Simbolo e pilastro dello Stato

Cos’è un kibbutz, le comunità tipiche di Israele attaccate da Hamas nell’operazione “Diluvio Al-Aqsa”

Il primo sorto a Deganya, in Palestina all'inizio del Novecento. Dal 1948, quando venne fondato lo Stato di Israele, le comunità agricole cominciarono ad accogliere famiglie di ebrei da tutto il mondo

Esteri - di Redazione Web

10 Ottobre 2023 alle 12:58

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Cos’è un kibbutz, le comunità tipiche di Israele attaccate da Hamas nell’operazione “Diluvio Al-Aqsa”

Si trovavano in un kibbutz di Be’eri i due italo-israeliani dispersi, scomparsi, forse presi in ostaggio durante l’assalto lanciato sabato scorso da Hamas nel sud di Israele. I coniugi Eviatar Moshe Kipnis e Liliac Lea Havron non hanno risposto agli appelli, potrebbero essere stati portati nella Striscia di Gaza dai terristi islamici. Ancora tantissimi i dispersi, forse 750. Potrebbero essere anche di più. E adesso che il premier Benjamin Neatnyahu a proclamato l’“assedio totale” di Gaza non si capisce che fine potrebbero fare. Le vittime in tutto sono almeno 900 tra gli israeliani, 687 tra i palestinesi. Bilanci sempre parziali.

L’analista israeliano Yyigal Carmon, Presidente del Middle East Media Research Institute, che in un documento pubblicato a fine agosto aveva previsto un imminente attacco di Hamas, ha raccontato al TG1 come i terroristi di Hamas avessero diffuso online video in cu si addestravano dentro kibbutz appositamente ricostruiti per esercitarsi, per simulare l’operazione “Diluvio Al-Aqsa”. Queste piccole comunità agricole a gestione collettiva sorte in Palestina e cresciute con l’affermazione dello Stato israeliano sono diventate un po’ un simbolo di tutto questo.

Kibbutz deriva naturalmente dall’ebraico e vuol dire “riunione”, “comune”. È una forma associativa volontaria ed egalitaria di lavoratori uomini e donne. I kibbutz sono sorti all’inizio del XX secolo – il primo a Deganya, in Palestina – come comunità di agricoltori e si sono affermati soprattutto nel Secondo dopoguerra. Quando nel 1948 venne fondato lo Stato di Israele i kibbutz rappresentavano la comunità simbolica e pratica del progetto di stato ebraico. Le famiglie vi arrivavano da tutto il mondo.

Le comunità si autogovernano, sono autosufficienti e si gestiscono a partire da un sistema di democrazia diretta, all’inizio erano improntate sul modello di un socialismo radicale. All’inizio chi ci viveva percepiva lo stesso stipendio, una casa e un lavoro, nei campi o nelle fabbriche. I guadagni venivano tutti re-investiti nella comunità. Nei kibbutz si cucina e si mangia tutti insieme. A partire dagli anni ’80 venne offerta la possibilità alle comunità di privatizzare le proprie attività e con il passare degli anni alcuni hanno introdotto un sistema di salari differenziati.

Alcuni kibbutz si sono convertiti e dedicati al turismo. Simili ai kibbutz sono i moshav, fondati sulla cooperazione tra famiglie di agricoltori. A volte i kibbutz sono circondati da cancelli o filo spinato, altre da uliveti, campi coltivati o dal deserto. Di solito ci vivono tra i cento e i mille abitanti. Oggi in Israele ce ne sono all’incirca 250, contano su una popolazione di circa 125mila abitanti. Di solito sono sorvegliati dall’esercito o dai servizi interni. I terroristi hanno attaccato diversi kibbutz nei pressi di Urim, di Be’eri, di Re’im. Hanno preso in ostaggio diverse persone. Al kibbutz di Beeri oggi sono stati trovati 108 corpi.

10 Ottobre 2023

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