L'ordine di evacuazione

Evacuazione della Striscia di Gaza, Israele e l’irruzione via terra: civili in fuga verso sud

L’Onu chiede a Netanyahu di annullare il diktat ma Tel Aviv tira dritto. Raid anche in Libano: rimane ucciso un giornalista, feriti altri 3 reporter

Editoriali - di Umberto De Giovannangeli

14 Ottobre 2023 alle 10:00 - Ultimo agg. 14 Ottobre 2023 alle 10:57

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Evacuazione della Striscia di Gaza, Israele e l’irruzione via terra: civili in fuga verso sud

Israele ordina l’evacuazione totale dei civili di Gaza.

Israele ha ordinato l’evacuazione entro ventiquattr’ore di tutti i civili dalla città di Gaza. All’alba del 13 ottobre l’esercito israeliano in un comunicato “ha ordinato l’evacuazione di tutti i civili dalla città di Gaza per la loro sicurezza e protezione”. I civili dovranno spostarsi nell’area a sud di Wadi Gaza.

“Sarà permesso di tornare nella città di Gaza solo quando sarà annunciato”, è scritto nella dichiarazione. A New York il portavoce del segretario generale dell’Onu, Stéphane Dujarric, ha confermato che l’esercito israeliano ha informato l’organizzazione di questo ordine di evacuazione, che secondo lui riguarda circa 1,1 milioni di abitanti del nord della Striscia di Gaza. Dujarric ha anche detto che un’evacuazione di tale portata è “impossibile senza causare conseguenze umanitarie devastanti”. In queste circostanze, “le Nazioni Unite chiedono con forza che questo ordine sia annullato per evitare di trasformare quella che è già una tragedia in una calamità”, ha sottolineato.

Ma già in serata, a conferma che Israele ha tutta l’intenzione di tirare dritto, truppe di fanteria e carri armati sono entrati a Gaza per condurre «raid localizzati» finalizzati a liberare la zona dai terroristi e individuare dove si trovano gli ostaggi. Nell’incursione l’Idf afferma inoltre che sono stati uccisi «un certo numero di terroristi nell’area», inclusa una cellula di Hamas che aveva lanciato missili anticarro contro Israele. Raid anche nel sud del Libano, dove Issam Abdallah, giornalista libanese che lavorava per la Reuters è rimasto ucciso. Feriti inoltre due reporter libanesi di Al Jazeera e uno che lavorava per l’Afp.

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Marcia disperata

Secondo le Nazioni Unite, più di 423.000 persone sono state costrette a fuggire dalle case nella Striscia di Gaza. Il numero di sfollati in questo territorio densamente popolato da 2,3 milioni di abitanti è salito da 84.444 persone a 423.378. Molte migliaia di persone hanno lasciato le proprie abitazioni a Gaza City e si stanno dirigendo a sud, in seguito all’avvertimento dell’esercito israeliano secondo cui il nord della Striscia diventerà zona di operazioni militari. È una marcia di almeno 10 chilometri, intrapresa da famiglie intere. Chi non dispone di mezzi di trasporto sta procedendo a piedi con i bagagli.

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Unicef: i bambini di Gaza pagano il prezzo più alto

Centinaia e centinaia di bambini sono stati uccisi e feriti. Ogni ora a Gaza aumenta il numero di bambini uccisi. L’uccisione dei bambini deve finire. Le immagini e le storie sono chiare: bambini con orrende ustioni, ferite da mortaio e arti persi. E gli ospedali sono completamente sovraccarichi per curarli. Eppure, il numero continua a crescere. I bambini israeliani tenuti in ostaggio a Gaza devono essere riuniti immediatamente e in sicurezza con le loro famiglie e i loro cari. La situazione umanitaria ha raggiunto livelli letali, eppure tutti i rapporti indicano ulteriori attacchi. La compassione – e il diritto internazionale – devono prevalere.

L’Unicef chiede un immediato cessate il fuoco, mentre 1,1 milioni di persone – di cui quasi la metà minori –sono state avvertite di allontanarsi in vista di quello che si prevede sarà un attacco di terra contro uno dei luoghi più densamente popolati del pianeta, ma senza alcun luogo sicuro dove i civili possano andare. I bambini e le famiglie di Gaza hanno praticamente esaurito il cibo, l’acqua, l’elettricità, le medicine e l’accesso sicuro agli ospedali, a seguito di giorni di attacchi aerei e di tagli a tutte le vie di approvvigionamento.

L’unica centrale elettrica di Gaza ha esaurito il carburante mercoledì pomeriggio, interrompendo l’elettricità, l’acqua e il trattamento delle acque reflue. La maggior parte dei residenti non può più rifornirsi di acqua potabile dai fornitori di servizi o di acqua per uso domestico attraverso le condutture. Almeno sei pozzi d’acqua, tre stazioni di pompaggio, un serbatoio d’acqua e un impianto di desalinizzazione che serve più di un milione di persone sono stati danneggiati dagli attacchi aerei. Gli attori umanitari devono poter accedere in sicurezza ai bambini e alle loro famiglie con servizi e forniture salvavita, ovunque essi si trovino”.

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Oms, impossibile evacuare malati più gravi ospedali Gaza.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità fa sapere di esser stato informato dalle autorità palestinesi a Gaza che è impossibile evacuare i pazienti ospedalieri più gravi dal nord dell’enclave palestinese. Per loro “è una sentenza di morte”, ha aggiunto l’organizzazione delle Nazioni Unite.

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Gaza: il conto delle vittime.

È salito a 1.799 morti il bilancio dei morti a Gaza a causa dei raid israeliani. I feriti sono e 6.388. Lo riferisce il ministero della Sanità palestinese secondo quanto riportano i media arabi.

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Appello delle Ong italiane: fermate l’operazione di terra.
È l’appello “umanitario urgente” alla Comunità Internazionale, dopo l’avvertimento di evacuazione del Nord e Centro di Gaza, sottoscritto da Aoi- Cooperazione e Solidarietà Internazionale, Cini-Coordinamento Italiano Ngo Internazionali e Link2007, network che raggruppa 16 tra le più importanti e storiche Ong.

“Gli abitanti della Striscia di Gaza nella notte – ricordano nell’appello – hanno ricevuto sui loro telefoni un avvertimento da parte dell’esercito israeliano per l’evacuazione di tutta la zona nord e centrale della Striscia entro le 14 ora locale del 13 ottobre. Anche le Nazioni Unite hanno ricevuto la stessa comunicazione per la messa in sicurezza di tutto il loro staff e strutture, comprese scuole ed ospedali. L’area è sotto incessanti bombardamenti da cinque giorni, le strade sono distrutte. A Gaza non esiste un luogo sicuro. Non c’è elettricità né benzina. Questa richiesta da parte di Israele è irragionevole, non è possibile spostare oltre un milione di persone in poche ore. Sostenere le ragioni di questa decisione oggi – concludono – significa lasciare indietro civili innocenti che hanno diritto ad essere protetti, inclusi i più vulnerabili tra cui anziani, sfollati, degenti, e centinaia di migliaia di bambini”.

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Oxfam: “la comunità internazionale chieda la revoca immediata dell’ordine di evacuazione da Gaza”

L’ordine di evacuazione della popolazione dal nord di Gaza, diffuso ieri dal Governo israeliano, rischia di produrre una vera e propria catastrofe umanitaria. Oxfam rivolge un appello urgente al Governo israeliano per un’immediata revoca dell’ordine di evacuazione e alla comunità internazionale perché metta in campo tutti gli strumenti diplomatici possibili per scongiurare il disastro umanitario.

“L’ordine di evacuazione è disumano e impossibile da attuare – spiega Paolo Pezzati, portavoce per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia Gli ospedali sono al collasso con donne, bambini e anziani che non possono muoversi, mentre il resto della popolazione è senza cibo, acqua o ripari sicuri dai bombardamenti. Tutto questo deve essere fermato prima che sia troppo tardi. I nostri colleghi sul campo ci stanno inviando messaggi terribili: chiusi in casa o sfollati con le loro famiglie, alcuni cercano di trovare riparo in ospedali che sono già stati danneggiati dagli attacchi aerei. Sono isolati, senza elettricità e non sanno cosa sta succedendo. L’ultimo messaggio che abbiamo ricevuto diceva ‘per favore, pregate per noi e speriamo di riuscire a superare questo momento’. Chiediamo al governo israeliano di rispettare il diritto umanitario internazionale, distinguendo tra obiettivi militari e civili e permettendo l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza”.

Lo spegnimento dell’unica centrale elettrica della Striscia mercoledì scorso, sta avendo conseguenze gravissime, per gli ospedali, che hanno esaurito i posti letto, e per le strutture sanitarie, che adesso dipendono esclusivamente dai generatori per alimentare attrezzature mediche vitali. Ad oggi i danni causati dagli attacchi aerei hanno causato l’interruzione del funzionamento dei servizi idrici e igienici per centinaia di migliaia di persone.

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Schlein: sconfiggere militarmente Hamas non può significare punire collettivamente l’intera popolazione di Gaza.

“L’appello delle Nazioni Unite per revocare l’ordine di evacuazione che ha definito ‘impossibile senza conseguenze umanitarie devastanti’ deve essere sostenuto accanto alla richiesta di corridoi umanitari per consentire l’accesso degli aiuti umanitari indispensabili e l’uscita di tutti i civili che lo vogliano, a cominciare dai bambini e dalle persone più fragili”. Così la Segretaria del Pd Elly Schlein.

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Abu Mazen: fuga da Gaza “catastrofe” come nel 1948.
“Lo sfollamento dalla Striscia di Gaza equivarrebbe ad una seconda ‘Nakba’ per il nostro popolo”. Lo dice il presidente palestinese Abu Mazen, citando il termine che richiama la “catastrofe” che i palestinesi affrontarono nel 1948, quando circa 760.000 palestinesi fuggirono o furono espulsi dalle loro case durante la guerra che coincise con la creazione di Israele.

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Hamas: 13 ostaggi uccisi da bombardamenti Israele.

«Sei prigionieri sono stati uccisi nel Governatorato del Nord e sette nel Governatorato di Gaza a seguito dei bombardamenti nemici». Lo affermano le Brigade al-Qassam, braccio armato di Hamas, secondo quanto riporta la tv satellitare al-Jazeera. Ci sarebbero «stranieri» tra i «13 prigionieri» che sarebbero rimasti uccisi in raid israeliani «nelle ultime 24 ore» sulla Striscia di Gaza. Lo affermano le Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, senza fornire dettagli sulla nazionalità delle persone che sarebbero rimaste uccise.

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Israele: bilancio di sangue.
Oltre 1.300 persone sono state uccise dai miliziani di Hamas in Israele nell’attacco dello scorso 7 ottobre. Lo hanno riferito le forze armate dello Stato ebraico su X, precisando che i feriti sono più di 3.200.

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Amnesty: “Le forze di Israele equipaggiate con fosforo bianco”.

“Il Crisis Evidence Lab di Amnesty International ha verificato che le unità militari israeliane che colpiscono Gaza sono equipaggiate con proiettili di artiglieria al fosforo bianco”. Lo scrive su X l’organizzazione umanitaria. “Stiamo indagando su quello che sembra essere l’uso del fosforo bianco a Gaza, compreso un attacco vicino a un hotel sulla spiaggia di Gaza City”. Inoltre, un video di mercoledì su uno degli attacchi di Israele a Gaza sembra mostrare l’uso di fosforo bianco, la controversa munizione che può causare gravi danni se usata contro i civili. Lo riporta il Washington Post citando un’analisi di Human Rights Watch. Il video, verificato dal Washington Post, mostra due colpi di artiglieria sparati in rapida successione verso i target che, una volta esplosi, rilasciano automaticamente il fosforo bianco. Un portavoce dell’esercito israeliano ha respinto le accuse definendole “inequivocabilmente false”.

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L’Idf colpisce il Libano dopo un allarme riguardante una sospetta infiltrazione di terroristi.
L’esercito israeliano ha colpito con l’artiglieria il territorio libanese. Lo ha fatto sapere il portavoce militare spiegando che l’azione è in risposta “ad un’esplosione alla barriera di sicurezza adiacente la comunità di Hanita”, al confine con il Libano. Inotre, ha aggiunto, è stato attivato “un allarme riguardante l’infiltrazione di terroristi nella comunità. I soldati dell’Idf stanno attualmente perlustrando l’area”.

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Al Jazeera: ucciso un nostro giornalista e 3 feriti al confine Israele-Libano
Un giornalista di al Jazeera è morto e altri tre sono rimasti feriti in un raid israeliano nel sud del Libano, dove è stata colpita un’auto sulla quale viaggiavano i 4. Lo ha reso noto la stessa emittente di Doha.

 

14 Ottobre 2023

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