La decisione di Fitto
Terza rata del Pnrr tagliata di mezzo miliardo, il governo Meloni ‘rimanda’ gli studentati per sbloccare i soldi da Bruxelles
Politica - di Carmine Di Niro
Altre modifiche per ottenere la terza rata del Pnrr da 19 miliardi. Dopo le dieci modifiche decise la scorsa settimana per salvare la quarta rata, il governo Meloni rimette mano al Piano nazionale di riprese e resilienza per non buttare al vento i soldi che l’Italia è riuscita ad ottenere da Bruxelles in cambio delle tante agognate riforme.
Sul piatto il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, che ha la ‘delega’ al Pnrr, ha lasciato 519 milioni di euro, che potrebbero essere versati più avanti, assieme alla quarta rata ancora in stallo. In cambio l’esecutivo di Giorgia Meloni ha ottenuto una proroga sulla realizzazione dei posti letto negli studentati, uno degli obiettivi più contestati da Bruxelles.
Il nodo che il governo non è riuscito a risolvere riguarda infatti i 7.500 nuovi posti letto negli studentati universitari, che Meloni e soci non hanno dimostrato di aver creato e che doveva “mettere a terra” entro fine 2022: una quota che verrà accorpata nei 60mila previsti entro la fine del 2026, scadenza del Pnrr.
Fitto ha portato la proposta in una riunione lampo della Cabina di regia del Pnrr alla presenza anche dei ministri Ciriani, Zangrillo, Casellati, Lollobrigida, Sangiuliano, Locatelli, Pichetto Fratin, Bernini, Schillaci, oltre che ai rappresentanti di Regioni, Anci e Upi.
Quest’ultima modifica a uno dei 55 obiettivi della terza rata si aggiunge a quelle già decise nei mesi scorsi, a partire dall’esclusione del “Bosco dello Sport” di Venezia e della ristrutturazione dello stadio di Firenze dai progetti finanziati con i fondi europei per la vivibilità delle periferie e dalla correzione del regolamento sulle concessioni portuali.
Secondo fonti dell’esecutivo il saldo fra terza e quarta rata rimarrebbe inalterato, 35 miliardi, ma al momento non è chiaro come potrebbe essere ottenuto: vi sono sul tavolo le ipotesi di un versamento simultaneo nella seconda metà del 2023 di terza e quarta rata oppure, alternativa più probabile, si cercherà di ottenere al più presto la terza rata da 18,8 miliardi di euro ed entro la fine dell’anno la quarta.
Durissima la reazione del Partito Democratico al “taglio” da mezzo miliardo deciso dal governo per sbloccare la terza rata. “Consideriamo assolutamente sconvolgente che fino a ieri pomeriggio in Audizione in Parlamento, espressamente sollecitato al riguardo, il Ministro Fitto non abbia detto nulla su questa ipotesi di modifica e perdita di risorse sulla terza rata del Pnrr, continuando a nascondere la realtà al Paese”, dichiarata il deputato Dem Piero De Luca, capogruppo in commissione Politiche Ue e con delega al Pnrr per la presidenza del Gruppo.
“Nel merito, emerge la verità di un governo incapace, per nulla in grado di attuare nella sua integrità il Piano rispettando gli impegni previsti. Per questo ha deciso di definire una revisione al ribasso della rata rinviando alcuni progetti, con uno slittamento del pagamento di 500 milioni, che rischia però soltanto di aggravare ulteriormente il carico di impegni legati alla quarta rata, che in realtà dovevano essere raggiunti già entro lo scorso 30 giugno. Insomma, il quadro è estremamente preoccupante e pericoloso per il Paese“, spiega De Luca.
All’attacco vanno ovviamente anche l’Unione degli Universitari, che sottolineano come “sugli studentati avevamo ragione ma il Ministero non ci ha mai voluto ascoltare“. “Avevamo detto – spiega l’Udu in una nota – che non era corretto dare 210 milioni ai privati, spesso per posti letto che esistevano già mentre andavano rendicontati solo posti letto nuovi. La responsabilità di questo fallimento è tutta del Governo. Vogliamo che la Ministra Bernini ci convochi con urgenza per ripensare insieme il piano di realizzazione degli studentati“, dicono gli studenti.
“Sul tavolo ci sono 960 milioni di euro per realizzare 60mila posti letto entro il 2026. L’Italia non può permettersi di perdere questi importanti fondi. Siamo disponibili a collaborare con il Ministero, ma dall’altra parte ci aspettiamo la volontà di mettere al centro il diritto allo studio di tutti, anziché il profitto economico di pochi. Vogliamo che la Ministra Bernini convochi con urgenza le organizzazioni studentesche e quelle sindacali per ripensare insieme il piano di realizzazione degli studentati. Al Governo chiediamo soltanto di ascoltare le nuove generazioni per evitare un ulteriore danno di credibilità internazionale“, conclude l’Udu.