La democrazia ambientale
Cosa è la convenzione di Aarhus per l’educazione ambientale
In Brianza si lavora sulla produzione di energia, con iniziative e incontri per dare strumenti e creare consapevolezza sulla raccolta differenziata
Ambiente - di Sarah Brizzolara

Il modo migliore di trattare le questioni ambientali è quello di assicurare la partecipazione di tutti i cittadini interessati, la Convenzione di Aarhus è il primo e unico strumento internazionale, legalmente vincolante, che recepisce e pone in pratica tale principio, dando concretezza ed efficacia al concetto di democrazia ambientale.
Io sono consigliera comunale a Monza e sul territorio densamente industrializzato della Brianza (Lombardia) stiamo lavorando particolarmente sulla partecipazione e sull’aspetto comunitario della produzione di energia, sviluppando e implementando le comunità energetiche, con iniziative ed incontri per dare strumenti e creare consapevolezza, anche attraverso un lavoro di coinvolgimento del mondo dell’associazionismo e della società civile.
Stiamo inoltre lavorando sull’educazione ambientale, in particolare nelle scuole, sia sugli aspetti della gestione dei rifiuti, della raccolta differenziata, sia sui consumi energetici e sulle fonti rinnovabili. Sono tutti approcci che puntano a ottenere un cambiamento nelle abitudini e nei comportamenti, partendo dalla consapevolezza tanto della gravità e della quotidianità della crisi climatica, quanto dell’efficacia e dell’impatto positivo dei nostri comportamenti ecologici.
Dando strumenti conoscitivi alle persone si ottengono risultati fondamentali, che si aggiungono a quelli generati dai cambiamenti tecnologici e dalle normative, l’educazione e la consapevolezza hanno un impatto superiore ai divieti. Oggi qui si dibatte un importante parere sulla legislazione della qualità d’aria. La salute umana e lo sviluppo economico non possono essere concorrenti. La consapevolezza motiva di più all’uso della bicicletta, del trasporto pubblico e a intraprendere altri cambiamenti piccoli o grandi nella loro quotidianità, oltre a rendere sensibili e positivi rispetto alle azioni pubbliche e quindi attivando uno strumento di pressione importante sui decisori.