L'esperto

Terremoto a Napoli, sono 40 al giorno le scosse nell’area flegrea: “Sarà così per molto tempo”

Per il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo, il motivo di questi continui sciami sismici è da ricondurre al costante innalzamento del terreno. I numeri sulla quantità di scosse giornaliere percepite e rilevate nell'area sono impressionanti. Al momento pare che tali fenomeni sono destinati ad aumentare. Il Presidente dell'Ingv: "È come il terremoto dell'80"

Scienza - di Redazione Web

25 Settembre 2023 alle 14:07 - Ultimo agg. 25 Settembre 2023 alle 14:10

Condividi l'articolo

Eruzione ai Campi Flegrei

Più di un terremoto all’ora, 1.200 scosse al mese per un totale di 40 fenomeni sismici al giorno. Sono questi i dati che hanno messo in allarme la zona flegrea e l’area occidentale di Napoli. I recenti terremoti avvenuti in quella zona, rilevati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e percepiti dai cittadini, hanno posto l’accento sui pericoli che un’eventuale eruzione della caldara, potrebbero causare alla popolazione. Così si è tornato a parlare di sicurezza e di piani di evacuazione, soprattutto si è dato spazio alle opinioni degli studiosi e degli scienziati.

Quante scosse di terremoto a Napoli e ai campi flegrei

Il Corriere del Mezzogiorno ha riportato le dichiarazioni del vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo: “Si potrebbe continuare così per mesi, forse addirittura per anni, perché fino a quando il suolo continuerà a sollevarsi – attualmente di circa 15 millimetri al mese – i terremoti proseguiranno a turbare i sonni dei residenti“. Proprio qualche giorno fa il ricercatore dell’Ingv aveva espresso i suoi dubbbi sull’efficienza e l’efficacia dei piani di sicurezza da attivare in caso di eruzione.

L’allarmismo

Insomma, l’innalzamento del suolo non solo non si è arrestato ma è aumentato. Per questo gli sciami sismici sono sempre più numerosi e le magnitudo delle scosse sempre più alte. Proprio qualche settimana fa, proprio con epicentro a Pozzuoli (ma a pochi chilometri di profondità), c’è stata la scossa di terremoto più forte degli ultimi 40 anni. In questo periodo le amministrazioni locali sono in allarme e in filo diretto con il Dipartimento nazionale della Protezione civile. Lo scorso 12 settembre c’è stato anche il primo test di IT-Alert con una notifica di prova inviata sugli smartphone dei cittadini.

Il presidente dell’Ingv

Ha spiegato all’Adnkronos, Carlo Doglioni, Presidente dell’Ingv: “Si sta riproponendo quello che è successo all’inizio degli anni Ottanta, ovvero un aumento delle sismicità, chiaramente legata alla dinamica del vulcano in profondità ad alcuni chilometri. L’Ingv sta monitorando minuto per minuto l’evoluzione ma non siamo in grado di prevedere quel che può accadere, certamente ci stiamo avvicinando a una situazione di crisi come quella, appunto, di 40 anni fa. Dobbiamo quindi prestare la massima attenzione. Anche oggi siamo all’interno del range di magnitudo registrato nelle ultime settimane:

è una evoluzione normale, abbiamo visto che c’è una maggiore frequenza di eventi e sta aumentando un po’ l’intensità. Come Osservatorio Vesuviano dell’Ingv stiamo monitorando anche le variazioni eventuali di gas e la velocità del sollevamento del bradisismo. Non abbiamo elementi che ci possano portare a dire che ci sarà una eruzione, però ci sarà un aumento della sismicità. Possiamo dedurlo dall’osservazione statistica del numero crescente di eventi. Per ora nessun allarme, certamente è una situazione su cui noi, come Istituto, abbiamo gli occhi puntati“.

25 Settembre 2023

Condividi l'articolo