Le convergenze

Dal campo largo molisano a quello del salario minimo: prove d’intesa tra Schlein e Calenda

Politica - di Redazione

28 Giugno 2023 alle 11:50

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Dal campo largo molisano a quello del salario minimo: prove d’intesa tra Schlein e Calenda

Dalla foto di Campobasso al campo largo del salario minimo. Potrebbe essere la prossima evoluzione del Partito Democratico di Elly Schlein, la segretaria reduce dall’ennesima sconfitta alle urne, questa volta nella complicata partita del Molise che come da previsioni è andato al centrodestra.

Una sconfitta netta, bruciante anche nei numeri, che dal Nazareno pur senza dirlo apertamente imputano ai pentastellati di Giuseppe Conte: loro era il candidato alla presidenza della Regione, il sindaco di Campobasso Roberto Gravina, loro è il crollo più clamoroso nelle urne. I grillini sono passati dal 38,5% del 2018 al 7,1% del voto di domenica e lunedì scorsi. Ma è il risultato è tragico anche se paragonato ai voti ottenuti solamente il 25 settembre scorso, alle Politiche che sancirono la vittoria di Giorgia Meloni: i grillini ottennero il 24 per cento in Molise, dove furono il primo partito a livello regionale.

Di fronte ai problemi alle urne del campo largo in salsa sinistra-5Stelle, la strategia potrebbe cambiare. Ne parla oggi Carlo Calenda, il leader di Azione che da tempo ha messo in soffitta il progetto di ‘Terzo Polo’ riformista con Matteo Renzi dopo le accuse incrociate tra i due ex alleati.

Intervistato dal Corriere della Sera, Calenda individua un terreno comune, una possibile conversione, tra le opposizioni, con Pd e 5 Stelle. Il tema è quello del salario minimo: “Stiamo lavorando da tempo – spiega – sull’unico punto che mette d’accordo le opposizioni, che hanno tutte nel programma elettorale questo tema. Siamo abbastanza avanti nel percorso: se riusciamo a presentare una proposta tutti insieme sarà un bel segnale per i lavoratori”.

Su altri fronti invece le distanze, spiega Calenda, restano enormi: dall’Ucraina al sostegno alla riforma della giustizia del Guardasigilli Carlo Nordio.

Calenda parla quindi delle possibili alleanze nel campo dell’opposizione e chiede un atto di coraggio ai Dem di Schlein: il Pd, spiega il leader di Azione, deve avere “il coraggio di andare ‘per l’alto mare aperto’ approfittando degli anni di opposizione che ci aspettano per recuperare consensi nel Paese, ma sinceramente non penso che accadrà”. Per Calenda infatti il timore è che Schlein e soci “continueranno a rincorrerli”, riferendosi ai 5 Stelle di Conte, “e questo sarebbe un errore mortale”.

Il campo largo giallo-rosso, lo hanno evidenziato ancora una volta le elezioni in Molise, non funziona nelle urne. “Quello dei 5 Stelle e del Pd è un campo molto indebolito perché non può rappresentare un’alternativa di governo”, è l’analisi dell’ex ministro.

Se dunque sul fronte comune Schlein-Conte il giudizio è netto e negativo, non va meglio per quanto riguarda l’ex alleato Renzi. Quanto al padre-padrone di Italia Viva “mi pare che ci sia un qualche movimento verso la coalizione di destra. Quello che so per certo – sottolinea il leader di Azione – è che voleva tenersi le mani libere e anche per questo è saltato il partito unico. Legittimo, per carità, ma questo non è il progetto che abbiamo proposto a milioni di italiani. Serve un centro liberale, popolare e riformista autorevole e indipendente. Non un’altra costola della Meloni o dei 5S. Poi quando il governo propone qualcosa di giusto – conclude Calenda – lo supportiamo, come nel caso delle ottime nomine di Figliuolo e Panetta e lo stesso vale per la sinistra“.

di: Redazione - 28 Giugno 2023

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