Rimandata la decisione

Chi non ha lo status di rifugiato va sbattuto fuori, la linea di Piantedosi alla Ue

Piantedosi insisteva ieri sulla proposta follemente chiamata “principio di connessione”, ossia il poter deportare i migranti non nei paesi d’origine ma in Paesi terzi.

Politica - di Redazione Web

9 Giugno 2023 alle 17:00

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Chi non ha lo status di rifugiato va sbattuto fuori, la linea di Piantedosi alla Ue

Rimandata alla notte la decisione del Consiglio Affari Interni, i ministri interni dei paesi europei, sul testo di compromesso sull’immigrazione avanzato dalla presidenza. Piantedosi insisteva ieri sulla proposta follemente chiamata “principio di connessione”, ossia il poter deportare i migranti (ai quali viene negato il diritto d’asilo) non nei paesi d’origine ma in Paesi terzi. Si tratta di centri di detenzione fuori dal territorio europeo, la cui terrificante sostanza potete leggere nell’articolo di Luca Casarini.

«Notiamo che sussiste un obiezione al principio di connessione, che resta un punto dirimente e abbiamo difficoltà se non troviamo una forma ulteriore di compromesso» andava dicendo ieri il ministro degli Interni del governo Meloni. «Questo permetterebbe una proiezione dell’Ue nella dimensione esterna». Il viceministro degli Interni polacco, Bartosz Grodecki, ha così liquidato l’idea di pagare 20mila euro per ciascun migrante non accolto: «È una sanzione: Non riusciamo a spiegare a una società che ha accolto oltre un milione di profughi di guerra dall’Ucraina che ora se non ne accettano di più, dovranno pagare di tasca propria».

La ministra dell’Interna tedesca, Nancy Faeser ha insistito per non alzarsi dal tavolo senza aver trovato un accordo: «Ci siamo riusciti quando Putin ha attaccato l’Ucraina, non era facile quando i Paesi dell’est erano inondati di rifugiati. Ma per favore non mettiamo nuove richieste al tavolo, per piacere troviamo un compromesso: chiedo a tutti di unire le forze perché se non abbiamo successo l’area Schengen sarà a rischio». Il ministro degli Interni francese, Gérald Darmanin: «La Francia paga un alto prezzo in movimenti secondari, ma faremo la nostra parte non solo nel finanziamento ma anche nei ricollocamenti. Ma i ricollocamenti devono esserci e al momento non c’è abbastanza solidarietà verso gli Stati del sud. Il compromesso che si è trovato non è perfetto ma può funzionare». La delegazione del ministro degli interni spagnolo, in tarda serata, faceva l’ottimista: «Sicuro che troveremo un accordo, è arrivato il momento dopo anni di discussione»

9 Giugno 2023

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