La poesia/1943
La Rose et le Réséda, la poesia di Aragon contro la guerra
La rose et le reseda: il poemetto contro la guerra
Editoriali - di Duccio Trombadori
..Celui qui croyait au ciel
Celui qui n’y croyait pas
Tous deux adoraient la belle
Prisonnière des soldats… »
« …Lui che credeva nel Cielo
Lui che non ci credeva
Ambedue amavano Lei,
Prigioniera di quei soldati …»
La Rose et le Réséda , poemetto di Louis Aragon contro la guerra e per l’unità popolare nella Resistenza, fu pubblicato nel Marzo 1943 sul giornale marsigliese “le Mot d’Ordre”, come appello a superare ogni distanza religiosa e ideologica. Il poemetto ebbe una straordinaria diffusione in Francia come motivo fondante della cultura democratica e antifascista. Alla maniera dei poemi medioevali, l’invito è a liberare la “belle” prigioniera, in questo caso il simbolo della Francia occupata e della libertà politica oppressa .
La Rose et le Reseda venne messo in musica da Georges Auric, recitato da J. Louis Barrault, poi ripreso e diffuso da Juliette Greco… Nel 1944 Aragon incluse il poemetto nella raccolta “La Diane Française”, con una dedica a quattro membri della Resistenza, due cristiani (“Colui che crede al cielo”, la reseda) e due comunisti (“Colui che non crede al cielo”, la rosa), assassinati dai nazisti: À Gabriel Péri et d’Estienne d’Orves comme à Guy Môquet et Gilbert Dru.
Gabriel Péri era un giornalista ed attivista del Partito comunista. Honoré d’Estienne d’Orves era un ufficiale della marina francese, vicino a De Gaulle. Guy Moquet era figlio di un deputato comunista… Tutti e tre vennero fucilati dai tedeschi nel 1941… Moquet aveva solo 17 anni… Gilbert Dru era invece il fondatore dei gruppi di resistenza all’interno della Jeunesse Chrétienne: venne fucilato a Lione nel 1944, all’età di 24 anni.
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Lui che credeva lui che non credeva
Lui che credeva al cielo
E lui che non ci credeva
Entrambi adoravano la bella
prigioniera dei soldati
Lui che guardava in alto
e lui che scrutava in basso
Lui che credeva al cielo
e lui che non ci credeva
Che importa come chiamare
la chiarezza del loro avanzare
Che uno fosse di chiesa
e l’altro si tirasse indietro…
Lui che credeva al cielo
e lui che non ci credeva
Entrambi erano fedeli
nelle labbra, nel cuore, nelle braccia
Ed entrambi dicevano che Lei
È viva e chi vivrà vedrà
Lui che credeva al cielo
e lui che non ci credeva
Quando il grano è sotto la grandine
è da folli fare i difficili
È da folli montare litigi
nel cuore della lotta comune
Lui che credeva al cielo
e lui che non ci credeva
Dall’alto della cittadella
la sentinella sparò
per due volte e l’uno cancella
l’ altra tomba che morirà
Lui che credeva al cielo
e Lui che non ci credeva
Sono in prigione, l’uno
col più triste giaciglio,
uno più dell’altro si congela,
l’ altro preferisce i topi.
Lui che credeva al cielo
e Lui che non ci credeva
Un ribelle è un ribelle
due singulti fanno un solo rintocco funebre
E quando viene l’alba crudele
passano dalla vita al trapasso
Lui che credeva al cielo
e Lui che non ci credeva
Ripetendo il nome di colei
che nessuno dei due tradì
E il loro sangue gronda
stesso colore, stesso flusso,
Gronda, gronda, si mescola
alla terra che amò
Affinché per la nuova stagione
maturi un’uva moscata
Lui che credeva al cielo
e Lui che non ci credeva
L’uno corre e l’altro vola
dalla Bretagna o dal Jura
E lampone o prugna mirabella
il grillo canterà di nuovo
sia per flauto o violoncello
il duplice amore che bruciò
l’allodola e la rondine
la rosa e la reseda.