Patria e famiglia

Sorelle d’Italia, anche Giorgia tiene famiglia e nomina Arianna Meloni

La sorella maggiore della premier promossa a responsabile della segreteria politica di FdI per sorvegliare il partito da Palazzo Chigi

Politica - di David Romoli - 25 Agosto 2023

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Sorelle d’Italia, anche Giorgia tiene famiglia e nomina Arianna Meloni

Famiglia, famiglia, famiglia. Non c’è parola più ripetuta nei comizi e nelle dichiarazioni della destra italiana, e d’altra parte cosa c’è di più italiano del culto familista? Sarà per questo che sorella Giorgia ha deciso di dare il buon esempio promuovendo sua sorella e incaricandola di coordinare il resto della figliolanza tricolore come responsabile della segreteria politica di FdI? Donzelli, il “fratello scalmanato” come ce n’è in ogni famiglia che si rispetti, minimizza la nomina: “È solo l’ufficializzazione di un ruolo che Arianna Meloni stava già svolgendo da tempo in via della Scrofa”.

Gli sfugge che il problema non è tanto il nome quanto la cosa: il ruolo di assoluto potere che la sorella minore (anagraficamente) ha affidato alla maggiore (di un paio d’anni, mese più mese meno). Arianna già si occupava del tesseramento, faccenda tutt’altro che secondaria, e soprattutto, come nuovo membro del cda della Fondazione An, il forziere del partito, di quattrini. Più precisamente di immobili, rappresentando questi il grosso della cinquantina e passa di milioni nelle casse di FdI. Ora è anche uffcialmente responsabile della segreteria politica e in fondo la carica ufficiale qualcosa significa. La sorella del capo nonché moglie del cognatissimo ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, è anche formalmente, non più solo sulla base di un rapporto fiduciario, quanto di più vicino ci sia al “numero 2” di FdI. Un affare di famiglia.

Eppure sarebbe probabilmente sbagliato sospettare la sorellona di stanza a Chigi di nepotismo. Non è quello il nocciolo della faccenda ed è davvero improbabile che la premier abbia assegnato il delicato incarico alla congiunta solo per premiare i legami di sangue. In ballo c’è altro, c’è il controllo del partito che Giorgia Meloni vuole mantenere saldamente nelle sue mani. Non è uno di quei leader che si fanno sentire solo quando si tratta di questioni essenziali e per il resto si affidano a ras e capetti: Giorgia preferisce controllare e vistare tutto di persona. Faceva così da leader di partito, vuol proseguire sulla stessa strada anche da presidente del Consiglio. Però non può perché, per quanto multitasking possa essere, tenere gli occhi spalancati sia sull’azione del governo che su quella del partito non è possibile. Fosse stata su piazza Patrizia Scurti, la fidatissima segretaria particolare, non ci sarebbe stato problema. Ma proprio in virtù di quel rapporto strettissimo e di quella fiducia assoluta la premier ha voluto la segretaria con sé anche a palazzo Chigi.

Provvidenza vuole che ci sia un rapporto tra sorelle che già mesi fa, in tempi non sospetti, la maggiore delle due definiva “simbiotico”. Arianna lo sintetizzava così in una commossa intervista: “Lei è la più grande, la più bella, la più coraggiosa. Io sono stata una ragazzina difficile, piuttosto chiusa. Lei, che è sempre stata solare e amata da tutti, mi si portava dietro”. Di sua sorella la presidente può fidarsi come di se stessa e questo spiega la folgorante ascesa che non è necessariamente finita qui. Le elezioni europee sono vicine: una candidatura con sicurissima elezione siglerebbe il definitivo ingresso di Meloni 2 nel cuore della politica e allo stesso tempo permetterebbe alla premier di convogliare sul suo nome una quantità di voti che probabilmente non mancherebbero di arrivare.

Il criterio fondamentale nel cursus honorum tricolore, l’affidabilità agli occhi della premier, spiega anche l’ulteriore promozione del sottosegretario Fazzolari, che già deve allo strettissimo rapporto con Giorgia la postazione importantissima che spartisce con Alfredo Mantovano: sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Sarà lui a prendere il posto di Mario Sechi, attuale responsabile della comunicazione del governo ma in procinto di tornare a fare il suo lavoro di giornalista come direttore di Libero, e da quella posizione metterà lo zampino anche nella comunicazione del partito, in stretto rapporto con Andrea Moi, il dirigente che appena nominato alla guida di quel dipartimento si è inventato il tour nelle spiagge. Perché la premier ci tiene appunto a tenere sotto personale controllo proprio tutto: anche la comunicazione.

25 Agosto 2023

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