Il rapporto ambientalista
Giornata dell’ambiente, il Wwf lancia l’allarme: “Plastica oltre il limite, pianeta verso danni irreversibili”
Ambiente - di Redazione
Nella giornata mondiale dell’Ambiente, che si celebra oggi 5 giugno, il Wwf lancia un nuovo allarme e pubblica un nuovo rapporto “Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire”, con la richiesta “al governo di andare oltre il riciclo dei soli imballaggi e di estendere la raccolta differenziata a tutti i prodotti in plastica di largo consumo per far crescere l’economia circolare come valore condiviso“.
Numeri e fatti sono infatti lì a dimostrare come l’attività dell’uomo stia mettendo seriamente a rischio la tenuta del nostro pianeta. È stato infatti superato il limite planetario di plastica e di inquinanti chimici, con danni quasi irreversibili per specie e salute.
- La metà dei laghi più grandi del mondo si sta ritirando: ecco gli effetti di cambiamento climatico e consumi insostenibili
- “Entro il 2027 temperature superiori a 1,5 gradi”, l’allarme dell’Onu: è la soglia limite dell’Accordo sul clima di Parigi
- “Gli eventi estremi dipendono dalla Co2, dobbiamo abituarci ma possiamo fare qualcosa”, parla il Nobel Parisi
Nel suo rapporto l’associazione ambientalista sottolinea come l’inquinamento da plastica in natura ha superato “il limite planetario (planetary boundary), oltre il quale non c’è più la sicurezza che gli ecosistemi garantiscano condizioni favorevoli alla vita“. Secondo il Wwf “fino a un quinto dei rifiuti di plastica invade ogni anno mare, acque dolci e terra. La plastica deve essere gestita in maniera più efficace ed efficiente“. Dall’analisi emerge che “l’Italia è tra i peggiori Paesi inquinatori che si affacciano sul Mediterraneo, contribuendo soprattutto in qualità di secondo più grande produttore di rifiuti plastici in Europa“.
C’è un solo materiale prodotto dall’uomo che possiamo trovare ovunque nel mondo: nei suoli, nei fiumi, nel mare, nel cibo: la #plastica
Il nuovo report #WWF lanciato oggi #5giugno
#WorldEnvironmentDay
E’ ora di agirehttps://t.co/f1EUX0iBiU— wwfitalia (@WWFitalia) June 5, 2023
Per il Wwf “non è più sostenibile attuare un piano di riciclo limitato agli imballaggi e chiede al governo di estendere la raccolta differenziata a tutti i prodotti in plastica di largo consumo affinché si trasformino in nuovi oggetti, facendo crescere l’economia circolare come valore condiviso“. I danni provocati dalla plastica sono “innumerevoli e significativi, dalla produzione all’utilizzo fino allo smaltimento. A fronte di una produzione in costante crescita lo smaltimento della plastica è oggi ancora altamente inefficiente e inefficace, con tassi di riciclo inferiori al 10% a livello globale“. Il risultato è che “fino a 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica entrano nell’ambiente marino e altrettanti nell’ambiente terrestre ogni anno, in gran parte plastica monouso. Inoltre, attualmente, la produzione di plastica è responsabile di circa il 3,7% delle emissioni globali di gas serra e si prevede che questa percentuale possa aumentare fino al 4,5% entro il 2060, se le tendenze attuali continueranno senza controllo“. In Italia per esempio “ogni anno gettiamo 4mila tonnellate di plastica solo con il consumo degli spazzolini da denti. Un quantitativo importante di plastica che oggi non viene riciclato e non contribuisce a creare nuovi oggetti. Altri esempi: se potessimo riciclare una sedia da giardino potremmo ottenere fino a 2,8 kg di plastica riciclata, come riciclare 93 flaconi dello shampoo; con il riciclo di una bacinella per i panni potremmo ottenere fino ad 1 kg di plastica riciclata, come riciclare 500 tappi delle bottiglie dell’acqua; con un trasportino per gatti potremmo ottenere fino a 900 g di plastica riciclata, l’equivalente di riciclare 30 vaschette per le albicocche“.
Senza un miglioramento nella gestione della plastica e dei suoi rifiuti – rileva il Wwf – “entro il 2050 la quantità totale di plastica prodotta si è calcolato che potrebbe triplicare, con conseguente aumento dell’immissione di rifiuti di plastica nell’ambiente: 12 miliardi di tonnellate di plastica potrebbero finire negli ambienti naturali. Se accadrà, tra 30 anni nel mare ci potrebbero essere più plastiche che pesci“. Per il Wwf serve agire sui primi tre livelli della scala gerarchica dei rifiuti: la prevenzione, il riuso e il riciclo. “È necessario ridurre la produzione e l’uso della plastica non necessaria e dannosa, incentivare il riutilizzo e la riparazione dei prodotti in plastica puntando sull’innovazione, ed è altrettanto importante estendere la raccolta differenziata a tutti i settori produttivi di largo consumo, oltre agli imballaggi, per incrementare le tipologie di oggetti che vanno al riciclo“.
Le aziende hanno “un ruolo chiave e sono chiamate ad applicare tre regole cardine: eliminare tutte le plastiche difficilmente riciclabili o non riciclabili affatto e non indispensabili; innovare, implementando modelli di business circolari per assicurare che tutti gli oggetti in plastica possano essere riutilizzati, riciclati o compostati; rendere circolari le plastiche, aumentando la quantità di materiale riciclato nei nuovi prodotti in plastica, che devono essere facilmente riciclabili e riportare indicazioni chiare per i consumatori su come devono essere smaltiti per favorire l’effettivo riciclo a fine utilizzo“.