo aggiornamento delle autorità sarebbero almeno 199 gli ostaggi nelle mani dei terroristi, con ogni probabilità portati nella Striscia di Gaza, ma i terroristi fanno sapere che sarebbero molti di più.

Il video dura circa un minuto. Si vede la ragazza in primo piano, con il braccio avvolto in bendaggi, tracce di sangue e un guanto di lattice a una mano. Sham ha raccontato com’è stata catturata. “Sabato mattina presto stavo tornando da una festa nell’area di Sderot. Sono stata gravemente ferita alla mano. Mi hanno portato a Gaza e mi hanno portato all’ospedale per tre ore. Si sono presi cura di me, fornendomi farmaci. Vi chiedo solo di riportarmi a casa il più presto possibile dalla mia famiglia, dai miei genitori, dai miei fratelli. Per favore, fatemi uscire di qui il più presto possibile”, dice l’ostaggio. La madre, Keren Sherf Shem, ha commentato in una conferenza stampa il video dicendo che “non sapevo se fosse viva o morta, ora ho la prova che è viva” e che “si vede che dice quello che le dicono di dire”. La donna ha trovato la figlia spaventata e sofferente. Prego il mondo di riportare la mia bambina a casa, era solo andata a una festa”.

Non è chiaro se il video possa rappresentare un primo passo per una trattativa. Perché Hamas aveva fatto sapere ieri che le negoziazioni per gli ostaggi sarebbero partite soltanto a battaglia finita. I bombardamenti continuano, l’invasione però ancora non è partita. La voce di un leader, Khaled Mashal, intanto avanza la richiesta di riscatto: in cambio di Maya Sham e di altri ostaggi mezzi stranieri il rilascio di seimila uomini e donne palestinesi detenuti nelle carceri israeliane di massima sicurezza. Il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari ha definito il video come “terrorismo psicologico condotto da Hamas contro i cittadini di Israele” e che l’organizzazione “cerca di presentarsi come un’organizzazione umana, mentre ha compiuto crimini atroci”.

La questione degli ostaggi è un fatto enorme. Basterebbe da solo – oltre alle pressioni internazionali e alle ricadute sui civili di un ulteriore impulso al conflitto che in pochi giorni ha già fatto 2.808 vittime tra i palestinesi e 1.400 tra gli israeliani – a giustificare il rinvio dell’annunciata invasione di terra delle forze armate dello Stato ebraico. Domani tra l’altro arriva in Israele il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Il caso degli ostaggi dalla doppia nazionalità è ancora più delicato perché sulle trattative può pesare la pressione delle cancellerie straniere. I genitori della ragazza nei giorni scorsi avevano infatti ricevuto la visita della ministra francese Catherine Colonna. Il presidente Emmanuel Macron ha commentato quel video come “l’ignominia che rappresenta la presa d’ostaggi innocenti e l’odiosa diffusione delle loro immagini”.

Mashal ha aggiunto che gli ostaggi sono molti più dei 199 dichiarati da Israele. 200 sarebbero nelle mani di Israele ma un’altra cinquantina sarebbero nelle mani di altre fazioni minori, in alcuni anche più estremiste come Jihad islamico. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha dichiarato che gli ostaggi con passaporto italiano sono “circa una dozzina” e “sono vicini a Rafah: speriamo che possano uscire già oggi dalla Striscia ed essere rimpatriati in Italia”. La mediazione in corso coinvolge Egitto, Qatar e Turchia. Secondo i servizi israeliani interni ed esterni, Shin Bet e Mossad, sarebbe Abu Obaida, portavoce dell’ala militare di Hamas che vive in Qatar, a gestire gli ostaggi, divisi in tre gruppi: quelli con doppio passaporto; donne, anziani e bambini; soldati.

 

17 Ottobre 2023

Condividi l'articolo