Gruppo Visegrad contrario
Piano migranti, dall’Europa la proposta di 22mila euro per ogni mancato ricollocamento: ma gli alleati di Meloni lo bocciano
Politica - di Carmine Di Niro
Quanto costa farsi carico di un migrante per un Paese dell’Unione Europea? Secondo la Commissione circa 22mila per ogni migrante non ricollocato. Su questa cifra, riservata e non ancora ufficiale, sta lavorando la Commissione europea per tentare di mettere d’accordo gli Stati membri sul meccanismo di solidarietà obbligatoria.
Nel nuovo Patto in tema di migranti e richiedenti asilo in discussione a Bruxelles i vari Stati dovranno dare disponibilità ai ricollocamenti dei migranti arrivati alle frontiere esterne dell’Unione, in caso di emergenza dichiarata dalla Commissione.
I Paesi membri non saranno obbligati ma, in caso di rifiuto, dovranno contribuire o favorendo i rimpatri dei non ammissibili per l’asilo oppure pagando una parte dei costi per l’accoglienza, appunto i 22mila euro su cui sta lavorando la Commissione per singolo migrante. Piano che, scrive il Corriere della Sera, in molti dei suoi aspetti trova il consenso dell’esecutivo nostrano.
Proposta che però è stata già sonoramente bocciata dai Paesi del cosiddetto gruppo di Visegrad, ovvero Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia: sulla carta tutti governi stretti alleati della premier italiana Giorgia Meloni, con Polonia e Repubblica Ceca dove la presidente del Consiglio è recentemente volata per visite di Stato.
Il sito Politico ha rivelato che nelle fasi di negoziato il ministro dell’Interno polacco ha reagito all’ipotesi dicendo semplicemente che per il suo Paese “non se ne parla nemmeno, oggi e nel futuro”, ma posizione simili sono state espresse anche dai rappresentati di Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia.
Proposta che, riferisce l’agenzia Agi, non trova convinti nemmeno i Med5, i Paesi del Mediterraneo. “E’ una sottostima in realtà su cui si dovrà discutere, nulla è stato deciso“, spiega all’agenzia una fonte diplomatica europea. “L’obiettivo è trovare l’equilibrio: non dev’essere un’ammenda ma nemmeno una cifra talmente bassa da assolvere i Paesi dalla redistribuzione“, spiega la fonte.
Una questione che tornerà ad essere trattata alla riunione dei ministri degli Interni europei l’8 giugno in Lussemburgo.