La tragedia

Il video della caduta del bus a Mestre, le immagini del momento in cui la vettura è precipitata

Il filmato pubblicato da Il Corriere della Sera ha mostrato il momento in cui il mezzo è andato oltre il cavalcavia. L'incidente ha causato 21 vittime, tra queste c'erano un neonato e due minorenni. Il veicolo dopo la caduta ha preso fuoco. Al momento, sono state identificate sette persone, 15 sono rimaste ferite. La testimonianza dei soccorritori

Cronaca - di Redazione Web

4 Ottobre 2023 alle 12:42 - Ultimo agg. 4 Ottobre 2023 alle 12:50

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Il video della caduta del bus a Mestre

È sera, sul cavalcavia Vempa a Mestre c’era traffico. Una coda di automobili tra le quali svettavano un paio di autobus. Uno di questi si sta muovendo sulla destra. Stava trasportando 35 persone, dirette da Venezia al campeggio di Marghera. La velocità sembrava nella norma. Poi, all’improvviso quella che è stata definita una ‘manovra impropria‘. La vettura è andata contro il guardrail precipitando nel vuoto. La caduta dal ponte ha causato una strage: 21 le persone che hanno perso la vita. Tra queste c’erano un neonato e due minorenni. Sette coloro che sono stati identificate, cinque cittadini ucraini, l’autista italiano e un cittadino tedesco. 15 vittime sono rimaste ferite e sono al momento ricoverate in ospedale. Il drammatico incidente è avvenuto durante la serata di ieri ed ha sconvolto l’intero paese.

Il video della caduta del bus a Mestre

Il Corriere della Sera ha pubblicato le immagini che hanno mostrato la caduta del bus. “Nessuno sa ancora esattamente cosa sia successo – ha dichiarato a LaPresse Massimo Fiorese, amministratore delegato dell’azienda La Linea Spa, proprietaria dell’autobus quello che sappiamo è che c’era una telecamera fissa sul cavalcavia. Da quel che ho visto delle immagini, per quel poco che si può vedere, si vede il bus arrivare a meno di 50 km/h, si vedono gli stop che si accendono, quindi avrebbe frenato. Poi si vede che il mezzo si ‘appoggia’ al guardrail, si ribalta e cade giù. Specifico che l’autobus non ha preso fuoco, ha fatto solo qualche fiammella. Essendo elettrico, se avesse preso completamente fuoco sarebbe stata una tragedia anche peggiore. L’autobus aveva un anno, esattamente 12 mesi. Pesa circa 13 tonnellate. Questi bus nuovi sono anche certificati per l’antiribaltamento ma naturalmente da quelle altezze è diverso“.

Il bus, l’autista e le vittime

Tra le persone che si trovavano ieri sera a bordo del veicolo e ricoverate all’ospedale di Treviso, ci sono quattro adulti e due fratellini tedeschi di 7 e 13 anni. Questi ultimi hanno entrambi riportato fratture del femore e traumi lombari, sono stati operati durante la notte e adesso sono giudicati fuori pericolo. Sono supportati dal servizio psicologico data la perdita di entrambi i genitori. Tra gli adulti trasportati c’è una donna spagnola con ustioni sul 60% del corpo, trasferita in seguito al centro specializzato di Padova. Gli altri sono ancora due spagnoli ed un ucraino, tutti con fratture costali e vertebrali. Si trovano nel reparto di terapia intensiva, in prognosi riservata. “Siamo di nuovo lì, è sempre la stessa storia. Ma qui in Italia c’é una differenza enorme rispetto alla Spagna, i trasporti dei passeggeri sono seguiti in maniera più seria e immagino che le cause dell’incidente siano da ricercare in un guasto più che in una disattenzione del conducente“. Lo ha detto all’Adnkronos Alessandro Saracino, papà di Serena la ragazza torinese morta il 20 marzo 2016 insieme ad altre sei studentesse italiane (delle dodici vittime in totale) durante un viaggio in pullman dopo una gita prevista dal programma Erasmus.

Il precedente: parla il papà di una delle vittime

Mi auguro che la storia finisca diversamente – ha aggiunto Saracino – d’altronde peggio di come è finita la nostra è difficile, non c’é stato neanche un giorno di processo. Ovunque succeda qualcosa agli italiani il nostro Stato non li tutela, può accadere di tutto e alla fine non è mai colpa di nessuno. Fossero mai americani, tedeschi o francesi le vittime, i processi andrebbero diversamente secondo me“. Ha affermato ai microfoni di Radio Rtl 102.5, il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia (che ha ipotizzato una giornata di lutto nazionale): “Si ipotizza un possibile malore dell’autosta. Ho visto io personalmente cosa può accadere quando una persona si sente male al volante, e questo potrebbe spiegare l’incidente del pullman. L’autista era un giovane, del mio territorio, una persona conosciuta e stimata. Gli inquirenti diranno ciò che è accaduto“.

I soccorsi e le indagini

Anche Fiorese, l’ad di La Linea, ha parlato del conducente, Alberto Rizzotto: “Era un autista molto coscienzioso. Aveva iniziato il turno due ore prima. Rizzotto effettuava come tutti gli autisti controlli medici accurati ogni anno. È’ un incidente veramente inspiegabile perché è avvenuto in un’area urbana, ha coinvolto un pullman elettrico nuovo e la velocità in quel momento era bassissima. Attendiamo i risultati dell’autopsia per capire qualcosa“. Lavoro senza sosta per i soccorritori: “Ci siamo trovati di fronte una situazione speciale, particolare, inizialmente molto caotica, gestita grazie alle risorse e alla disponibilità di tutti in maniera encomiabile. Sono arrivata come secondo mezzo sul posto e insieme ai colleghi ho assunto il coordinamento della componente sanitaria“, ha spiegato la dottoressa Federica Stella, dirigente medico del 118 intervenuta ieri sera sul luogo della tragedia. “Siamo stati sempre di più – ha proseguito – inizialmente le prime automediche e ambulanze, poi il supporto ci ha permesso di avere numeri quasi in esubero rispetto alle necessità. Siamo arrivati a pochi minuti dall’evento e chiuso in due ore tutta la componente sanitaria. Avevamo tutti pazienti molto giovani, alcuni bambini e ragazzi e per il resto tutti sotto i 50 anni“, ha concluso Stella.

Il video

4 Ottobre 2023

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