Che resta della campagna?
Prometteva pensioni, meno sbarchi e meno tasse: il fallimento completo del governo Meloni
Molti governi precedenti hanno fallito diversi loro obiettivi. Nessuno mai in modo così vistosamente clamoroso e completo.
Editoriali - di Piero Sansonetti
Il ministro Giorgetti ci ha informato che una riforma delle pensioni è impossibile, con questo tasso di natalità così basso. Forse, addirittura, il ministro Giorgetti pensa – ma ancora non dice – che sia necessario un inasprimento della famosa legge Fornero che portò centinaia di leghisti, ispirati da Salvini, a manifestare sotto casa della ministra del governo Monti, e addirittura sotto casa dei suoi genitori. Il tasso di natalità ai tempi della Fornero era più o meno identico a quello di oggi.
Ed era identico anche durante l’ultima campagna elettorale. Nessuno della Lega, o del centrodestra, chiese a Giorgetti se la promessa di abbassare l’età della pensione fosse compatibile col tasso di natalità? È per questo – per questa dimenticanza – che il centrodestra condusse e vinse una campagna elettorale che aveva tra i suoi pilastri la promessa delle pensioni prima della vecchiaia? Il ministro Piantedosi ci informa che i blocchi navali non funzionano. E anche gli accordi con la Tunisia, nonostante il loro bassissimo tasso di etica, danno pessimi risultati.
Gli sbarchi si sono triplicati e il sistema di accoglienza (che fu raso al suolo dai decreti Salvini pre-papeete) non regge. Il ministro Piantedosi ci informa che tutto questo avviene non per colpa del governo ma della pressione eccessiva prodotta dalle enormi differenze di reddito tra molti paesi africani e i paesi Europei. Penso che il ministro Piantedosi dica la verità. Mi chiedo se quando si svolse l’ultima campagna elettorale, e quando fu promesso che un governo di centrodestra avrebbe bloccato gli sbarchi, le condizioni economiche dei paesi africani fossero molto migliori di quelle attuali. Non credo. Forse nessuno chiese a Piantedosi come stavano le cose.
Così la promessa di bloccare gli sbarchi è andata in fumo, e gli sbarchi sono triplicati. Le tasse sulla benzina, eccessive – ci informa il ministro Urso – stanno facendo aumentare moltissimo i prezzi al distributore. E questo determina un aumento dell’inflazione, perché i trasporti delle merci, specie delle merci di più largo consumo, costano di più. Ma il ministro Urso ci dice anche che le tasse sulla benzina non possono essere abbassate. Ricordo che in campagna elettorale l’attuale capo del governo aveva annunciato che avrebbe abbattuto le tasse sulla benzina. Disse che quelle tasse erano una rapina. Non le ha abbassate. Le ha alzate.
Nessuno prima della campagna elettorale aveva chiesto al futuro ministro Urso se sarebbe stato possibile, o no, abbattere quelle tasse? La Flat Tax sui redditi delle persone al 15 per cento era la stella polare della campagna elettorale. Oggi l’Irpef continua ad oscillare tra il 25 e 45 per cento. Perché? Beh, se si facesse davvero la Flat tax si porterebbe lo Stato al fallimento. Nessuno aveva chiesto, prima della campagna elettorale, a qualche studente del primo anno di economia, se la Flat tax fosse possibile, e come mai nessun paese dell’occidente la praticasse? Tiriamo le somme.
Sui tre punti chiave del suo programma elettorale il governo Meloni ha fallito. Fallito al 100 per cento. E questo è un male? No, per l’Italia non è un male, perché il blocco navale, lo scassamento dell’Inps e la Flat tax erano pessime idee. Per fortuna non sono state realizzate. Però, a questo punto, sarebbe giusto se il governo alzasse bandiera bianca. Molti governi precedenti hanno fallito diversi loro obiettivi. Nessuno mai in modo così vistosamente clamoroso e completo.