La decisione della Cassazione
Signor Salvini, clandestino sarà lei…
E' una soddisfazione vedere il povero Salvini restare a mezza frase perché non può più dire “clandestino”…
Politica - di Piero Sansonetti
La Corte di Cassazione ha deciso che è illegittimo definire “clandestino” un rifugiato che chiede asilo politico. Bastava in realtà un po’ di buonsenso per capire che se hai chiesto asilo non sei clandestino. Per una ragione molto semplice. Che il Parlamento italiano, con il consenso e l’appoggio della destra e dei 5 Stelle, ha fatto in modo che una dura condizione sociale come quella del sans papiers, cioè del migrante senza documenti, sia considerata dalla legge un reato.
La clandestinità, qui da noi, è un reato vero e proprio, come il furto, lo stupro, l’omicidio. Talmente è un reato che è un reato persino l’osservanza di un precetto evangelico – quello di proteggere gli affamati e gli assetati e gli stranieri e i pellegrini – attività punita dalla legge perché considerata favoreggiamento della clandestinità. Ora uno può ragionare finché vuole sull’orrore e la sadicità contenuta in questa legge. Però la legge è nel codice, e quando il Pd ha provato a cancellarla è stato sonoramente battuto.
Dunque se ne evince che se tu dai del clandestino (quindi autore di reato) a una persona che clandestino non è, fai una cosa illegale e puoi essere querelato. Come se dai del ladro a uno che non ha rubato o dell’assassino a chi non ha ucciso. Cosa cambia? Niente, per carità. Oltretutto io ho fortissimi dubbi sul fatto che debba essere una Corte a stabilire il linguaggio. Però, lasciatemelo dire, è una soddisfazione vedere il povero Salvini restare a mezza frase perché non può più dire “clandestino”…