Ma Astral sbarca in Italia...
“Tornate in Tunisia”, il governo Meloni tenta di rispedire i migranti indietro: il braccio di ferro con Open Arms
Cronaca - di Carmine Di Niro
Il governo Meloni è ormai in estrema difficoltà nella gestione degli sbarchi di migranti, in particolare sull’isola di Lampedusa. Soltanto tra giovedì e venerdì ne sono arrivato più di 3mila e, con l’estate e dunque un meteo più favorevole, gli sbarchi sull’isola sono spesso mille al giorno.
Una situazione complicata da gestire per l’isola e per l’hotspot gestito dalla Croce Rossa, costantemente a rischio collasso.
È in questo scenario che emerge il doppio volto dell’esecutivo di destra che, come noto, prometteva tramite la Meloni addirittura il “blocco navale”. La versione “light”, se così possiamo chiamarla, è stato il decreto approvato lo scorso anno che seppur non impedisce lo sbarco dei migranti soccorsi, lo rendo più complicato.
La questione chiave è il divieto nei confronti delle navi delle Ong di compiere soccorsi multipli, ovvero soccorrere più imbarcazioni di migranti nello stesso viaggio prima di vedersi assegnare un porto di sbarco.
Contravvenendo al suo stesso decreto legge, il governo ha più volte autorizzato le Ong ad aggirare il suo stesso decreto, segnale di una situazione nel Mediterraneo sempre più complicata da gestire.
Caso eclatante riguarda la nave Astral, della Ong Open Arms. Nelle prime ore di venerdì la nave aveva soccorso un barchino in zona Sar maltese che si trovava in condizioni molto precarie con 59 persone a bordo, tra cui 20 donne e cinque bambini piccoli: alla richiesta di un “porto sicuro” italiano in cui sbarcare, Roma ha chiesto di tornare in Tunisia, e di non sbarcare in nessun caso a Lampedusa.
Dopo aver effettuato un’evacuazione medica per una donna in stato di gravidanza con perdita di coscienza coordinata dalla Guardia Costiera maltese, abbiamo ricevuto nuovamente indicazione di chiedere Pos a Tunisia da parte delle autorità italiane.
Ricordiamo che la… pic.twitter.com/5hc7XUAO8n
— Open Arms IT (@openarms_it) August 11, 2023
“Dopo reiterate richieste di un porto di sbarco vicino, le autorità italiane hanno risposto dando indicazione di chiedere il porto alla Tunisia nonostante il soccorso fosse avvenuto in zona Sar maltese, fosse stato coordinato dall’Italia e nonostante in un primo momento fosse stato indicato il porto di Lampedusa come luogo di sbarco”, ha enunciato la Ong.
La Tunisia ovviamente non può in alcun modo esser considerata un “porto sicuro”: il regime del presidente Kais Saied, che guida il Paese in maniera sempre più autoritaria, da tempo ormai ha reso le condizioni di vita dei migranti sempre peggiori. Ciò nonostante da settimane si ripetono le “processioni” dei leader europei a Tunisi, dalla stessa Meloni alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, nel tentativo di “esternalizzare” il “problema migranti” semplicemente pagando il regime per tenerseli lì, lontano dalla “fortezza Europa”.
Soltanto dopo le proteste della Ong l’Italia nella serata di venerdì ha finalmente concesso un approdo sicuro alla nave Astral, in questo caso Porto Empedocle.
Assegnato Porto Empedocle come porto di sbarco per le 59 persone a bordo di #Astral.
Dopo ore di attesa, donne, bambini e uomini provati dal mare e dalla traversata, potranno ricevere le cure cui hanno diritto.
Noi continuiamo. #Astral pic.twitter.com/cyYpXdO3l4— Open Arms IT (@openarms_it) August 11, 2023
Nella giornata di venerdì l’Agenzia europea per il controllo delle frontiere, Frontex, ha comunicato alcuni dati sugli sbarchi: nei primi sette mesi del 2023 i migranti arrivati tramite la rotta del Mediterraneo centrale, cioè verso l’Italia, sono stati più di 89mila: è più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2022 e il massimo dal 2017. Sempre tra gennaio e luglio i morti sarebbero sarebbero 2.060, e quasi tutti (circa 1.800) nel Mediterraneo centrale: una stima probabilmente al ribasso.