Il Premio

Lavoro femminile e disuguaglianze di genere: a Claudia Goldin il Nobel all’Economia

Prima donna ad avere una cattedra al dipartimento di Economia ad Harvard. Suo il primo ampio ed elaborato studio sull'evoluzione del lavoro femminile lungo 200 anni di storia negli USA. Le rivoluzioni dell'istruzione e della pillola contraccettiva

Economia - di Redazione Web

9 Ottobre 2023 alle 13:44

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FOTO DA X (NOBEL PRIZE)
FOTO DA X (NOBEL PRIZE)

Per “aver fatto progredire la nostra comprensione dei risultati del mercato del lavoro femminile”. L’Accademia Reale svedese ha assegnato il Premio Nobel per l’Economia 2023 a Claudia Goldin. 77anni, professoressa statunitense di Harvard, storica, demografa e sociologa. È a lei che si deve il primo ampio ed elaborato studio sull’evoluzione della partecipazione delle donne al mercato del lavoro nel corso dei secoli. Analisi che hanno tratteggiato una traiettoria, modelli di società e denunciato disuguaglianze. Si legge nelle motivazioni che Goldin ha scoperto i fattori chiave delle differenze di genere nel mercato del lavoro.

Goldin è la prima donna cui è stata offerta una cattedra al dipartimento di Economia all’Università di Harvard. È anche co-direttrice del Gender in the Economy Study Group del National Bureau of Economic Research ed è stata direttrice del programma Development of the American Economy del Nber dal 1989 al 2017. È nata a New York ed è cresciuta nel Bronx, si è laureata alla Cornell ed è entrata nel programma di dottorato in Economia dell’Università di Chicago. Ha insegnato all’Università del Wisconsin-Madison, all’Università di Princeton e all’Università della Pennsylvania.

Goldin, in quel suo studio sulle differenze di genere, ha raccolto dati che hanno coperto un arco di tempo lungo 200 anni della storia degli Stati Uniti. “Grazie alla ricerca innovativa di Claudia Goldin, ora sappiamo molto di più sui fattori sottostanti e sulle barriere che potrebbero essere affrontate in futuro”, ha affermato Jakob Svensson, presidente del Comitato per il Premio in Scienze Economiche. Da quello studio emerse che la partecipazione delle donne al mondo del lavoro si può rappresentare in un grafico con una curva a “U”: nell’800, con il passaggio da una società agricola a una industriale, era diminuita, per poi ricominciare a salire con la crescita nel settore dei servizi all’inizio del XX secolo.

“Goldin ha spiegato questo andamento come il risultato di un cambiamento strutturale e dell’evoluzione delle norme sociali relative alle responsabilità delle donne nei confronti della casa e della famiglia”, ha aggiunto Svensson. La partecipazione delle donne al mondo del lavoro aveva risentito dei modelli culturali impressi nelle società: quelli della madre e della moglie soprattutto. Il patriarcato, potremmo riassumere. A incidere l’aumento dei livelli di istruzione e anche l’uso della pillola contraccettiva che ha permesso alle donne di pianificare e gestire la carriera diversamente rispetto al passato. Oggi le donne hanno in media livelli medi più alti di istruzione rispetto agli uomini nei Paesi ad alto reddito.

Ancora oggi persistono tuttavia differenze di genere già osservate nel Novecento che sui posti di lavoro diventano disuguaglianze. Per Goldin il differenziale di genere persiste ancora oggi, spesso influenzato dalla cura di figli. “La maggior parte di questa differenza di guadagno è ora tra donne e donne nella stessa occupazione, e che si verifica in gran parte con la nascita del primo figlio”.

 

9 Ottobre 2023

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