I dati drammatici
Unicef: quasi 12mila ragazzini fanno da soli il viaggio della speranza
Aumentati del 60% i minori stranieri non accompagnati che hanno attraversato il Mediterraneo verso l’Italia
Cultura - di Umberto De Giovannangeli
“Il Mar Mediterraneo è diventato un cimitero per i bambini e il loro futuro. Il tragico bilancio delle vittime tra i bambini in cerca di asilo e di sicurezza in Europa è il risultato di scelte politiche e di un sistema migratorio in crisi”. Più chiara di così Regina De Dominicis, Direttore regionale dell’Unicef per l’Europa e l’Asia centrale e Coordinatore speciale per la risposta ai rifugiati e ai migranti in Europa, non poteva essere. Dati drammatici, una tragedia umanitaria senza fine, responsabilità politiche acclarate, emergono con nettezza nel corso della conferenza stampa ieri alla Sala stampa estera a Roma.
Tra giugno e agosto di quest’anno, almeno 990 persone, tra cui bambini, sono morte o scomparse mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo centrale, il triplo rispetto allo stesso periodo dell’estate scorsa. Molti naufragi non lasciano superstiti e molti non vengono registrati, rendendo il numero reale delle vittime probabilmente molto più alto. Oltre 11.600 minori stranieri non accompagnati hanno attraversato il Mediterraneo centrale per raggiungere l’Italia senza i loro genitori o tutori legali tra gennaio e metà settembre 2023. Si tratta di un aumento del 60% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando circa 7.200 minorenni non accompagnati o separati hanno compiuto la pericolosa traversata.
Lampedusa è spesso il primo porto di approdo per le persone in cerca di asilo, sicurezza e opportunità in Europa. Il numero di arrivi ha raggiunto il picco questo mese, con 4.800 persone arrivate in un solo giorno. Gli operatori dell’Unicef sono presenti a Lampedusa dove forniscono assistenza legale e individuano i casi più fragili tra i migranti minorenni che sbarcano al Molo Favaloro. «Sull’isola ci sono stati anche 4.800 arrivi in un solo giorno, e i migranti hanno raggiunto un picco di oltre 7 mia presenze, in un’isola che ha meno di 6 mila abitanti. Molti minori sono arrivati segnati dalla fatica, feriti, con patologie, psichicamente traumatizzati. È importante garantire loro trasferimenti verso strutture adeguate per trattare questi casi», dice Nicola Dell’Arciprete, Coordinatore Unicef della risposta migranti e rifugiati in Italia.
I minorenni che intraprendono questi viaggi spaventosi da soli sono spesso imbarcati su gommoni sovraffollati o su scadenti barche da pesca in legno, inadatte alle cattive condizioni atmosferiche. Alcuni vengono alloggiati nella stiva della nave, altri su chiatte di ferro – particolarmente pericolose per la navigazione. La mancanza di capacità di ricerca e soccorso coordinate e adeguate a livello regionale e di cooperazione in mare al momento dello sbarco aggrava i pericoli che i bambini corrono durante la traversata. Guerre, conflitti, violenza e povertà sono tra le principali cause che spingono i minorenni a fuggire da soli dai loro Paesi d’origine. I dati dimostrano che i minorenni non accompagnati sono a rischio di sfruttamento e abuso in ogni fase del viaggio, con le ragazze e i bambini dell’Africa subsahariana che hanno maggiori probabilità di subire abusi.
I bambini che sopravvivono al viaggio vengono ospitati in centri noti come hotspot, prima di essere trasferiti in altre strutture di accoglienza. “L’adozione di una risposta a livello europeo per sostenere i bambini e le famiglie in cerca di asilo e sicurezza e un aumento sostenuto degli aiuti internazionali per sostenere i Paesi che devono affrontare crisi multiple sono disperatamente necessari per evitare che altri bambini soffrano”, sottolinea De Dominicis.
Più di 21.700 minorenni non accompagnati in tutta Italia si trovano attualmente nelle strutture di accoglienza , rispetto ai 17.700 di un anno fa. Il problema, rimarca il portavoce di’Unicef Italia Andrea Iacomini, è che «c’è una carenza di posti nei centri di prima accoglienza, e molti Msna sono trasferiti in strutture emergenziale, si spera per poco tempo, ma che spesso si protraggono per molti giorni. È fondamentale garantire a tutti i diritti stabiliti dalla legge Zampa e soprattutto dalla Convenzione internazionale di New York sui diritti dell’infanzia». La legge Zampa. Quella che il governo Meloni vuole smantellare.