Il ricordo

Racconto dei funerali di Silvio Berlusconi, fatti a sua immagine e somiglianza

L’arcivescovo Mario Delpini lo saluta parlando della gioia di vivere di colui che fu imprenditore e politico, ma soprattutto “un uomo”, con il suo “desiderio di vita, di amore, di gioia”. E’ per me la descrizione perfetta di Silvio Berlusconi.

Editoriali - di Tiziana Maiolo

15 Giugno 2023 alle 14:30

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Racconto dei funerali di Silvio Berlusconi, fatti a sua immagine e somiglianza

Come faccio a non piangere, mentre nella piazza si asciuga le lacrime il suo popolo e dentro al Duomo vedo la commozione di Marina, di Marta, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi, e quegli occhi chiusi con un leggero tremito delle labbra del Presidente Sergio Mattarella, e i pugni schiacciati sulle palpebre di Giorgia Meloni, e il corpo rannicchiato sulla carrozzina di Umberto Bossi.

E’ l’ultimo giorno di Silvio Berlusconi. Solenni funerali di Stato nel Duomo di Milano. L’arcivescovo Mario Delpini lo saluta parlando della gioia di vivere di colui che fu imprenditore e politico, ma soprattutto “un uomo”, con il suo “desiderio di vita, di amore, di gioia”. E’ per me la descrizione perfetta di Silvio Berlusconi, della sua empatia riconosciuta da chiunque, del suo camminare sempre a testa alta verso il futuro, con il coraggio di non arrendersi mai.

Dall’abitazione di Villa San Martino, affossata da centinaia di mazzi di fiori, striscioni e bandiere e da un lungo corteo, un serpentone accompagna il corteo funebre, applaude fino a che le auto non si vedono più, in fondo alla lunga via. Dalle 14,20 sino alle 14,55 lungo il tragitto sono fiori e applausi, mentre su piazza Duomo ronzano le pale dell’elicottero e da sotto sventolano decine e decine di bandiere del Milan e anche quelle di Forza Italia e un paio di tricolori, e il coro infinito dei tifosi: “Un presidente, c’è solo un Presidente”. Nel nome dei 29 trofei in 31 anni che il “dottore” ha regalato al suo Milan. Per non parlare del miracolo del Monza, trascinato rapidamente dalla C alla serie A. Ci hai portato dal fallimento al tetto del mondo, grazie Presidente, dicono i suoi tifosi. E il cartello di un bambino: “Mi consenta, grazie Silvio”.

Gli sarebbe piaciuto questo suo ultimo saluto. Non per lo sfarzo, i militari in alta uniforme, un intero governo e tutti i governatori regionali e il Presidente della repubblica, e delegazioni da tutta Europa e il presidente del Qatar e quello dell’Ungheria. Dentro la chiesa, si sarebbe aggirato a curare i dettagli fino all’ultimo, poi avrebbe controllato il Requiem e la disposizione dei posti, dei fiori e gli orari. Ma il suo corpo l’avrebbe offerto a quelli che stavano fuori, che si arrampicavano sul monumento equestre dedicato a Vittorio Emanuele secondo, che allungavano il collo fin da piazza Mercanti.

Persino il cuscino di rose bianche e rosse nel verde delle foglie adagiato su un legno che si dice prezioso come quello della chitarra di Jimmy Hendrix, persino quello avrebbe controllato e accarezzato. Avrebbe salutato tutti quelli che in abito scuro erano lì per lui, quattro ex presidenti del consiglio, Renzi, Gentiloni, Draghi e Monti, e nessuno di loro è mai stato dalla sua parte. Si sarebbe dispiaciuto per una grande assenza, quello del suo vecchio antagonista Romano Prodi che pure ha avuto dolci parole per lui e che oggi piange un lutto grande, per l’improvvisa morte della moglie Flavia Franzoni.

Una parte del suo mondo è lì, con le note struggenti e languide del “Silenzio”. Tutti gli storici dirigenti della Fininvest, Mauro Crippa, Paolo Liguori, quelli che c’erano e anche quelli, come Enrico Mentana e Umberto Cairo, che ora sono da un’ altra parte, e il mondo dello sport, i presidenti di squadre e gli ex giocatori come Baresi, tra i pochi non di famiglia ammessi alla camera ardente a Villa San Martino.

La chiesa intera che applaude l’ultimo saluto, la sobrietà elegante della città di Milano rappresentata dal sindaco Beppe Sala e il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, mentre le reti Mediaset mandano il viso del loro fondatore, e Cesara Buonamici e Barbara Palombelli conducono i telespettatori con le immagini sulla faccia impietrita di Alberto Zangrillo, la commozione di Maria De Filippi, l’unica in bianco contro il cerimoniale dei funerali solenni che suggerisce il nero anche per le signore.

Ma la piazza che lui avrebbe preferito è quella di fuori, piena di ragazzi, troppo giovani per averlo votato, che lo salutano cantando in coro “Berlusconi c’è, Berlusconi alè alè”, Sono quelli di piazza Duomo ma anche quelli che hanno disseminato la zona davanti a Villa San Martino di fiori cartelli e magliette e che hanno aspettato il suo ritorno alle cinque del pomeriggio. E intanto il ministro Nordio presenta le riforme sulla giustizia, nel nome di Silvio Berlusconi. Ma sarà molto impervia la strada, per chi sogna le regole dello Stato di diritto, senza di lui.

15 Giugno 2023

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