Sanità e nuova tecnologie

Tra telemedicina, robotica e intelligenza artificiale le nuove sfide del sistema sanitario

È solo una questioni di soldi? Ancora una volta lo “sconcerto informatico” e tecnologico come qualcuno lo ha definito può travolgere o rendere più avanzata la sanità del nostro paese?

Tecnologia - di Vito De Filippo

5 Ottobre 2023 alle 17:00

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Tra telemedicina, robotica e intelligenza artificiale le nuove sfide del sistema sanitario

Le parole più usate, dopo il covid, sono quasi sempre radicali. A tratti epiche. Salviamo il sistema sanitario italiano! Difendiamo l’universalità e l’equità, scolpite nella Costituzione. Le conseguenze dello scontro rotolano, di solito, con vicendevoli accuse, sui numeri e le cifre che lo Stato garantisce o ha garantito.

Parlare di soldi appare sicuramente più facile che parlare di programmazione. Ma ci sono fenomeni più profondi che possono cambiare, o far saltare l’ordine di questa rumorosa discussione sulla sanità italiana? È solo una questioni di soldi? Ancora una volta lo “sconcerto informatico” e tecnologico come qualcuno lo ha definito può travolgere o rendere più avanzata la sanità del nostro paese? Rischiamo di perdere di vista gli scenari futuri delle scienze della vita! Il nuovo” Rinascimento” come dice Remuzzi? Sono domande incombenti a giudicare dagli investimenti delle big pharma che girano fra gli esperti e le agenzie mondiali del settore (le top 20 aziende biofarmaceutiche nel mondo hanno investito 139 miliardi di dollari per spese in ricerca e sviluppo nel 2022).

Alzare la testa, cambiare il linguaggio solito dei tanti cortili e provare a vedere in faccia realtà nuove è invece più complicato. Servono competenze e cambiamenti. Domande nuove, a tratti sconcertanti, che spiazzano o disorientano cittadini, pazienti, operatori della sanità ma anche aziende farmaceutiche e decisori pubblici del settore. Non sarà facile, anche se appare inevitabile. In tanti anche nel nostro paese stanno aprendo varchi nuovi sulla trasformazione digitale collocando nella dimensione giusta quello che il mondo della ricerca e delle innovazioni sta scoprendo. Telemedicina, sensori, robotica, intelligenza artificiale, ed ancora per entrare in questo nuovo vocabolario delle Life Science, tecnologie con maggiore potenziale come la realtà estesa, la robotica assistiva, la medicina in silico e le terapie digitali.

L’Osservatorio Life Science Innovation del Politecnico di Milano da un po’ di anni raccoglie dati, organizza incontri, think tank prestigiosi per sollevare argomenti e riflessioni capaci di far uscire la sanità dalle secche di una discussione fatta, tenacemente, solo di numeri. Portarci in un territorio nuovo, a tratti avventuroso, dove la “realtà estesa” che potrà rendere più efficace l’attività chirurgica in una sala operatoria o magari l’uso della telemedicina nell’entroterra del nostro impervio Appennino che consentirà nuovi servizi diagnostici e di cura ai nostri anziani, potranno diventare realtà. Si può avere in un attimo il senso di questo nuovo scenario nel grafico (il tecnhology radar dei Professori Emanuele Lettieri, Redaelli e Dubini del Politecnico di Milano) che è stato elaborato dall’Osservatorio dove metaverso, chirurgia robotica, telemedicina, intelligenza artificiale per analisi ed immagini ecc… vengono anche calcolati nei tempi di diffusione con un arco temporale che nei prossimi 10 anni potrà rivoluzionare la sanità. Ma anche in questo caso esistono risorse.

Il PNRR e i piani sulla sanità digitale con lunghe discussioni nel tempo sono noti fra gli addetti. Due cifre ci danno la dimensione: la Missione 6 del PNRR, quella della sanità ammonta ad oltre 15 miliardi di euro mentre la spesa complessiva per la sanità digitale fino al 2021, era pari a un decimo di tale importo circa 1,5 miliardi di euro. L’Osservatorio ha censito 62 terapie digitali attualmente in commercio a livello internazionale, utilizzabili per il trattamento di varie patologie nell’area psichiatrica, principalmente per la gestione di ansia, nel campo dell’endocrinologia rivolte a pazienti affetti da obesità o diabete, e della reumatologia per il trattamento del dolore cronico.

Insomma aspetti regolatori, rimborsabilità per i pazienti, nuovi profili manageriali nel settore, utilizzo dei dati e tante altre grandi questioni dovrebbero togliere il sonno a chi deve assumere decisioni. Il dibattito sulla sanità italiana non porta con sé il rimbombo di queste sfide. Come forse meriterebbe un grande Paese con un prestigioso sistema sanitario. Infine una riflessione sulle competenze dei medici che devono cambiare. I dati dello stesso Osservatorio dicono che 2 medici specialisti su 3 non sono in grado di comprendere i benefici e le conseguenze della trasformazione digitale e di conseguenza faticano a costruire e guidare progetti.

Inoltre sempre 2 specialisti su 3 dichiarano di non essere in grado di trovare un bilanciamento corretto tra vita lavorativa e vita privata in conseguenza del fatto che il digitale ha aumentato lo spettro delle loro attività e la vicinanza del paziente che molte volte rischia di essere troppo vicino. Poi da ultimo una riflessione sui dati come bene comune e sulla necessità che i dati non siano solo conservati, ma che possano correre veloci per supportare la programmazione, le decisioni cliniche e la ricerca.

5 Ottobre 2023

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