Il 24enne ucciso
Funerali di Giogiò Cutolo, la lettera della sorella Ludovica: “Napoli sei tu, non è Gomorra o Mare Fuori”
Piazza e Chiesa del Gesù Nuovo gremiti a Napoli per il funerale del ragazzo ucciso a colpi di pistola a Piazza Municipio. "Tu sei un centro di gravità permanente. Tu ami questa città e mai l'avresti lasciata nonostante io ti avessi detto di farlo"
Cronaca - di Redazione Web
“Napoli sei tu e non Gomorra, non è Mare fuori o il Boss delle cerimonie”, ha scritto Ludovica Cutolo in una lettera letta al funerale del fratello Giovanbattista Cutolo, il musicista 24enne ucciso a colpi di pistola in Piazza Municipio a Napoli nella notte tra il 30 e il 31 agosto. Arrestato e accusato un minorenne di 16 anni. L’autopsia ha esaminato che la vittima aveva il volto tumefatto ed era stata raggiunta da tre proiettili, due al petto e uno alle spalle. Un omicidio generato a partire da un futile litigio per il parcheggio di un motorino. “Siamo sempre Giogiò e Lulù”, ha scritto la sorella.
La lettera della sorella è stata letta prima dell’inizio del rito funebre celebrato dall’arcivescovo Domenico Battaglia. Ludovica ha affidato la lettera che ha scritto per il fratello a un’amica di nome Rosaria che l’ha letta al microfono. “Mi sono limitata sempre a dire che eri la persona più sensibile. Eri la mia piccola ombra, il gigante buono. Quante volte hai creato piccole trappole in casa, opere ingegneristiche e tutti gli scherzi. Siamo sempre stati una squadra. Non ti è mai importato cosa io volessi, lo esaudivi. Parli con tutti, sei curioso su tutto. Uso il presente perché è l’unico che tu conosci. Imitando te ho imparato che nessuno va lasciato mai da solo. Perché suoni il corno? Perché nessuno lo suona. Sei un gigante buono, sempre a sorreggere tutti. Tu sei un centro di gravità permanente. Tu ami questa città e mai l’avresti lasciata nonostante io ti avessi detto di farlo. Napoli sei tu, non è Mare fuori o Gomorra o il Maestro delle cerimonie. Mamma sta lottando per te, con la forza di cento uomini perché non puoi essere definito da quello che ti è successo. Io non sono figlia unica. Siamo sempre Giogiò e Lulù”.
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La messa è stata programmata alle 15:00. Presenti anche i ministri Matteo Piantedosi e Gennaro Sangiuliano. Piazza e chiesa del Gesù Nuovo gremite di gente. “Giovanbattista perdonaci, perdona chi si gira dall’altra parte. Di fronte a questa bara nessuno può dirsi assolto. Accetta la mia richiesta di perdono perché sono colpevole anche io. Accetta il perdono e le scuse di coloro che si girano dall’altra parte. Perdonaci tutti, quella mano l’abbiamo armata anche noi con i nostri ritardi, individualismi. E se vi dicono di andare via da Napoli, di fuggire, io vi dico, restate!”, le parole dell’arcivescovo Battaglia nell’omelia accolte da un lungo applauso.
“Non vorrei essere qui oggi. Non vorrei essere qui ad accompagnare l’ennesimo giovane figlio di Napoli, ucciso senza alcun motivo dalla mano di un altro figlio di questa città. Non vorrei essere qui non perché voglia sottrarmi al dolore immenso dei genitori di Giovanbattista e di tutti coloro – parenti, amici, compagni – che lo piangono con il cuore spezzato e straziato dall’angoscia, dall’incredulità, dallo smarrimento. Non vorrei essere qui perché semplicemente avrei voluto che non ce ne fosse il motivo”. La madre di Giovanbattista Cutolo alla fine dell’omelia ha abbracciato la bara bianca. Fin dall’inizio dei funerali si era accomodata nei banchi delle autorità, tra il governatore Vincenzo De Luca e il ministro degli Interni Matteo Piantedosi.