La cerimonia del Ventaglio

Il pessimo discorso di Mattarella: attacca il Parlamento e dice frasi fatte sui migranti

Il Presidente ha esaltato la politica del governo italiano che ha scelto la via dell’amicizia e del dialogo con la Tunisia e con altri regimi dittatoriali del Nord Africa. È stata davvero impressionante la mancanza di coerenza, la spavalderia nella giravolta.

Politica - di Piero Sansonetti

28 Luglio 2023 alle 15:00

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Il pessimo discorso di Mattarella: attacca il Parlamento e dice frasi fatte sui migranti

Ieri il Presidente della Repubblica ha parlato ieri ai giornalisti durante la cerimonia del ventaglio, una vecchia tradizione che nasce, credo, addirittura nell’ottocento e consisteva nella consegna a fine luglio di un ventaglio al Presidente della Camera da parte della stampa parlamentare. Poi, nella seconda Repubblica, il ventaglio ha cambiato destinatario e ora viene consegnato al Presidente della Repubblica. Il quale ha colto l’occasione per pronunciare un discorso pessimo.

Scusate il giudizio drastico ma è inevitabile. Pessimo. C’erano due temi difficili da affrontare. Il primo è quello dei migranti, il secondo il tema della giustizia e del rapporto tra politica e magistratura. Su entrambi Mattarella ha dato il peggio di se. Sui migranti il Presidente era chiamato a spiegare come mai giorni fa ha ricevuto con tutti gli onori al Quirinale il Presidente tunisino, Saied, responsabile della morte di decine di profughi che il suo esercito ha portato con le camionette nel deserto, al confine con la Libia, e li ha lasciati lì a morire di sete. Alcuni giornali, non molti, in questi giorni hanno pubblicato in prima pagina delle foto tragicissime che vengono dal deserto.

Quella di una mamma, morta bruciata dal sole e dalla sete, stesa a terra vicina alla sua bambina, anche lei morta, rannicchiata vicino a lei a cercare inutilmente protezione. Quella della stessa mamma, con la stessa bambina, qualche settimane fa, vive e sorridenti prima del trattamento tunisino. Ieri la foto di un papà, anche lui morto per il caldo e la sete nel deserto, anche lui vicino al figlioletto. È vero che le foto sono girate più sul web che sui giornali. La stampa italiana non è sensibilissima sul tema della strage di migranti in atto, per mano o su mandato della civile Europa.

Però la più atroce di queste foto è stata pubblicata in prima pagina da un giornale che ha un suo peso nella discussione pubblica: L’Osservatore Romano, il giornale del Vaticano. Accompagnata da un articolo nel quale la giornalista, immagino a nome della Chiesa cattolica, chiedeva scusa alle vittime per questa ignominia. Mattarella nel suo discorso ha citato la foto, ha detto di essersi commosso, ha spiegato che questa foto “interroga le responsabilità di tutti noi”. Benissimo. Poi ci aspettavamo che ci spiegasse perché ha ricevuto, senza fiatare, il responsabile numero uno di queste morti. Il dittatore tunisino. Niente. Anzi, l’opposto: il Presidente ha esaltato la politica del governo italiano che ha scelto la via dell’ amicizia e del dialogo con la Tunisia e con altri regimi dittatoriali del Nord Africa. È stata davvero impressionante la mancanza di coerenza, la spavalderia nella giravolta.

Dopodiché il Presidente della Repubblica ha parlato di giustizia, invocando la Costituzione e facendo strame della Costituzione. Ha spiegato che la Costituzione prescrive l’indipendenza e l’autonomia della magistratura (in realtà la Costituzione prescrive l’indipendenza del giudice, non della magistratura) e poi si è scagliato contro il Parlamento contestandogli il potere di istituire commissioni di inchiesta che rischiano – ha detto – di sovrapporsi o addirittura di contrapporsi alla magistratura, “mentre è alla magistratura e solo alla magistratura che la Costituzione riserva il compito di giudicare”.

E ha sostenuto che se il Parlamento istituisce commissioni di inchiesta – o addirittura commissioni di inchiesta che osano indagare sulle vicende oscure di alcuni pezzi di magistratura – fa una cosa vietata e viola la Costituzione. In realtà il Presidente, con queste parole, ha sferrato un attacco frontale all’articolo 82 della Costituzione, che per chiarezza citiamo qui integralmente: “Ciascuna Camera può disporre inchieste su materie di pubblico interesse. A tale scopo nomina fra i propri componenti una Commissione formata in modo da rispecchiare la proporzione dei vari gruppi. La Commissione d’inchiesta procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria.” È da escludere l’ipotesi che il Presidente non conosca perfettamente la Costituzione e anche l’articolo 82? E allora? La sua dichiarazione può essere interpretata solo come un affondo, pensato e voluto, a difesa del partito dei magistrati e di attacco ai poteri democratici del Parlamento.

28 Luglio 2023

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