Il discorso della segretaria

Elly Schlein e la chiarezza nella comunicazione

L’evocato bisogno di chiarezza si ritrova offuscato dalle emoji generazionali

Politica - di Fulvio Abbate - 22 Giugno 2023

CONDIVIDI

Elly Schlein e la chiarezza nella comunicazione

Qual è l’immaginario del Partito democratico al tempo, anzi, dopo l’avvento di Elly Schlein? Albert Camus nei Taccuini così nota: “Si pensa soltanto per immagini, se vuoi essere filosofo scrivi romanzi”. Cosa restituisce, nella situazione attuale data, l’ideale “romanzo” di Schlein? La sinistra, in quanto forza di progresso, per sua natura progettuale, necessita di parole, chiarezza, mostra l’obbligo di convincere, così diversamente dalla destra che da sempre esiste anche quando resta muta, certa di contare altrettanto sulla cosiddetta, storicamente attestata, maggioranza silenziosa.

L’immaginario politico-simbolico, l’agit-prop finora giunto a noi attraverso Elly Schlein, dal momento dell’ insediamento al Nazareno, nega l’esistenza del Nazareno stesso. Se, e non sembri un riferimento nostalgico ricattatorio, un tempo c’era modo di intuire lo ziggurat di Botteghe Oscure, nel presente la segretaria sembra semmai mostrare una sorta di nomadismo politico-dialettico all’interno del quale l’evocato bisogno di chiarezza si ritrova offuscato da un cesto di feticci, se non emoji, come dire, generazionali.

Ora l’evocazione di un “pollo di gomma con carrucola”, da lei citato su Twitter durante i gazebi per le primarie, rimando a un videogioco anni novanta, Monkey Island, per poi imbattersi in un motivo canoro tratto dai manga giapponesi, Occhi di gatto, dalla stessa Elly indicato come “canzone femminista”. L’armocromismo precisato su Vogue verrà in seguito. Si ha la sensazione, osservandone il lessico, che Schlein ami rivolgersi in primo luogo ai propri coetanei del ceto medio riflessivo dai connotati giovanili, se non giovanilistici affluenti, da immaginare impegnati tra Erasmus, Dams e Scuola Holden, un contesto perfetto nella cancellazione d’ogni possibile dialogo con ciò che Pasolini definiva “l’umile Italia”.

Predisposizione amichettistica, dove svettano semmai, a lei affiancati nella quadreria di riferimento privilegiato, le scrittrici Michela Murgia e Chiara Valerio e, per estensione, la complicità ammiccante mediatico-televisiva di uno Zoro. Prevalente attenzione a una koinè generazionale pronta a cancellare il volto simbolico storico stesso della sinistra. “Oggi è arrivato il momento di mobilitarci insieme sulla nostra agenda, proponiamo un’estate militante”, parola di Schlein, da intuire programmatica, pronunciata nei giorni scorsi durante la direzione del suo Pd. Segue poi un mandala di citazioni da testi di cantautori, luoghi d’affezione nuovamente generazionali.

Costruire di Niccolò Fabi: “… tra la partenza e il traguardo, in mezzo c’è tutto il resto”. Daniele Silvestri:Le cose che abbiamo in comune sono 4850…”, messaggio forse indirizzato a chi, nel partito, nutra perplessità circa lo spessore politico, dialettico, se non sul valore ultimo stesso, da riconoscere a chi, sebbene corpo estraneo al Pd, tardiva tesserata, ne ha tuttavia conquistato la cima. Diodato: “Se i nostri elettori ci chiedessero di dedicare loro una canzone sarebbe Fai Rumore. Anziché di fare rumore e fare canto e controcanto interno, proviamo ad andare su ciò che ci unisce”, ancora risposte ai perplessi, magari perfino attoniti colleghi, condomini, “compagni”, che ne percepiscono la distanza, forse addirittura antropologica, ancor prima che politica. Pensiero segreto comune implicito: ma questa qui, esattamente chi è?

Infine una promessa destinata al futuro chiarimento, dibattito interno: “Organizzeremo una segreteria nazionale a Ventotene, dove sta per aprire un circolo Pd. Ci sembra il modo più giusto per guardare con lo spirito giusto al rinnovo del parlamento europeo”. Che anima e che forme possiede “un’estate militante”? A Ventotene, già confino di polizia durante il regime fascista per Sandro Pertini, Umberto Terracini, Pietro Secchia, Altiero Spinelli, in questi stessi giorni Paolo Virzì sta girando il seguito del suo Un altro Ferragosto. Sensazione che ogni possibile selfie con Sabrina Ferilli e Silvio Orlando sovrasti la memoria stessa dell’omonimo manifesto europeista che proprio Spinelli lì scrisse.

22 Giugno 2023

Condividi l'articolo